La scure di Bush sui missili Usa

La scure di Bush sui missili Usa La scure di Bush sui missili Usa Tagli per fare accettare lo scudo stellare Andrea di Robìlant corrispondente da WASHINGTON George W. Bush lascia intravede�re la traccia di un possibile com�promesso per disinnescare la gran�de bufera diplomatica scoppiata attorno alla sua decisione di proce�dere alla costruzione di imo scudo missilistico. Ieri il Presidente ha ordinato un ampio e urgente riesa�me dell'arsenale nucleare america�no. Secondo il Pentagono questo sarebbe il primo passo verso una riduzione accelerata e unilaterale di migliaia di missib intercontinen�tali ancora dispiegati, dieci anni dopo la fine della Guerra Fredda. Bush spera che mostrandosi deciso a ridurre drasticamente l'arsenale nucleare americano riu�scirà ad ammorbidire le reticenze europee e la forte opposizione di Russia e Cina all'idea dello scudo anti-missile. Fonti dell'ammini�strazione spiegano che Bush vuole muoversi rapidamente verso una nuova dottrina strategica che non sia più basata esclusivamente «sul�l'equilibrio del terrore». , In realtà quella dottrina è anco�ra in stato di elaborazione. E l'amministrazione non ha nemme�no deciso che tipo di difesa missili�stica vuole costruire. Ma sull'in�tenzione di procedere, a prescinde�re da ciò che pensano le altre potenze intemazionali, la Casa Bianca non lascia alcun dubbio. «Andremo avanti perché è la cosa giusta per noi», ha detto ieri il segretario di Stato Colin Powell. «Non è arroganza da parte nostra. Piuttosto, voghamo far capire con chiarezza la forza della nostra posizione. Ascolteremo cosa gh altri hanno da dire. Ma non ci lasceremo portare fuori strada». L'indagine ordinata da Bush è stata affidata a Andrew Marshall, un noto analista del Pentagono, che dovrà consegnare un rapporto preliminare sullo stato dell'arsena�le nucleare americano già la setti�mana prossima. Ma i generali americani non vedono di buon occhio l'idea di ridurre i missih oltre ima certa soglia. Ed è possibi�le che l'iniziativa del Presidente faccia crescere il malumore tra le forze armate, già deluse per il mancato stanziamento di fondi urgenti promessi da Bush durante la campagna elettorale. Nel 2000 gh Stati Uniti erano dotati di 7519 testate nucleari installate su missih, sottomarini e bombardieri (la Russia ne ha circa 6400). Gh accordi attuali prevedo�no di ridurre gh arsenali a 3000-3500 testate per parte. E nel 1997 BUI Clinton e Boris Eltsin siglarono un accordo per un'ulte�riore riduzione a 2000-2500 testa�te neU'ambito deUo Start III (che rimane da definire). Alla Casa Bianca dicono che Bush sarebbe disposto a ridurre l'arsenale americano perfino al di sotto di queUa soglia, e a farlo umlateralmente. In cambio spera di convincere i russi ad accettare la revisione del trattato Abm (1972), sul quale ha poggiato la strategia deUa deterrenza per qua�si trent'anni. Il trattato vieta la costruzione di sistemi di difesa anti-missih e U nuovo capo del Pentagono, Donald Rumsfeld, ha detto che fa ormai fa parte deUa «storia antica» e va cambiato. Ma prim'ancora di convincere europei, russi e cinesi, Bush deve convincere i suoi generali ad accet�tare una riduzione cos�drastica deh'arsenale nucleare americano. E difficilmente riuscirà a farlo se prima non elaborerà una convin�cente dottrina strategica e un chia�ro percorso per la sua attuazione. Il segretario alla Difesa Donald Rumsfeld, in prima linea nei tagli militari Usa

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