A caccia del vero Hannibal di Maurizio Molinari

A caccia del vero HannibalA QÙANTieO^NELL'EAST VIRGINIA A caccia del vero Hannibal Gli agenti Fbi seguono regole ferree reportage Maurizio Molinari inviato a NEW YORK GLI agenti del Fbi (Jodie Poster nel film «Il silenzio degh innocenti» e Julianne Moore nell'ultimo uscito «Hannibal»), danno una caccia senza tregua al demoniaco ed imprendibile cannibale, inter�pretato da Anthony Hopkins, sono poliziotte della squadra speciale anti-serial killer: la stes�sa che si vanta di riuscire ogni anno a scoprire l'ottanta per cento degli autori di circa seicen�to omicidi classificati come «Unsub», ovvero firmati da un «Unknown subject», un individuo che non è conosciuto dalla propria vittima. La struttura del Fbi che inse�gue i serial killer ha al suo centro la «Squadra Profili», uffi�cialmente denominata «Centro nazionale di analisi della violen�za criminale», di base a Marina Base, Quantico, nell'East Virgi�nia. E' a questa «Squadra» che spetta il compito di raccoghere ogni indizio possibile per dise�gnare l'identikit dei mostri del crimine, cominciando spesso so�lo dall'autopsia del corpo sfigura�to di ima vittima o dagli oggetti recuperati sulla scena del delit�to. Per questi agenti Fbi il lavoro non manca mai, spesso ne viene richiesto l'intervento in occasio�ne di complesse indagini intema�zionali: furono proprio loro ad essere chiamati dalla magistra�tura italiana per assistere gli inquirenti che davano la caccia al Mostro di Firenze nei boschi della Toscana. Il numero esatto degh specia�listi che compongono la «Squa�dra Profili» è top secret ma di loro si ora oramai quasi tutto. Non sono né psicologi, né tanto�meno psichiatri: la maggioranza ha studiato all'Università neUe facoltà di Scienze Sociah ed ha alle spalle anni di attività dura investigativa. La loro arte è la conoscenza non della medicina ma dei comportamenti umani. L'abilità non è nell'indovinare la malattia di cui soffre il serial killer ma quale sarà la sua prossi�ma mossa. Prevedere il delitto può significare salvare la vita ad una possibile vittima. Questi super-agenti hanno una tradizio�ne ferrea: non si recano mai sulla scena del delitto per non rimanerne condizionati dall'am�biente lasciato dal criminale ma raccolgono ogni elemento possibile per cominciare a dise�gnare il profilo del criminale. E' un lavoro di precisione che ri�chiama molto la composizione dei tasselli di un mosaico. Alla definizione di serial killer si arriva infatti non subito, ma lentamente, per gradi: si tratta di una persona che «non cono�sce» la vittima al momento del delitto e che, nel tempo, ripete lo stesso tipo di delitto, a volte usando con Io stesso metodo altre perfezionandolo. Due le maggiori classificazio�ni che guidano l'azione del Fbi: i serial killer possono essere «or�ganizzati» o «disorganizzati». I Drimi agiscono con una rnetodoogia scrupolosa pei che temono di perdere il controllo delie loro azioni, i secondi entrano in azio�ne contro la vittima designata quando perdono il controllo, Tut�ti i dati ielativi ad omicidi rima�sti senza soluzione vengono da oltre vent'anni immagazzinati in un mega-computer che, se�guendo un programma di elabo�razione dati appositamente sudiati, aiuta gli agenti del Fbi ad individuare le similitudini fra diverse azioni e comportamenti. La «Squadra Profili» è operati�va dall'inizio degli anni Sessanta e nacque per mèrito ed iniziati�va di un giovane agente di polizia di San Leandro, Califor�nia. L'agente Howard D. Teten restò in servizio nel Fbi dal 1962 al 1969 e fu lui il primo istrutto�re dei cacciatori di serial killer. Al Marina Base di Qualifico le sue frasi sono scritte nei manuali e scolpite nella memoria di ognuno. L'istruttore Teten sole�va soprattutto soffermarsi coi propri allievi sull'importanza de�gli insegnamenti ricavati dalla lettura delle indagini di Sherlock Holmes, enunciando due principi che ancora oggi sono alla base dello svolgimento delle indagini. Primo: «La cosa più ovvia è probabilmente quella corretta». Secondo: «Se si esclu�de ogni altra probabilità, quella che rimane è la cosa giusta».

Persone citate: Anthony Hopkins, Jodie Poster, Marina Base, Moore, Sher, Teten

Luoghi citati: Firenze, New York, Toscana