Greenspan: frenata temporanea La Fed è pronta a tagliare i tassi di Franco Pantarelli

Greenspan: frenata temporanea La Fed è pronta a tagliare i tassi Il Governatore è meno pessimista, ma rivede al ribasso le previsioni di crescita Usa: dal 3,25-3,7596 al 2-2^ Greenspan: frenata temporanea La Fed è pronta a tagliare i tassi Franco Pantarelli NEW YORK E' come quando si rompe una diga: l'acqua che fluisce si porta via non solo i detriti ma anche «le certezze e l'euforia che si erano accumulate in preceden�za». Questa è l'immagine cui è ricorso Alan Greenspan uno uomo che con le immagini alate non ha molta frequenza per descrivere la situazione economi�ca americana. Parlando davanti al Congresso, nel tradizionale rapporto semestrale, ha descrit�to im'economia «molto prossima a fermarsi», con consistenti «ri�schi di ridimensionamento» (ma non in recessione) e ne ha attribu�ito la responsabilità al comporta�mento «irrazionale» del pubbh�co, che ha perso fiducia e spende dimeno. Ma oltre a ciò Greenspan ave�va in serbo anche una sorta di delusione per i parlamentari re�pubblicani che lo stavano ascol�tando e che nei giorni scorsi si erano tutti eccitati all'idea che si potesse combattere la minaccia di recessione con i tagli alle tasse annunciati dal loro presidente George Bush. «Se ci sarà una recessione, ed io devo dire che non c'è ancora, è molto improba�bile che la politica fiscale possa bloccarla», ha detto, il che costi�tuisce o una marcia indietro rispetto a ciò da lui stesso detto pochi giorni fa, quando lodò l'ini�ziativa di Bush, o che i tagli alle tasse li considera un'iniziativa a sé stante, importante magari per altri aspetti ma non come ele�mento di lotta alla recessione. Il problema comunque è «perché» si è arrivati a questo e Greenspan come risposta ha solo quella della «irrazionali�tà» del pubblico. «L'imprevedi�bilità dell'andamento della fi�ducia è una delle ragioni per cui le previsioni economiche sono cos�difficili», ha sostenu�to, specie per un modello econo�mico come quello americano che «non è mai stato particolar�mente brave nel percepire pro�cessi provocati in gran parte dai comportamenti irrazionali». Comunque, razionale o irra�zionale che sia, il processo va affrontato e Greenspan ha pro�messo «la massima aggressivi�tà», il che può,voler dire una sola cosa: un'ulteriore abbassa�mento dei tassi di interesse perché, come disse il 3 gennaio quando quel tasso fu ridotto repentinamente di un punto percentuale (la mossa più «drammatica» di Greenspan in tutti i 13 anni che ha trascorso alla guida della Federai reser�ve), «a questo punto il pericolo della recessione è superiore a quello dell'inflazione». In fon�do neanche l'aumento del co�sto deh'energia, ha detto Green�span in quello che è stato forse l'unico aspetto positivo cui si è riferito, non sembra avere inci�so troppo sull'inflazione. La riduzione dei tassi, quindi, se l'aspettano tutti e il «dibatti�to», per cos�dire, è solo sui tempi e i modi: verrà annuncia�to all'improvviso, senza aspetta�re neanche il normale meeting del comitato della Federai Reser�ve, come avvenne appunto il 3 gennaio, o sarà deciso durante il meeting di marzo, magari decre�tando mezzo punto in quell'occa�sione e un altro mezzo punto a -maggio, come sostiene per esem�pio David Jones, della Aubrey G. Lanston? Il mercato, natural�mente, ha subito reagito alle parole del gran santone. I guada�gni non straordinari che erano stati realizzati fino a quel mo�mento nei vari indici sono stati rapidamente rimangiati con un andamento che vedeva quattro titoli abbassarsi per ogni tre che salivano. Alla fine, l'indice Dow Jones dei trenta principali titoli industriali è andato a. chiudere in calo dello 0,400Zo, mentre il Nasdaq ha ceduto un altro -2,490Zo. Poteva andare peggio, se si considera la gravità delle parole di Greenspan, ma la cosa si spiega con il fatto che la «promessa» di un'ulteriore ridu�zióne dei tassi è comunque ima buona notizia per molti operato�ri, specie quelli più votati alla speculazione. La linea di fondo del discorso di Greenspan, comunque, è quel�la dei «numeri dello sviluppo». L'economia americana quest'an�no avrà ima crescita che andrà dal 2 al 2,5 per cento (contro il 3,25-3,750Zo indicato nel luglio 2000) ed anche la disoccupazio�ne avrà un aumento, lieve, di mezzo punto, ma è la prima volta che succede in quasi un decennio. Naturalmente ora comince�ranno le considerazioni più diret�tamente «politiche». Se infatti i numeri sono questi, l'incremen�to su cui sono stati basati i calcoli per i tagli alle tasse si dimezzar Riuscirà ancora Geor�ge Bush a rimettere nelle tasche ' dei contribuenti (in gran parte ricchi) quei 1.600 milioni di dolla�ri in dieci anni che ha promesso? «Se ci sarà recessione è molto improbabile che la politica fiscale possa bloccarla» «L'imprevedibilità della fiducia del pubblico alla base della crisi» Il presidente della Tederai Reserve, Alan Greenspan

Luoghi citati: New York, Usa