Mucca pazza, altro caso sospetto di Marco Neirotti

Mucca pazza, altro caso sospetto Mucca pazza, altro caso sospetto Veronesi: ne prevediamo 30 Tanno Marco Neirotti inviato a MANTOVA «Posso avere licenza di uccide�re?», domanda Franco Cauzzi ai carabinieri che sostano davanti alle due villette e alle stalle dell'allevamento di Marmirolo dove è stato annunciato un altro caso di mucca pazza. La licenza non c'è, c'è però il destinatario dell'ira: è il ministro Veronesi, che ieri, durante l'audizione in Commissione agricoltura della Camera, ha avvertito: «C'è un secondo caso sospetto di Bse nel Mantovano. Una mucca di oltre cinque anni, non destinata alla macellazione ma morta sponta�neamente nella stalla, è risultata positiva ai test rapidi». TI ministro ha anche prospetta�to la tendenza di un caso ogni 10.000 test, una trentina all'an�no, in animali ad altissimo ri�schio «oltre i 30 mesi». Ma qui, nella serata fredda e affollata davanti all'allevamento di Osval�do e Gabriele Mantovani, non si contestano queste cifre. Ci si indigna per la notizia diffusa prima ancora dei test più sofisti�cati, i cui risultati forse si cono�sceranno soltanto la prossima settimana. Beffa nella beffa è che la povera vacca avrebbe potuto infischiarsene dei controlli e conti�nuare a produrre latte, come le altre 160 di queste stalle, se non fosse inciampata e caduta spez�zandosi un femore nel giorno del suo quinto compleanno. Ha ago�nizzato nell'allevamento, perché i macelli erano bloccati. Quando è morta, il 3 febbraio, le è stato fatto un prelievo e poi l'hanno spedita all'inceneritore. Non si sanno né nome né numero. Ma, spiega Marco Crovetti, presidente della Prolat Lombardia (800 soci), la mucca sospetta «era nata il 26 gennaio 1996 in questo allevamento, da madre anche lei nata qui». Come era nutrita? «Foraggio dell'azien�da, farine e integratori acquistati sul mercato». Da quali ditte? «C'è una privacy. Non posso dirlo». Da un allevamento di Mantova il test «non negativo» I proprietari: «Forse quell'animale non è uno dei nostri» Nella foto grande, l'allevamento di Marmirolo, nel Mantovano, dove si sospetta possa esserci un secondo caso di encefalopatia spongiforme bovina Non vogliono invece dire nul�la i due cugini Mantovani, Osval�do, 50 anni, e Gabriele, di 35. Consegnano però un breve testo a Crovetti: «Questo pomeriggio ci è stato comunicato che è risultato "non negativo", a segui�to di un test rapido sulla Bse, un animale che si presume essere uscito dalla Azienda Agricola co�me carcassa, 15 giorni fa». Come sarebbe a dire che «si presume» uscito da qui?. La risposta è ancora nel comunicato; «Dopo il decesso è stato fatto un solo prelievo da parte dell'Asl compe�tente senza lasciare all'azienda alcuna possibilità di contropro�va. La carcassa è stata inviata all'inceneritore senza cos�dare modo al produttore di verificare il fatto che l'analisi risultata non negativa corrisponda all'anima. ' le dell'azienda». Come dire: semprechè arrivi conferma dell'infezione, può dar�si che la povera frisona dalla gamba rotta fosse sana e, invece, se ne stia serena in qualche lontana stalla una sua simile malata e data in buona salute. Un po' come negli ospedali quan�do si scambiano due radiografie o due esiti di prelievi di sangue. Nell'impossibilità, ormai, di an�dare a controllare questa even�tualità, «la famiglia Mantovani, molto turbata e sorpresa, è consa�pevole di aver sempre lavorato con serietà e correttezza e nel pieno rispetto della normativa vigente». E di questa notizia cos�tempe�stiva data dal ministro che cosa pensate? È sempre Crovetti a rispondere: «È falso allarmismo ingiustificato. Tutta la questione è mal gestita, è cattiva informa�zione nei confronti dei consuma�tori». Poi, alla fine, l'attacco più duro: «Ci sono sotto altri interes�si». Quali? «Ragionateci, siete giornalisti». Appunto, facciamo le domande. «Sono interessi poli�tici ed economici. Si vogliono agevolare politiche a livello co�munitario che hanno in progetto la morte della zootecnia italia�na». E perché? «Per agevolare quella di altri paesi. In Gran Bretagna con 180 mila casi non si è abbattuta ima mandria. Qui si agisce indiscriminatamente senza sapere che cosa si fa. Qui si dimentica che la Bse è malattia singola, non da epidemia». 1 Arrivano a portare solidarietà esponenti dei Cospa (comitati spontanei allevatori) e dei Coba (comitati di base allevatori). E Cauzzi, in attesa della si presu�me simbolica «licenza di uccide�re», entra a confortare gli amici: «due guerrieri del latte, in prima linea nelle proteste a Roma e Linate». E conclude: «Provengo�no da sudore e sacrifici. Non lasceremo che vengano rovinati. Su tutto il fronte mucca pazza si annuncia battaglia dura».

Persone citate: Cauzzi, Crovetti, Franco Cauzzi, Gabriele Mantovani, Mantovani, Mantovano, Marco Cro

Luoghi citati: Gran Bretagna, Lombardia, Mantova, Marmirolo, Roma