«Il mio piano per il Fisco» di Fabio MartiniBruno Vespa
«Il mio piano per il Fisco» IL CONFRONTÒ A DISTANZA TRA I LEADER DELLE DUE COALIZIONI «Il mio piano per il Fisco» Rutelli: con il Polo fuori dalla Uè ulivo Fabio Martini Inviato a BOLOGNA LA porta del treno si schiude sulla solita folla plaudente, sul predellino Francesco Ru�telli sta per ripetere il solito sketch («ciao, ciao, ciao!»), ma un ferroviere gli passa un cap�pello rosso da capostazione e il Candidato non ci pensa due volte: se lo infila. Giusto il tempo di essere fotografato, di essere ripreso dalle telecamere e di dire: «E' sempre stato un sogno dei bambini fare il capo�stazione, un mestiere che riassu�me tante cose belle...», alla fac�cia di Berlusconi che lo aveva sfottuto e che forse si è pentito di quella battuta. Ogni giorno r«Ulivo Express» produce un RuteUi-show: l'uomo che non è privo di senso dello spettacolo si inventa quotidianamente tm «numero» più o meno riuscito, una battuta, un messaggio per tg e giornali, oppure come è capitato ieri lancia una propo�sta politica, ima promessa su questioni concrete. E così, ieri Rutelli si è impegnato a ridurre «gradualmente la pressione fi�scale sotto il 4036 nei prossimi cinque anni», ma soprattutto ha promesso di abolire tasse «fasti�diose» a cominciare dall'«impo�sta di registro sulle abitazioni, sulle auto e sulle moto», che «costerà» «alcune migliaia di miliardi». Ma come spesso gli capita da una decina di giorni, Rutelli ha speso quasi tutte le sue energie dialettiche nel dipin�gere un quadro quasi apocalitti�co delle proposte del Polo, in questo caso in materia fiscale: «Berlusconi ha proposto di ridur�re la pressione fiscale al 350Zo», ma questo obiettivo, secondo Rutelli, si potrebbe raggiungere in due modi: «uscendo dall'Euro�pa e portando l'Italia nella ban�carotta», oppure «si taghano le pensioni, si tagliano gli stipendi, si taglia la sanità». E alla fin fine è proprio que�sto il messaggio-forte di Rutelli. Il candidato e i plenipotenziari dell'Ulivo sanno benissimo che le campagne elettorali si vinco�no (0 si perdono) quasi unica�mente facendo leva sulle paure consce e inconsce della gente. E dunque Rutelli comincia ad av�vertire gli italiani: attenti per�ché con Berlusconi rischiate di perdere alcune solide certezze. E' tanto vero questo che Rutelli, sia pure a mo' di esempio, ha detto: «Se Berlusconi licenzias�se in tronco un milione di dipen�denti pubblici lo Stato risparmierebbe 68.000 miliardi e dico questo solo per dare un'idea dell'assurdità di queste cifre». Da venerd�fino a ieri pome�riggio, Rutelli ha visitato Trie�ste, Treviso, Padova, Venezia e ha lambito Gorizia, Udine, Bellu�no, Castelfranco Veneto, Conegliano, cioè una delle zone più floride del Paese e anche una delle aree politicamente più osti�li all'Ulivo. Tempo perso, come sostiene Renato Mannheimer? Rutelli non lo ammetterebbe mai anche se lo pensasse, ma ieri pomeriggio il candidato ha voluto fare un piccolo gesto simbolico. Ha illustrato le sue proposte fiscali (con contestuale attaccò al Polo) proprio mentre il treno varcava il confine tra Veneto ed Emilia. Ha convocato i giornalisti nella sua carrozza e mentre il treno attraversava il lungo ponte che collega le due sponde, Rutelli ha voluto esor�cizzare il bossismo con una battuta: «Salutiamo il padre Po...». E nella conferenza stam�pa, oltre a spiegare le sue propo�ste peraltro in gran parte già note e passare al microscopio quelle del Cavaliere, si è lasciato sfuggire una mezza battuta sui rapporti Confindustria-Berlusconi. Al cronista dell'Ansa che gli chiedeva quale potesse esse�re il gradimento di Confindustria per la ricetta fiscale del Polo, Rutelli ha risposto: «Biso�gna chiedere a loro. Ma quando prospetti questi dati... i conti li sanno fare tutti, soprattutto chi vive sui propri conti». Oramai la campagna elettorale sta entran�do nel vivo, Rutelli ha deciso di non lesinare colpi nell'etichettare gli avversari. E cos�dopo «Bossi come Haider», dopo Gentilini come Hannibal, ieri Rutel�li si è lanciato in un parallelismo molto indiretto, ma anche un po' hard. In una saletta della stazione di Verona, Rutelli sta�va parlando ad un gruppo di ferrovieri: «Mi pare che sia sta�to Goebbels a dire la frase: calunniate, calunniate, qualco�sa resterà. Berlusconi invece pensa: chiacchierate, chiacchie�rate, qualcosa resterà!». Ieri se�ra il treno è arrivato a Bologna e una banda ha accolto il treno suonando l'Inno di Mameli, «Ro�magna mia» e spiritosamente anche «La società dei magnaccionh. L'EX SINDACO «Abolirò i balzelli fastidiosi come l'imposta di registro su auto abitazioni e moto Con la ricetta del Cavaliere osi fa bancarotta osi tagliano le pensioni, gii stipendi e la sanità» IL CAVALIERE «Democrazia Europea rischia di non prendere nemmeno un seggio, darle il voto è inutile come starsene a casa. La Lega? Avrà 43-44 collegi e non tutti sicuri» Il treno di Francesco Rutelli (a sinistra) ieri ha fatto tappa a Bologna Silvio Berlusconi (a destra) è tornato da Bruno Vespa a «Porta a Porta»
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