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Colombo indaga, medita NARRATIVA Colombo indaga, medita «Privacy», la storia di un giovane porta sui sentieri devianti dell'high tech d'oggi COME un racconto di Philip Dick. Il romanzo «Privacy» (Rai-Eri-Rizzoli, pp. 276, L. 30 mila), esordio narrativo di Furio Colombo, si ispira ad una fanta�scienza che si pone domande cru�ciali sul futuro (e sul presente) dell'uomo. Le formule di superficie jotrebbero configurarlo come cyser-thriller, quelle meno frettolose come un racconto filosofico, una meditazione sui sentieri devianti dell'high tech. Ma le ime e le altre possono tornar buone per definire una lettura che tiene desta l'atten�zione del lettore fino in fondo, pur non concedendo nulla a prevedibi�li effetti di maniera. Il giovane Marco Mani ha fre�quentato un master di «ricerca conoscitiva» ed è accolto nel temjio-laboratorio della più alta scuoa nata per esplorare le orbite e le tempeste mentali degli uomini pen�santi, per leggerne le intenzioni prima ancora che siano tradotte in pensieri, parole, gesti. Di fatto un' immane violazione della «privacy» in nome di un controllo sociale, che ima casta di persuasori gestisce con strategica e calibrata determi�nazione. Questione di enorme por�tata morale, civile, politica, esisten�ziale, che Colombo risolve con ac�cortezza narrativa, non solo met�tendo in gioco figrure di sottile fascino (un Nobel in pectore, un prete carismatico, alcuni docenti enigmatici e inquietanti, una schie�ra cu adepti), ma mescolando artico�li di giornali e riviste scientifiche o rimandi a libri e a saggi di diversa estrazione, che contribuiscono a dare un'idea di allarme incomben�te e concreto. Prima di arrivare al finale a sorpresa, lungo il percorso di Mar�co Mani passano un bel po' delle domande che ciascuno di noi do�vrebbe porsi fin d'ora. Davvero il male è «ciò che sarebbe potuto non essere»? Proprio vero che in un mondo globalizzato la «privacy» come riferisce un personaggio del romanzo sia diventata (orna caz�zata»? Giovanni Tesio