I BAMBINI SENZA SORRISO

I BAMBINI SENZA SORRISO REPORTAGE AFGHANISTAN, NEI CAMPI DEI PROFUGHI FREDDO, FAME, DISPERAZIONE I BAMBINI SENZA SORRISO Giulietta Chiesa Inviato a ANABA (Afghanistan) HAFIZULLAH ha tre anni, è scalzo, tossisce a colpi catarrosi da bronchite acuta, il naso pieno di muco. Vive, temo ancora per poco, in una tenda a malapena ancorata a terra da mucchi di fango. Con lui, nella stessa tenda, vivo�no, si fa per dire, altre quindi�ci persone, otto sono bambini, quattro vecchi. I quattro adul�ti restanti sono in cerca di cibo, forse torneranno più tar�di, non è detto che troveranno qualcosa. Fuori, la notte, la temperatura scende dieci gra�di sotto lo zero. Tutto attorno altre tende, molte delle quali sfondate dalla neve, testimo�niano tragedie già consumate. Come Hafizullah vivono ad Anaba, Afghanistan, nella val�le del Panshir, cinquemila per�sone. A decine muoiono ogni settimana, e la strage colpisce soprattutto i bambini. Aspet�tano una lontana primavera, a 2700 metri, in mezzo a montagne altissime ancora co�perte di neve scintillante, co�me una speranza per sopravvi�vere. Provengono dai villaggi a Nord di Kabul. Sono fuggiti ai combattimenti tra Taliban e Mujaheddin, si sono rifugiati nella valle controllata da Ahmad Sha Masood, scegliendo il minore dei mali: temono di più il governo di Kabul. Ho visitato i campi profughi af�ghani, ho parlato con i prota�gonisti di una crisi che il mondo non vuol vedere. E vi racconto della Valle del Pan�shir dove la storia s'è fermata e non si ode neppure il pianto dei bambini: perché i bambi�ni afghani non hanno il tem�po per piangere. SERVIZIO A PAGINA 23

Persone citate: Giulietta Chiesa, Masood

Luoghi citati: Afghanistan, Anaba, Kabul