Reliquie e icone, i passaporti nella Ostpolitik del pontefice di M. Tos.

Reliquie e icone, i passaporti nella Ostpolitik del pontefice Reliquie e icone, i passaporti nella Ostpolitik del pontefice CITTÀ DEL VATICANO Reliquie e icone per aprire la strada dell'Est, la via verso la tanto desiderata Mosca. Gio�vanni Paolo II rilancia la sua «Ostpolitik», per giungere alla Terza Roma (dopo la prima, e Costantinopoli). Un pellegri�nàggio a tappe: Romania, Geor�gia, paesi a maggioranza ortodossa negli anni passati. A novembre ha ricevuto con tutti gli onori a Roma il capo della Chiesa Apostolica arme�na, Karekin II, e ha accettato l'invito a recarsi in quel paese (probabilmente in autunno). Ma non solo: he firmato una dichiarazione congiunta in cui il Vaticano per la prima volta parlava del genocidio armeno del 1915, un tema delicato perché la Turchia reagisce sem�pre con estrema durezza se toccata su questo tast;o, e ha offerto all'ospite una reliquia di San Gregorio l'Illuminatore, il cui corpo è conservato a Napoli. Un gesto ecumenico, di diplomazia ecclesiastica, che ha il sapore di altri tempi, dei secoli in cui le reliquie erano tanto preziose e ricerca�te che i veneziani trafugavano la spoglia di San Marco, e San Luigi costruiva la Sainte Chapelle a Parigi per accogliere un frammento della Croce. Ieri lo stesso dono una reliquia di San Gregorio è stato presentato al patriarca degli armeno cattolici, Nerses Bedros XI.X, durante una solenne messa in San Pietro, la celebra�zione dei 1700 anni della cri�stianizzazione «statale» del�l'Armenia. E a fine giugno sempre con lo sguardo rivolto a Oriente Giovanni Paolo II si recherà in Ucraina, terra ono�rata con la nomina di due cardinali (saranno proclamati nel concistoro di mercoledì). Un viaggio difficile, perché in Ucraina le tensioni fra ortodos�si e cattolici sono altissime, tanto che i quarantadue vesco�vi ortodossi hanno chiesto per lettera a Papa Wojtyla di ri�mandare il viaggio. Anche il Patriarcato di Mosca a quan�to pare sarebbe intenzionato a esprimere il suo dispiacere per la visita pontificia; e ribadi�sce che per un'eventuale pre�senza a Mosca di Giovanni Paolo II i tempi non sono maturi. La soluzione a questo grovi�glio di problemi è forse un'ico�na della Madonna; l'watout» nelle mani del Pontefice, laddo�ve i pazienti sforzi della diplo�mazia in talare sembrano desti�nati a frustrazioni continue. Un'icona dipinta, secondo gli esperti, nel XIII secolo a Co�stantinopoli, e venerata a Kazan, una città sul Volga, otto�cento chilometri a Est di Mo�sca, abitata da popolazioni tar�tare. Ivan il Terribile nel 1552 conquistò d'impeto Kazan; or�dinò di costruire a rendimento di grazie un santuario, e di celebrare il 10 ottobre la festa della «Protezione della Vergi�ne». Innumerevoli miracoli fu�rono attribuiti alla Madonna di Kazan; ma nella notte del 29 giugno 1904, durante una ri�volta popolare, se ne persero le tracce. Sessanta anni più tardi riapparve negli Stati Uniti; fu acquistata da un gruppo reli�gioso, e collocata a Fatima. Adesso a quanto dicono è appesa nella cappella «redemptoris Mater», nell'appartamen�to del Pontefice. Il sindaco di Kazan ha visto il Papa, il 26 ottobre, e dice l'ha trovato disponibile a restituire la sa�cra immagine. Ma il problema deve essere discusso con il Patriarcato di Mosca, ha ag�giunto il Pontefice (sempre secondo il sindaco). Non è escluso che nelle prossime set�timane, prima del viaggio in Ucraina, l'icona di Kazan com�pia un ennesimo miracolo: que�sta volta nei rapporti fra catto�lici e ortodossi. [m. tos.]

Persone citate: Giovanni Paolo Ii, Karekin Ii, Kazan, Mater, Papa Wojtyla