Il manager logorato dagli «altri»

Il manager logorato dagli «altri» LE DIMISSIONI IMPROVVISE «TROPPE INTERFERENZE, NON POTEVO RESTARE AL MIO POSTO) Il manager logorato dagli «altri» L'Iti, il Tesoro, la Curia: un lungo assedio retroscena Augusto IVlinzolini ROMA IN queUa stanza al settimo piano del palazzo di viale Mazzini, subito a sinistra dopo l'ascensore, si è recato anche ieri aU'alba, aUe 6 e 45 del mattino, un'abitudine che in questi anni aUa Rai ha fatto dannare dirigenti e star che per strappare un appuntamento al direttore generale dovevano sottoporsi a quell'alzataccia. Anche se da ieri è, come dice lui stesso, «un dirigente Rai in attesa di incarico», Pierluigi CeUi è un tipo che ha un rappor�to maniacale con il suo mestie�re, e coltiva questa sua immagi�ne di uomo di ferro con ritmi da superlavoro e colpi di testa. Anche le dimissioni deU'altro ieri, che hanno colto di sorpre�sa un po' tutti, sono state un coup de théàtre studiato nei minimi particolari. Pure nella data: r8 febbraio, cioè l'anni�versario preciso del suo arrivo in Rai (era stato nominato tre anni fa). Il day after si è svolto un po' come il poveretto se l'era imma�ginato: c'è stata una processio�ne di dirigenti e segretarie che gU hanno presentato le condogUanze; O megUo, queUe false condoglianze, infarcite di frasi di circostanza, che accompagna�no ogni cambio deUa guardia in Rai. Volti poco noti al grande pubbUco, di gente che daUe partecipazioni statali è finita nell'azienda di Viale Mazzini, figli e nipoti deU'Iri di Bernabei, terze fUe, che anche nella seconda RepubbUca, rappresen�tano la spina dorsale del potere,. queUa che non è scalfita daU'al�ternarsi deUe maggioranze e dei governi. Lui, CeUi, chiuso nel suo ufficio, ha passato la giomata a rispondere aUe telefonate di amici e non. Discorsi e ragiona�menti appena accennati, in ger�go manageriale stretto. «Sai ha spiegato a uno dei tanti quando imo non ha più certez�ze nella gestione, aumentano le interferenze e tu per sopravvi�vere devi andare sotto protezio�ne. E' una cosa che non fa per me. Dove andrò? Non ho ancora deciso. Ho delle offerte come la Telefònica, Telecom e e.Biscom, ma ancora non lo. So. Perché l'ho fatto? Senza un piano aziendale e senza poter cercare risorse non si può guida�re un'azienda come la Rai. Èppoi in periodi di transizione come questi per andare avanti devi connetterti ad altri poteri queUo poUtico, o altri... Io prefe�risco assumermi le mie responsabUità». Insomma, anche CelU ieri mattina è stato oggetto di quel�la liturgia capitolina, ereditata daUa Roma papalina dei Bor�gia, un rituale in cui la vittima è pianta in primo luogo dai carnefici. Ma questa volta chi ha costretto CeUi ad andarsene, non è stata la Roma poUtica. Ha concorso, ma non ha vibrato il pugnale. Anzi, quella non si aspettava un epilogo del gene�re, semmai lo immaginava per U dopo elezioni. Certo, a fine novembre U direttore generale aveva confidato al presidente della Camera, Luciano Violan�te, U suo disappunto per come andavano le cose e aveva paven�tato il grande gesto. Ma tutti davano per scontato che la minaccia fosse rientrata. GU «altri», quelU a cui accen�na CelU, sono U mondo che rappresenta r«humus» romano del potere. Dirigenti di queUe partecipazioni stataU che suUa carta non dovrebbero esistere più con l'Iri in Uquidazione, ma che forniscono 1*8094 del mana-. gement ai partiti: gente appa�rentemente senza sesso politi�co, cioè non schierata, e che assume un ruolo di riUevo quan�do la poUtica latita. In periodi come questo, ad esempio, alla vigiUa di una scadenza elettora�le in cui si preannuncia un cambio di regime^ di maggioran�za. Eppoi c'è la Curia romana, la Chiesa, la gerarchia ecclesia�stica, che dentro mamma Rai è di casa e ne condiziona le scelte anche mentre si prepara a cam�biare Papa. I cosiddetti «altri», per usare U lessico dell'ex-direttore gene�rale, coUegati tra loro, se lo sono cucinato ben bene CeUi, U quale compiendo più di qualche errore li ha aiutati. Ad esempio, ha instaUato in permanenza in azienda GianfiUppo Cuneo, del�la Bain SCuneo, che da buon^ consulente gU sfornava un pia�no diverso ogni tre mesi. Questo e tanti altri sbagU hanno per�messo agli «altri» prima di togliergU l'aria, eppoi di logorar�lo. I Uquidatori deU'Iri, spaUeggiati dal Tesoro, hanno cominciato a avere sempre più voce in capitolo neUe scelte industriaU: da Gnudi, commercialista di Prodi, a Ciucci che, non trovan�do un ruolo con il centro-smistra si sta avvicinando ad An, a Prato. Quest'ultimo, ex-ufficia�le della Guardia di Finanza, jeducato aU'Italstat di Ettore Bemabei e fìgUo