La carica della vecchia guardia Dc

La carica della vecchia guardia Dc L'EX PREMIER OTTANTENNE VUOLE UN COLLEGIO IN BASILICATA La carica della vecchia guardia Dc Colombo al Ppi: «Un seggio o esco dal partito» personaggio Augusto Minzolìnl ROMA LA montatura degli occhiali è sempre la stessa. Quella che ha riempito i filmati della cineteci�Rai in cui è ripreso nei panni eli ministro degli Esteri o di presidente del ConsigUo. Vent'anni fa. Anche il tono della voce del redivivo Emilio Colom�bo non è cambiato: felpato, curia�le e, nei momenti di tensione, gutturale. E' proprio quest'ulti�mo che usa il nostro mentre conferrlia l'ultimatum lanciato ai pepo/lari: o il Ppi lo candida in un collegio senatoriale della BasiHcata; d lui farà tutto da solo, magari, alleandosi all'amico Giu�lio Andreotti, altro redivivo, in�gaggiato da Sergio D'Antoni per dare lustro al suo nuovo partitino di centro. «Ho chiesto la candi�datura, al partito spiega Colom�bo -, spero che non mi dicano di no. Gli'ho chiesto quello che è un loro dovere darmi. In BasUicata quel che è rimasto della De sono io. E oi'a pongo il problema. Se mi rispondono di no indubbiamente prenderò le mie decisioni. Una volta, come nel '96, può passare, ma alla seconda uno reagisce. Certo non andrò a Forza Italia. Se con Andreotti o D'Antoni? A questo non rispondo. Mantengo il riserbo». Ad 81 anni suonati, Colombo vuole gettarsi a capofitto in una campagna elettorale per conquistare un seggio in Parlamento. Fa parte di quella carica dei 101 che tenta di fermare le lancetce dell'orologio per riportarle indie�tro nel tempo: non si tratta di cagnolini come nel cartoon della Walt Disney, ma di tanti vecchi mastini democristiani, più o me�no mialandati, più o meno zom�bie, (die seguendo l'esempio delrimmarcescibile Giulio Andreot�ti voghono riprendersi un posto al sole, arruolandosi in una delle tante schegge o segmenti in cui si è divisa la famiglia scudocrociata e confidando nelle proprietà di quella sorta di gerovital che è la pohtica. Chi non ha nipoti o figli come Francesco Cossiga, Arnal�do Forlani o Paolo Cirino Pomici�no, vuole riprendere la vecchia avventura, quella interrotta da tangentopoli e dal «nuovismo», in prima persona. Sono tanti, più o meno conosciuti: Calogero Mannino, un tempo viceré della De siciliana; Carlo Bernini, doge doroteo; Nino Ciistofori, fedele alfiere di Giulio Andreotti; Alfre�do Vito, cervello della macchina delle preferenze che garantiva puntualmente l'elezione ad Anto�nio Gava. L'elenco è lun�go, ma lo spirito di revanche è in tutti lo stesso. Emily, come era chiamato Colom�bo nella De di un tempo, racconta cos�il suo cruc�cio, la molla che lo sta spingendo al gran passo. «Ve�de, io dovrei esse�re senatore a vita, come Andreotti, se non ci fosse sta�ta quella sciagura�ta interpretazio�ne della Costitu�zione che si sono inventati Pertini e Cossiga. Quelli si misero in testa che ogni Presidente poteva nominare cinque senatori a vita. Ne fecero talmente tanti che alla fine la Camera reag�e diede un'interpretazione della norma più restrittiva, fissando il nume�ro dei senatori a vita a cinque. In questo modo mi hanno fregato: la restrizione entrò in vigore proprio quando, vox populi, sta�vamo per essere nominati io e la lotti. Ora la lotti è andata all'al�tro mondo, ma io, grazie a Dio, sono rimasto in questo e al Sena�to voghe andarci». Per coronare il sogno della sua vecchiaia. Colombo è pronto a reindossare l'armatura del giova�ne guerriero e a cimentarsi nel duello elettorale. In fondo, uno come lui la sa lunga in fatto di voto cattolico. E' un esperto di quelle parrocchie e di quei preti che ora stanno tornando di moda (a Roma ha alloggiato per vent'anni in un convento). Eppoi il nostro Paese vedi il mondo dell'economia, delle pro�fessioni e dell'accademia si fonda sulla gerontocrazia, come ha annotato qualche mese fa il «New York Times». Allora, perché non provarci? «Il Ppi spiega Colombo dalle mie parti è forte grazie a me. Non è come la De di un tempo, ma mantiene una sua dignità. A Matera siamo riusciti ad eleggere addirittura uno straniero come Ossicini. Sono andato io stesso a presentarlo agh elettori. Solo che non posso sempre farmi da par�te. La stessa iniziativa di Andreotti testimonia il disagio in cui versa 'j�grande famiglia dei cattoUci popolari. Le continue diaspo�re ne sono il sintomo. Per questo c'è bisogno di ima riforma eletto�rale in senso proporzionalista che permetta alle grandi famiglie divise di tornare insieme. E su questa politica sono pronto ad assumermi le mie responsabili�tà». Colombo pronuncia quest'ulti�ma frase, quasi fosse un giura�mento. In fondo tutti i 101 tirano in bgllo questo disegno per dare dignità al loro ritomo. E guai a dirgli che qualcuno ha preso il loro posto, che som stati sostitui�ti. Come minimo, è un usurpato�re, ma molti di loro considerano simili intrusi addirittura dei la�dri. «Forza Italia erede deDa De? Ma non mi faccia ridere. Guardi che ci voghono dei padri per avere degli eredi. Se non ci sono, non si può trasmettere nulla, neppure ai figli adottivi. Per cui io ho rispetto per chiunque, ma nessuno si può appropriare inde�bitamente di una cultura che non gli è propria. E' inaccettabi�le». E questa è la prima risposta, quasi gridata, con la voce guttu�rale che stona. Quel suono diven�ta addirittura più stridulo se qualcuno mette di mezzo l'età. E' giusto o è una pazzia candidarsi ad ottanta anni suonati al Parla�mento? «Poche storie: io sto bene e faccio le coma. Il nuovismo, e ringrazio ancora Dio, con buona pace di tutti, è finito, Eppoi i vecchi sono più intelhgenti dei giovani. Sanno coghere megho le novità. Hanno l'abitudine di sen�tire e presentire. Si parla di Andreotti sindaco di Roma a 80 anni. Ebbene io'sono sicuro che può farlo, non conta l'età. Per molti di noi la primavera può sbocciare anche ad 80 anni...». L'esempio di Giulio Andreotti ha scatenato tanti vecchi mastini dello scudo crociato, da Mannino a Bernini aCristoforieVito per riprendere la vecchia avventura «Senza la sciagurata interpretazione di Pertini e Cossiga mi avrebbero già dato uno scranno a vita a Palazzo Madama Ma io su quei banchi ci voglio andare ora e ne ho il diritto» «Il movimento di D'Antoni ha dimostrato che sarebbe necessaria la riforma elettorale proporzionalista» Emilio Colombo (foto accanto) ebbe numerosi incarichi di governo Dall'agosto dell 970 al gennaio 72 fu anche presidente del Consiglio Nella foto a sinistra con il presidente americano Richard Nixon durante un viaggio negli Stati Uniti nel 1971 Quando negli Anni Sessanta il premier era Aldo Moro (foto accanto), Colombo mantenne a lungo la carica di ministro del Tesoro: l'uno in Puglia, l'altro in Basilicata, controllavano la De nel Sud

Luoghi citati: Basilicata, Puglia, Roma, Stati Uniti