Tastiera rossa la trionferà di Paolo Mastrolilli

Tastiera rossa la trionferà Il fenomeno degli «hackers»: sono capaci di imprese estreme, ma in che consiste la loro attività? Tastiera rossa la trionferà Sta per arrivare in libreria, edito da Laterza, il saggio di Paolo Mastrolilli Hackers, i ribelli digitali. Il libro racconta la storia di un leader della comunità degli hackers americani, che si fa chiamare Emmanuel Goldstein. Il nome è chiaramente e significativamente falso: infatti è preso In prestito dal romanzo 1984 di Orwell. Li Goldstein era il rivale del Grande Fratello. Il libro di Mastrolilli cerca di definire il fenome�no dei pirati informatici. Ne pubblichia�mo in anteprima la parte iniziale. Paolo Mastrolilli «Ti U devi avere le noci al posto del cervello, El Zorro! Chi diavolo ti assicu�ra che il tuo amico sia davvero un giornalista, e non un agente del'Fbi? Quésta conversazione in cui mi hai trascinato è una roba da idioti, e io ci do subito un taglio». Sono le dieci di venerd�sera, a New York, davanti allo schermo di uno dei computer più sofisticati della Columbia University. Mindscrew è davvero arrabbiato, e po�chi secondi dopo la sparata, il suo nome scompare dall'Ire (Internet Relay Chat), dove El Zoito era andato a pescarlo. Mi ci è voluta una settimana di trattative, per convincere il vice�preside della Facoltà di giornali�smo a darmi il permesso di portare un hacker dentro l'università e farlo giocare un poco con le nostre macchinette superveloci appena ar�rivate. Il vicepreside ha promesso di coprirmi, a patto che non salti in aria tutto il sistema digitale della Columbia, e questo è il risultato: come un telefono sbattuto in faccia ad uno scocciatore. Dopo il falli�mento del primo contatto Èl Zorro stacca gli occhi dal video, si volta verso di me con un sorriso ruffiano, e àpiega: «Ha ragione Mindscrew, non te la devi prendere. Sai, il rischio di finire dietro alle sbarre è serio, soprattutto ora che il gover�no ha deciso di darsi ima mossa contro il cybercrime. Ci vuole un po' di tempo per conquistare la fiducia dei miei amici. Io comun�que ho promesso di aiutarti con la tua tesi, e ti accompagnerò in questa foresta di pazzi eccentrici, fino a quando non ne caveremo fuori quello che cerchi. Intanto vuoi vedere qualche roba, tanto per capire cosa sappiamo fare?». Con tutto lo scetticismo possibi�le, mr avvicino per guardare di nuovo dentro allo schermo, mentre El Zoito picchietta sui tasti e ride soddisfatto. «Vedi questo buco nel sistema della tua università? C'è da mesi, e ancora non hanno fatto nulla per ripararlo. Poi se la prendono con noi hackers, quando entriamo sen�za bussare! [...] Ci dovrebbero rin�graziare, invece, perché scopriamo gli errori commessi dagli addetti alla sicurezza dei programmi, e quindi diamo la possibilità di cor�reggerli». [...] «Robe del genere continua El Zorro soddisfatto le faccjo solo per divertirmi, e restare allenato. Un paio di settimane fa sono entra�to nel sistema della Public Library, quella che sta all'angolo tra la Fifth Avenue e la 42a strada. [...] Bene, se avessi voluto, avrei potuto blocca�re l'intera distribuzione della bi�blioteca, in pochi istanti. Potevo cambiare tutte le chiavi d'accesso, mandandoli al manicomio. [...] Mi sono comportato da bravo ragazzo, e ho rispettato la mia etica di hacker. Però certe volte è bello vedere che hai il mondo in pugno». Naturalmente El Zorro non è il vero nome di questo proprietario autoproclamato del nuovo mondo digitale. Nella realtà, lui si chiama José Cordones e viene dalla Repub�blica Dominicanà. Gli agenti dell'Immigration and Naturalization Service lo definirebbero un «illegal alien». [...] «Ormai si lamenta Cordones, mentre violenta senza pudore il sistema della Columbia University