predUetto di Enrico MicheU, sottosegretario aUa presidenza del ConsigUo e altro uomo Iri, ha un sodalizio, anzi, come dicono altri, è il «padre spirituale» di altri tre figU deU'intramontabile Ettore adottati da Micheli che hanno grande influenza in Rai: Mengozzi, già vice-direttore genera�le di viale Mazzini e ora presi�dente AUtaUa; Cappon, l'uomo che ieri è successo a CelU; Malesani. Seconde e terze fUe deUa prima RepubbUca che nel�la seconda stanno emergendo. CeUi ne ha fatto le spese: U suo piano mdustriale è finito su un binario morto. Si può dire che è stato bruciato quando è venuto al mondo. L'aUora diret�tore generale se lo è ritrovato scritto sul sito di Palazzo Chigi. Colpa di una direttiva deU'Iri che gli ha chiesto di rendere pubbUci tutti i progetti del�l'azienda al consigUo cU ammini�strazione. Poi, quando con l'ok dei partiti ha tentato di manda�re per la prima volta in Borsa una società targata Rai, Rai New Media, CelU si è visto accostare aU'advisor deU'azien�da che doveva curare l'operazio�ne, anche quelU deU'Iri e del Tesoio. Da direttore generalepadrone, CelU ha capito di esse�re diventato un controUato. Una sensazione percepita imme�diatamente pure dal mondo po�Utico. «Se ha moUato osserva Veltroni non è per la poUtica. La questione riguarda i rappor�ti con Uri». «Con il peso che hanno avuto le partecipazioni statali in questo Paese ammet�te U presidente deUa commissio�ne comunicazioni del Senato, PetruccioU non è semplice uscire da situazioni del genere, ci vuole del tempo. Eppoi in fasi di incertezza poUtica come que�sta prevalgono questo tipo di personaggi». Inutile aggiungere ma questo fa parte del costu�me di un un certo mondo che oggi Gnudi e Uri dicono che si sono mossi solo su richiesta Rai. In poche parole per loro è stato lo stesso CelU a chiedere di essere ridimensionato. Messo sotto tutela, U poveret�to è finito nel mirino dell'altra anima del potere romano, quel�lo d'Oltretevere. Con il diretto�re di Avvenire, Boffo, e il cardi�nale Ruini lui non è mai andato d'accordo: CelU è s�un cattolico osservante, padre di una suora, ma è progressista, mentre in Curia va di moda U moderati�smo cattoUco. E le antipatie in Vaticano gli hanno messo con�tro uno dei suoi interlocutori istituzionali, come il presidente del Senato Mancino. Cos�il nostro ha collezionato una serie di attacchi sull'Osservatore .Ro�mano. La goccia che ha fatto traboccare il vaso sono stati i giudizi su Ruini di Paolo Flores d'Arcais nella trasmissione Sa�tyricon, condotta dal comico Luttazzi, queUo che intrattiene gli itaUani mangiando merda. Risultato: della Tv dell'eccesso non ne ha fatto le spese l'inven�tore, il direttore di Raidue, Frec�cerò, ma CelU. O megUo, è stato lui stesso a volersene andare. Che altro avrebbe potuto fare? Contava poco. Perso D'Alema e senza aver stretto un buon legame con Berlusconi, CeUi rischiava di diventare una vittima desi�gnata che doveva fare i conti con i successori e con le richie�ste dei partiti. Nei salotti roma�ni c'era già chi si candidava alla successione come Mauro Masi, uomo di Dini che da qualche tempo si professa berlusconiano, e che ripete in giro: «SUvio per la Rai punta su di me». Per non contare le tante richieste a cui doveva far fronte uno come lui che in questi anni è riuscito a destreggiarsi con i partiti, dando qualcosa qua e negando là. Raccontano le cronache che non ha parlato più con la Melan�dri che gli aveva mandato un foglietto di nomi, ma aveva accontentato Pollini spostando addirittura un suo amico per far posto ad un esponente gradi�to ai Ccd. Ha litigato con Tato perché non aveva voluto dare Sanremo edizione 2000 a Sonia Raule. E ha resistito anche aUa sponsorizzazione di Anna La Rosa, la conduttrice di Teleca�mere, da parte deU'intero arco parlamentare. Poi certo quando in queste settimane Carmen Lasorella, già testimonial dell'Ulivo nel '96, ha chiesto di andare a capo delle teche Rai in quota Polo, e proprio l'altro ieri, l'S febbra�io, avrebbe dovuto mettere la firma sul ritc-^o in Rai di Minoli, uscito Do e ora sotto il vessUlo del centrodestra. Celli non ci ha visto più: anche un uomo di mondo come lui ha preferito dimettersi che non perdere l'anima. «Non ho ancora deciso dove andrò. Ho ricevuto offerte da Telefònica Telecom ed e-Biscom» Nelle foto, da sinistra; il presidente del Senato Nicola Mancino e il presidente della Conferenza Episcopale Camillo Ruini Nella foto grande: Pierluigi Celli con il presidente dell'azienda Roberto Zaccaria Giovanni Minoli (a sinistra) sarebbe pronto a rientrare nella Rai In «quota Polo»

Luoghi citati: Berna, Prato, Roma, Sanremo