Rai, torna il «Satyricon» della discordia di Maria Grazia Bruzzone

Rai, torna il «Satyricon» della discordia Rai, torna il «Satyricon» della discordia La Vigilanza convoca Zaccaria e Capponper «Domenica In» Maria Grazia Bruzzone ROMA Natascia, la rockstar regionale dell'«Ottavo nano», ieri sera ha fatto omaggio di uh reggiseno rosso a Mario Landolfi. Un richiamo fugace agli shp di Anna Falchi che suscitarono le rimostranze del presidente della commissione parlamentare di Vigilanza. E un modo per solidarizzare con «Satyricon», colpito pesantemente-con «Domenica in» dagh strali di An, arrivata ad esortare gh abbonati Rai a non pagare più il canone. Dopo le polemiche sullo sketch maleodorante, il programma di Daniele Luttazzi alla fine non è stato affatto sospeso dai vertici Rai e va in onda stasera come sempre. «Avrà toni alti», annunciano in viale Mazzini. Senza sbilanciarsi troppo su trovate e battute. Si sa solo che ospite politico di turno dovrebbe essere Massimo Cacciari. Luttazzi, a dire il vero, ha invitato a «Satyricon» Silvio Berlusconi e Francesco Rutelli, ma i due candidati premier continuano a nicchiare e lui non si capacita di tanta cautela. «L'uno o l'altro, quando saranno eletti, dovranno incontrare Bush, Arafat: e hanno paura di me?». Non sarà sospeso nemmeno «Un pugno o una carezza», la trasmissione di Alda D'Eusanio entrata nel mucchio di queUe criticate come «volgari» anche dalla Chiesa. «I "reality show" piacciono al pubblico e costano poco, non possiamo lasciarli a Mediaset», ha detto Agostino Sacca, ex direttore di Raiuno e ora a capo del marketing strategico della Rai. Tutto in onda regolarmente dunque. Ma la nuova tempesta che si è abbattuta sul servizio pubblico non accenna a scema�re di intensità. Ieri a protestare sono stati i radicali, sia pure per motivi opposti a quelli della destra. Anzi, l'obiettivo del sit in davanti a San Macuto, dove ha sede la commissione di Vigilanza, era l'onorevole Landolfi (An) più che la Rai stessa. Alla tv di Stato, anzi al direttore di Raiuno, i radicali imputano l'aver invitato Carlo Conti a scusarsi in pubblico dopo il rap alla droga a «Domenica in» e chiedono «se la Rai sia ufficialmente proibizionista». A Landolfi imputano «l'operazione ipocrita e diversiva» dei due Poh, ma in particolare della Casa delle Libertà, che auspica un'informazione «senza escrementi e senza marijua�na» ma discriminatoria (nei loro confronti). Il messaggio pare essere stato recepito. Tanto che Landolfi, nell'annunciare non una ma una, serie di audizioni dei vertici Rai davanti alla Vigilanza parla�mentare su gestione deh'azienda e programmi, ha precisato che si parlerà anche di «attuazione del pluralismo», per le molte segnalazioni giunte, «non ultime queUe della lista Bonino». Intanto, dopo il naufragio del disegno di legge 1138, alla Camera cade anche l'ultima possibilità di modificare le leggi in vigore che impediscono agh operatori di telecomunicazioni da un lato, agh editori di carta stampata dall'altro, di fare televisione. L'idea della ipaggioranza era di inserire due distinti emenda�menti nel decreto sull'emittenza locale, ma il Polo è insorto, minacciando barricate. «Sono norme che stravolgono il settore perché servono all'acquisto di Tmc da parte di Telecom e a far entrare gh editori nelle televisioni», ha spiegato Paolo Romani di FI, aggiungendo di essere d'accordo sul contenuto, ma non sul modo e la forma. In realtà il primo emenda�mento era già stato dichiarato dal presidente Violante «non ammissibile» col contenuto del decreto. Mentre restava in campo quello sugh editori, difeso dai Ds che sostenevano che «tanto ora come ora non sarebbe cambiato nulla» mentre insorgeva Beppe Giulietti «l'opposizione furiosa del Polo dimostra la persisten�za del conflitto di interesse che induce il centrodestra a difendere a oltranza il duopolio». In conclusione. Violante ha tolto le castagne dal fuoco, dichiarando inammissibile anche il secondo emendamento. Oggi lo scontro continua sui canah digitali, sperimentali dal 2002. Il governo li vorrebbe aperti a nuovi soggetti, contrario invece il Polo. Ed è scontro sugli emendamenti alla legge sulTeditoria Il Polo si oppone « Cercano solo di permettere a Telecom di comprare Tmc»

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