ci hanno dipinti così, come se fossimo dei delinquenti. Ma solo gli ignoranti ci cascano. Quelli che vanno in giro per lo spazio ciberne�tico a fare danni sono i crackers, oppure i ladri e i terroristi di professione. Noi invece siamo gli hackers, e lavoriamo solo perché vogliamo conoscere il sistema, ed evitare che qualcuno usi i vantaggi dell'era digitale per diminuire a libertà delle persone». (...J «Io studio all'università pubbli�ca di New York, perché non ho in tasca i 30.000 dollari l'anno che tu spendi per stare alla Columbia. [...] Allora io devo arrangiarmi da solo e, parlando con i miei amici hac�kers, imparo quello che l'universitànon mi offre. [...] Poi tieni presen�te che sono anche un immigrato illegale, in attesa di ricevere i suoi documentiX..] Devo proteggermi in qualche modo, e il mondo underground degli hackers mi aiu�ta a difendermi». Sono passati almeno ven�ti minuti, da quando Mind�screw ci ha sbattuto in fac�cia il telefono cibernetico, scappando via dal salotto digitale delTIntemet Relay Chat, dove gli hackers ama�no incontrarsi e racconta�re le loro imprese. El Zor�ro, lavorando di pazienza mentre chiacchierava con me, lo ha recuperato. E ades�so i messaggi di Mindscrew sono tornati a brillare sullo schermo, con toni un po' più civili. «D'accordo, El Zorro, il tizio che ti sei portato dietro non è un agente delTFbi. Ma cosa diavolo volete da me?». Niente di speciale. Giusto qual�che novità sulle ultime incursioni, e qualche spiegazione su cosa vi spinge a rischiare la galera per il gusto di' scavalcare una password senza chiedere permesso.!...] Mindscrew, insomma, non scri�verà mai un testo universitario sulla politologia dell'hacking, per�ché lo guidano soprattutto l'istinto e la curiosità. Però non disprezza le motivazioni sociali del suo amico El Zorro. «Ho parlato con parecchie perso�ne come lui, che sostengono di avere una ragione politica per fare gli hacker. Li capisco, e credo che si comportino cos�soprattutto per�ché hanno la curiosità di sapere cosa succede nel loro paese; non perché vogliono far saltare il gover�no, organizzare un colpo di Stato, o diventare terroristi. [...] Non abbia�mo il desiderio di violare un compu�ter militare, e lanciare vai missile per gioco: quelle sono fesserie buo�ne per i film. Qualche terrorista vero potrebbe avere degli interessi diversi dai nostri, ma a quel punto non dovremmo più chiamarlo hac�ker». [...1 Adesso El Zorro mi guarda soddi�sfatto, e fa cenno di s�con la testa, mentre legge le ultime righe scritte da Mindscrew. Neanche lui, però, riesce a cavare qualche dritta sulle ultime imprese del suo amico. «Non sarai un agente dell'Fbi o del Secret Service risponde Mind�screw -, ma ora non ho vogha di parlare di queste cose. Magari ci possiamo incontrare durante uno di quegli incontri tra hackers che Emmanuel Goldstein oiganizza a Manhattan. Cos�ci troviamo dal vivo, e puoi capire meglio che tipo di gente siamo». «Zorro» e i suoi nemici I segreti, le paure e i trucchi dei «pirati della rete» E si scopre che non mirano a far saltare il sistema «Quella è roba buona per il cinema» tiera rossa la trionferà da Laterza, il kers, i ribelli di un leader americani, oldstein. Il vamente tito dal oldstein Il libro nome�blichia�Disegno d�MarkShaver. da . v ' «THe Stock lllustratìon Source» ' Menestrelli dell'on-line «ZorroI segrete i trdeiE snosa«Qpegttsmso i mtornati con toni«D'acti sei podelTFbime?». Nienche nove qualcspinge gusto dsenza cMinverà msulla pché lo ge la curimotivaEl Zorro«Ho ne comavere u Disegno d�MarkShaver. da . v ' «THe Stock lllustratìon Source» '

Persone citate: Emmanuel Goldstein, Goldstein, Mastrolilli, Orwell, Paolo Mastrolilli, Public, Secret

Luoghi citati: Columbia, El Zor, El Zorro, Manhattan, New York