Bush offre al Messico un patto sul greggio di Maurizio Molinari

Bush offre al Messico un patto sul greggio Nella prima missione l'incontro con Fox Bush offre al Messico un patto sul greggio Maurizio Molinari inviato a SAN CRISTOBAL In maniche di camicia, passeggian�do fra campi arati, stalle e mandrie sotto un sole cocente, George Bush e Vicenle Fox hanno posto le basi per un'«Intesa per la comune pro�sperità» su petrolio, immigrazione e commercio che punta ad accre�scere le potenzialità dell'Accordo sul libero commercio in Nordamerica (Nafta) e, in prospettiva, a creare lo strumento per rispondere alla sfida dell'euro; l'Area di libero scambio nelle Americhe (Flaa). Il piatto forte del primo viaggio all'estero del nuovo presidente americano è slato il greggio. Bush ha esposto a Fox la sua proposta per dar vita ad un «patto energeti�co regionale» in Nord America fra Slati Uniti, Messico e Canada. «Dobbiamo far fronte ai nostri nuovi bisogni energetici» ha detto Bush. «Sigliamo un patto per la reciproca prosperità» ha risposto Fox. Washington offre la prospetti�va di investimenti per migliorare le strutture di estrazione e produ�zione con l'obiettivo di favorire la commercializzazione del greggio messicano. Fox ha ascollalo, senza dissentire, nonostante la Costitu�zione messicana dal 1930 proibi�sca investimenti stranieri nel setto�re. Il segreto dell'accordo potrebbe essere nei dettagli: senza infrange�re la Costituzione Fox ha nominalo ai vertici della Pemex il colosso petrolifero nazionale tre fra i maggiori imprenditori nazionali con forti legami negli Stali Uniti a cui spetterà la direzione di una gestione più flessibile che in passa�to del monopolio del greggio. La ciliegina sulla torta dell'operazio�ne greggio è stato l'invio ufficioso a Caracas di papà George Bush per un informale «chiarimento» con il presidente Hugo Chavez, leader dell'altro Paese Opec dell'America Latina e considerato «imprevedibi�le» da Washington per gli accordi petroliferi raggiunti con l'Iraq. In cambio delle aperture sul greggio, nelle due ore di faccia a faccia nel suo ranch nello Stato del Guanajuato, Fox ha gettato sul piatto della bilancia la patata bol�lente dell'immigrazione, ovvero le richieste di apertura dei confini e di amnistia per i tre milioni di messicani illegali negli Usa. Sebbe�ne il Congresso sia contrario Bush non ha chiuso la porta ad un compromesso, che potrebbe porta�re alTampliamento fino a cinque anni dei permessi di lavoro negli Stali Uniti. Se le promesse del ranch verranno mantenute la com�mercializzazione del petrolio mes�sicano potrebbe essere parallela, nei prossimi mesi, alla sigla di nuovi accordi sull'immigrazione, abbattendo cos�due delle maggiori barriere che ancora resistono lun�go il confine sul Rio Grande. Il successo del summit con Fox consente adesso a Bush di guarda�re con fiducia al summit inter-americano di metà aprile in Canada, dove è atteso un rilancio degli attuali accordi continentali sul libe�ro commercio. L'idea di Bush è infatti quella di allargare, nel tem�po, l'accordo Nafta (Messico, Usa e Canada) a lutti gli altri paesi ameri�cani. Contro questo progetto il «Popolo di Seattle» ha però annun�ciato proprio ieri a Città del Messi�co una «mobUitazione massiccia» perché «0 progetto di Bush è di arricchire i ricchi e impoverire i poveri in tutta l'America». A miglia�ia andranno ad inizio aprile a Buenos Aires, dove si svolgeranno i negoziati preparatori del summit canadese, per poi marciare «in centomila» a metà mese su Quebec City. Manifestazioni anche a San Cristobal. Alla vigilia del summit le organizzazioni dei contadini e del�la sinistra sono scesi in piazza accusando Vicente Fox di «svende�re la sovranità del Messico» e di essere «niente altro che un servo di Bush e della globalizzazione». Messico e Stati Uniti condurran�no in futuro «strette consultazio�ni» su lotta alla droga e difesa delle democrazia: due avvertimenti per i narcotrafficanti e Fidel Castro. «I nostri paesi sono uniti come mai prima» ha commentato al termine il Segretario di Stato, Colin Powell. Il summit nel Rancho San Cri�stobal si è svolto fra straordinarie misure di sicurezza. Un mighaio gli agenti mobilitati, di entrambi i Paesi. Bush e Fox avevano pensato di fare una cavalcata in libertà lungo i campi, ma i servizi Usa l'hanno impedita all'ultimo mo�mento perché i grandi spazi prati�camente senza colline avrebbero impedito di proteggere a i due presidenti.