Roberto Herlitzka al «Gelo» di Monica Sicca

Roberto Herlitzka al «Gelo» ALLO JUVARRA Roberto Herlitzka al «Gelo» Un eccentrico pittore esiliatosi sulle Alpi protagonista del romanzo di Bernharc UN pittore eccentrico, uno studente di medicina che per conto del fratello indaga sulla presunta pazzia dell'arti�sta, una locandiera lussuriosa e travolgente: sono i personaggi di «Frost», romanzo d'esor�dio di Thomas Bernhard portato ora per la prima volta sulle scene dalla Compagnia di Prosa Diritto 8Rovescio con l'interpretazio�ne strepitosa di Roberto Herlitzka, intitolato «Gelo» e in arrivo allo Juvarra come preludio alla rassegna Follia a Teatro 2001, dal 14 al 18 febbraio alle 20,45 (tei. 011/540.675). Non è la prima volta che Herlitzka affronta le tortuosità linguistiche e concettuali del grande scrittore austriaco scompar�so qualche anno fa. Nel '95 era stato il protagonista di «Semplicemente comphcato», ed anche allora era diretto da Teresa Pedroni, che adesso lo ha guidato nei panni di Strauch, il pittore che rappresenta tutte le contraddizioni della nostra epoca, visionario della stupidità del mondo, incarnazione del tentativo di una soppraffazione spirituale, della lotta per la conquista di un'anima. Perché Strauch ha distrutto tutte le sue tele, si è isolato, non diversamente da Bernhard negli ultimi anni della sua vita, in un paesino de le Alpi austriache, Weng, finendo in mezzo ad un banale e malvagio campionario di umanità. E' l�che il giovane studente cerca di scoprire se lo strano personaggio, che passa il suo tempo in lunghe passeggiate solitarie e disprezza i suoi compaesani imbe�cilli, è veramente matto come tutti pensano. Ed è l�che il pittore tenterà di catturare lo spirito del giovane, salvandolo dalla febbre sfrenata di sesso della moglie dell'oste. In un simile, desolante paesaggio, si comprende a cosa alluda allora il gelo del titolo: nelle scene di Massimiliano Nocente questo diventa freddo palpabile, che giunge in platea con il tramite di grandi lastrom e piramidi di ghiaccio, mentre sullo sfondo si stagliano fondali alpestri ispirati a Friedrich, illumina�ti a tratti da una luna piena che si accende con il che di un interruttore. Herlitzka, affiancato nel lavoro da Marcel�lo Donati e Paola Sebastiani, riesce a dare un'interpretazione intensa ed espressionisti�ca, assumendo su di sé maschere che fanno pensare a Ensor o Munch, sottolineate costantemente da giochi di colori sul suo volto camaleontico. La critica ha parlato non di una messa in scena del testo d�Bernhard, ridotto da Gianni Guardigli, ma della teatra�lizzazione di un personaggio di straordinaria attualità, una sorta di «fool» contemporaneo che, con le sue battute fulminanti, può anche aiutare a riscoprire tutta l'ironia di un autore percepito finora forse troppo seriosamente. Monica Sicca Roberto Herlitzka nel «Gelo» allo Juvarra