«Non voglio crederci»
«Non voglio crederci» «Non voglio crederci» Ilpadre: ora trema e chiede scusa la famìglia Giovanni Cerniti MILANO IL signor Carmelo toma a casa alle otto di sera, gli stessijeans e lo stesso giub�betto dell'alba, quando era uscito per andare al cantiere e aveva dato il solito bacio a Monica. L'ultimo. Cinque ore più tardi era all'obitorio di Niguarda, davanti alla figlia con gli occhi chiusi e il collo nascosto da un cerotto. Ora il signor Carmelo, sotto il palaz�zone di via Picasso 26, vede le luci accese, le finestre aperte e sente i telegiornali che parla�no di Roberto che l'ha ammaz�zata. «Non so cosa dire, non so cosa fare, non voglio credere che sia successo». Non piange. Gli occhi invocano discrezio�ne. Si tiene stretta la moglie Carmen e sale al terzo piano. Lo aspettano le altre due fi�glie. Staccherà il telefono. Anche il signor Enrico toma a casa a quell'ora, ma il telefo�no l'aveva staccato a mezzo�giorno, quando l'avevano chia�mato dal commissariato di Sesto San Giovanni. Ha passa�to la vita nei Carabinieri, ades�so è in pensione, e sa come ci si deve comportare in questi ca�si, quando il figlio ha ammaz�zato la fidanzatina e i cronisti cominciano a girare sotto ca�sa, qui accanto all'autostrada per Venezia. Roberto, il figlio, fino alle cinque del pomerig�gio è rimasto in Commissaria�to, il padre e il fratello Daniel nella stanza accanto, a raccon�tare la sua furia, a tremare e piangere dietro gli occhiali, a domandare scusa come i bam�bini, a sussurrare «Monica ti amerò per sempre». «No, non conosco i genitori di quello lì, non li ho mai conosciuti», dice il signor Car�melo. Roberto è appena «quel�lo lì», non una parola di più. Roberto che se ne esce dal Commissariato di via Fiume protetto come il più feroce dei serial killer, un giaccone bian�co che lo copre e una poliziotta sopra, non si sa mai che un fotografo abbia il clic fortunato. «Ricordate che questa è una storia di minorenni», im�plora Walter Favini, il commis�sario. Per gli assatanati ci sarebbe Daniel, il fratello. Ma pure lui se ne andrà sotto concitata scorta, con la Volan�te che tampona un'auto par�cheggiata. «Questa volta noi non c'entriamo, vero?», si af�faccia il garzone della Macelle�ria Islamica. L'Istituto Erasmo da Rotter�dam è in fondo a viale Italia, che una volta segnava il peri�metro della Ercole Marelli. I ragazzi di Sesto, di Cinisello, Bresso, Cologno Monzese, di tutta questa enorme periferia di Milano, lo conoscono bene. Quasi tutte ragazze. Sul can�cello nero un volantino: «Grup�po pop-rock cerca cantante. Telefonare a...». Sui muretti di mattone le scritte da osteria, «Patrizia allarga le gambe» sembra la più recente. Di fronte, fanno buona guardia i faccioni di Rutelli e Berlusconi. All'una, quando hanno saputo che Mo�nica è morta, i bidelli sono andati a comprare un mazzo di rose rosse e l'hanno lasciato lì, nel cortile, dov'erano rima�sti il sangue, il coltellino e il giubbotto nero e strapazzato di Monica. Quando scende il buio il mazzo di rose non c'è più, quasi a voler cancellare le tracce, rimuovere, dimentica�re in fretta. I professori sono riuniti in un'aula al piano terra, c'è il preside Egidio Simeone che ha appena parla�to con il ministro De Mauro. Che fare, oggi? Cosa dire ai ragazzi? Come ricordare Moni�ca senza dimenticare Roberto? Proprio davanti all'Erasmo da Rotterdam c'è la fermata del bus che porta a Cinisello, Mo�nica lo prendeva tutti i giorni alle due per tomare in via Picasso e aiutare le due sorelli�ne con i compiti. Alla fermata, fino a sera, si danno il cambio compagne e compagni di scuo�la: «Volete vedere dove è suc�cesso? Ecco, l�dietro l'angolo c'è il cortile, e vicino ai gradi�ni di quelle scale lui ha comin�ciato a strattonarla.». «No, ha cominciato lei». «No, guarda che è stato Roberto, e si è fermato solo perchè dopo la prima coltellata gli sono cadu�ti gli occhiali». «Sì, è vero, li cercava in mezzo al sangue di Monica». «Poi li ha rimessi, l'ho visto, ed è scappato diret�to ai cessi». E alla galera.
Persone citate: Berlusconi, Bresso, De Mauro, Egidio Simeone, Ercole Marelli, Rotter, Rutelli, Walter Favini
Luoghi citati: Milano, Rotterdam, Sesto, Sesto San Giovanni, Venezia
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