«Bush spieghi a Putin le parole della Rice»

«Bush spieghi a Putin le parole della Rice» «Conosco Condoleezza: è simpatica, ma deve capire che è impossibile tornare al passato» «Bush spieghi a Putin le parole della Rice» L'accademico Arbatov: non siamo l'impero del male AnnaZafesova MOSCA Georgij Arbatov. da 30 anni nuota con disinvoltura nelle acque agitate delle relazioni russo-americane. Con�sigliere del Cremlino dai tempi di Krusciov, il direttore dell'Istituto per gli Usa e il Canada dell'Accade�mia delle Scienze conosce anche il nuovo team della Casa Bianca: «Con�doleeza Rice è simpatica, mi ha fatto piacere che gh afroamericani posso�no assumere incarichi come il suo». Parole di elogio anche per Powell: «Intelligente, uomo di capacità stra�ordinarie». Saranno loro i protagonisti di una nuova guerra fredda che vedrà il ritomo della ((minaccia Russia», come ha dichiarato re�centemente in un'intervista pubblicata anche da «La Stam�pa» il Segretario alla sicurezza nazionale Usa? «Bisogna innanzitutto capire se si tratta dell'opinione personale di un altolocato funzionario, o se è la posizione dell'amministrazione Bu�sh. Nel primo caso non merita dibat�titi, ma allora Powell e lo stesso Bush devono far capire che si tratta di un'opinione personale. Poi si tratta di vedere se vorranno tollerare un Sepstario alla sicurezza che fa simi�li uscite, ma questo è un loro affare intemo.» E se non fosse così? «Certo, si può trasformare la Russia di nuovo in una minaccia, non è difficile. Gh americani sanno come farlo e lo stanno facendo. E' triste se l'America sente nostalgia per i tempi nei quah aveva un nemico. Non porterà a nulla di buono, innanzitut�to ijer l'America stessa. Essendo una donna, seppur giovane, la Rice deve capire: si può fare il lifting per mostrare 20 anni di meno, ma in politica è impossibile tornare nel passato.» Dove avverrà lo «scontro di interessi» tra Russia e Usa, che profetizza la Rice? «Dipende da come gli Usa considere�ranno i loro interessi. Se vorranno inglobare nella Nato tutti i Paesi dell'ex Urss, sarà scontro. Lo stesso vale per la difesa antimissilistica Usa. La parola "difesa" è un eufemi�smo: con un tale scudo si può attacca�re impuniti.» Gh Usa parlano di minacce da parte di «Stati-canaglia». «L'ultima cosa che potrebbe fare uno Stato-canaglia è lanciare un missile contro gh Usa. Innanzitutto bisogna costruirlo...» La Rice diceche saranno i russi a fornire la tecnologia. «Non gliela forniranno. Sarebbe mol�to più facile mandare un terrorista con due -iligie nucleari a New York, e non verrebbe intercettato. E poi; in un mondo spaccato e armato un Paese-canaglia si sente più a proprio agio.» Mosca per ora reagisce con cal�ma, anche se-oggi l'omologo russo della Rice, Ivanov, ha chiesto «spiegazioni». ((Reazione saggia. Se io fossi il mini�stro degli Esteri porrei la questione a Putin perché lui interroghi Bush su come interpretare le parole della Rice.» A Mosca parte dell'establish�ment ha tifato per Bush, per�ché considera i repubblicani un partner «comodo». ((Abbiamo sempre più gente ingenua in giro, anche ignorante. Il progresso maggiore che i russi hanno avuto con gli Usa è stato proprio con un democratico, Roosvelt. Il Cremlino -ha avuto un buon interlocutore in Nixon, ma non perché fosse repubbli�cano, piuttosto perché non era stupi�do e si era circondato di persone intplligenti. Si rendeva conto che, per uscire dalla crisi del Vietnam, doveva normalizzare le relazioni con l'Urss. Ma poi abbiamo avuto un repubblicano come Reagan, che par�lava delT'impero del male" e spinge�va la corsa al riarmo». Qualcuno ha interpretato le parole della Rice come un tenta�tivo di allontanare gh europei dalla Russia. «L'Europa è una fonte di preoccupa�zione per gh Usa. Non penso però che una nuova guerra fredda possa far comodo agh europei. Quando preparavo gli accordi sul disarmo di Gorbaciov i militari obiettavano che bisognava conservare nell'Europa Centrale una grossa forza sovietica per intimidùe gli americani che ave�vano collocato laggiù le loro basi. Voghamo ritornare a quel modo di gestire le faccende intemazionah?» Il russo Georgij Arbatov