«Nuova economia, l'ltalia è in ritardo» di Stefano Lepri

«Nuova economia, l'ltalia è in ritardo» Il governatore incontra gli studenti di Tor Vergata e invita a puntare sull'innovazione del Sud «Nuova economia, l'ltalia è in ritardo» Fazio preoccupato: le imprese devono fare la loro parte Stefano Lepri ROMA «La nuova economia non è quella dei telefonini, che ne sono solo uno strumento, è produrre anche patate o scarpe in modo più effi�ciente grazie alle possibilità di conoscenza più approfondita del mercato che sono offerte alle im�prese»: cos�il governatore della Banca d'Italia tenta di spiegare ai ragazzi, universitari e anche stu�denti delle superiori, la «rivoluzio�ne informatica» in corso. In teo�ria, la nuova economia si adatta bene all'impresa medio-piccola jrevalente in Italia, ma in pratica e medie e piccole imprese italia�ne sono in ritardo, e Antonio Fazio ne è «preoccupato». Sono mancati dal discorso di ieri all'Università di Roma 2, con�dotto in forma di risposte alle domande di alcuni studenti, i toni critici e pessimisti di sabato scor�so a Trieste. Non è un caso che nel mezzo si collochi quello che è stato preso da molti come un indiretto richiamo del presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, durante la sua visita in Calabria. Il governatore della Ban�ca d'Italia ora lamenta che del discorso di Trieste i giornali abbia�no riportato solo le «due pagine» che parlavano dell'economia ita�liana mentre ce n'erano «altre 18 di economia intemazionale». Perché la rivoluzione informatica decolli anche da noi, sul modello americano, occorre dun�que che la crescita economica resti vigorosa. Né l'Italia, che in Europ.a «corre meno degh altri», né l'Eùfòpa tutta insieme posso�no fare da sole. Fazio si dice «abbastanza fiducioso degli effet�ti che avranno la politica moneta�ria espansiva della Federai Reserve americana e soprattutto il margine di espansione della politi�ca fiscale» garantito dall'attivo di bilancio Usa: «è sufficiente che il mercato si convinca della credibi^ ilta ' àelTe àzidiii e per questcTìo ' ' sono ottimista». In caso contrario sarebbero guai: se il «tasso di . ritomo atteso degh investimenti» si abbassasse troppo, si potrebbe�ro creare rischi per «la stabilità dei mercati finanziari». Non c'è «nessuna gioia europea per il forte rallentamento america�no» come Fazio racconta di,aver 'tì,étlo^mp'd'fa'!àlpresidenCei3efla Federai Reserve, Alan Greenspan; «Alan, è nostro interesse, che. ypi continuiate a volare e se volate voi voleremo anche noi». Siccome la rivoluzione informatica, nelle stime di Greenspan, ha coinvolto per ora circa metà dell'economia americana, c'è da sperare che la sua spinta non si sia esaurita e possa presto riprendere. In Euro�pa siamo agli inizi; altri Paesi, tra roui .-anqhe. la Francia; :«staiipa accumulando grandi vantàggi» su di noi. Questa volta, a far da pubblico erano ragazzi che si allenano a creare e a gestire «in laboratorio» delle vere piccole imprese, nel�l'iniziativa «IG students»; l'Uni'vefsitS'diRomà'è^l'of'lferg'aK; dove l'incontro è avvenuto, attira studenti dal Lazio,meridionale,-; trai quah Antonio Fazio ha avuto piacere a trovare suoi conterranei della Ciociaria. Ed è il Mezzogior�no, dove «si abbonda di materia grigia, di capitale umano, piutto�sto che di infrastratture» che può in prospettiva giovarsi di più delle nuove tecnologie. Ed alla «materia grigia» degli studenti era indirizzata la sfida di citare nomi difficih, come quelli degh economisti Leontief e Tobin, o del teologo spagnolo del sedicesimo secolo Luis de Molina. Nel Mezzogiomo «gli imprendi�tori devono fare la loro parte», lo Stato deve fare la sua fornendo «più infrastrutture». Nella visio�ne di «economia sociale di merca�to» cara al governatore, esistono «beni pùbblici» essenziah che i privati non producono. Negh anni scorsi, nel giusto sforzo per «elimi�nare le invasioni di campo dello Stato nell'economia», «il pendolo è andato un po' troppo nell'altra direzione, fino a pensare che lo Stato non servisse». Nel Mezzogiomo invece «anzi�ché finanziare gli squilibri della produttività, con contributi e fi�scalizzazione degh oneri sociali, lo Stato deve fare investimenti per rimuovere gli squilibri di com�petitività», ossia nelle infrastrut�ture («non solo cablature in fibre ottiche ma anche acqua ed ener" già») e ■mssBs^ismsm htà della pubblica amministrazio�ne. Occo^awa^Cjure.la^ormzipne, perché «il mercato promuòve i migliori, la corruzione i peggiori». «Lo Stato punti sulle infrastrutture nel Mezzogiorno e non invada il campo di gioco dell'economia» «Se vola l'America voleremo anche noi in Europa La Francia accumula grossi vantaggi Bisogna reagire» II governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio all'Università di Tor Vergata

Persone citate: Alan Greenspan, Antonio Fazio, Carlo Azeglio Ciampi, Greenspan, Leontief, Molina