Un esperto di finanza amico di Prodi e Micheli
Un esperto di finanza amico di Prodi e Micheli L#«UOMO DELLE CRISI^DAL '75 A1LA SCUOLA DI VIA VENETO Un esperto di finanza amico di Prodi e Micheli il personaggio D! Mario Sensini I Francesco Mengozzi |tutti dicono un gran be�ne. E' uomo esperto di finanza, ma nelle Fs ha dimo�strato di possedere anche le capacità manageriali che ser�viranno al nuovo amministra�tore delegato dell'Alitalia. E' uno che ha dimestichezza con le situazioni di crisi, e quindi un uomo che sa trattare con efficacia. Persona assoluta�mente gradevole, semplice, cattolico, non salottiero, gran�de lavoratore. Non gli si può attribuire un'appartenenza politica, anche se nasce con una vocazione democristiana. Piuttosto lo si potrebbe defini�re come imo dei portabandie�ra del partito Iri, un fedelissi�mo di Enrico Micheli, che è stato il continuatore della grande tradizione della scuola di Via Veneto. E grande amico di Romano Prodi, che non a caso gli ha subito spedito un telegramma di felicitazioni. Mengozzi, marchigiano di nascita e di mentalità, appare nel pianeta Iri nel 1975 in Finmare, dove rapidamente fa carriera. Entra nell'Italstat di Ettore Bemabei, dove si co�mincia a formare «la squa�dra», quella che poi darà vita al «partito». Con lui arrivano in Italstat anche Claudio Cappon, suo grande amico, che curiosamente lo seguirà passo passo come un ombra nei suoi spostamenti all'interno del pianeta, Maurizio Prato e Pie�tro Ciucci, altri esponenti di spicco della scuola. Quando nel '91 l'Italstat si fonde in Iritecna, Mengozzi diventa di�rettore finanziario, poi diretto�re generale, seguito sempre da Gappon e Prato. Pochi anni dopo comincia�no i problemi, finanziari e politici. Finanziari, perché le aziende Iri vanno male e si avvicinano al tracollo, soprat�tutto dopo che Bruxelles impo�ne la chiusura dei rubinetti del denaro pubbhco. Politici, perché in quegli anni si sfascia il CAF (l'asse Craxi-AndreottiForlani), e in un sistema dove le nomine venivano decise dal�le segreterie dei partiti, man�cano improvvisamente tutti i punti di riferimento. E' allora che la «squadra» sfodera le armi. Invece di vagare alla ricerca di appigli politici, mol�ti manager dell'Iri, e Mengoz�zi tra questi, si concentrano sulla gestione delle aziende approfittando del massimo dell'autonomia che la situazio�ne offre. Acquistando stima e prestigio nella gestione delle crisi, nelle trattative con i sindacati. Dall'Iritecna alla Fintecna il passo è breve, coma da questa al vertice della control�lata Autostrade, di cui diventa prima consigliere di ammini�strazione poi vicepresidente. Al vertice c'è Giancarlo Elia Valori, Domenico Cempella è amministratore delegato, in Cda ci sono anche Gappon e Ciucci. Scoppiano i problemi alla Rai, le nomine di vertice sono politiche, direttore gene�rale compreso, ma serve gente capace, cos�arriva Mengozzi come vice di Franco Iseppi. Quando cambia il Consiglio, i popolari lo vorrebbero diretto�re generale. Invece ottengono la presidenza con Zaccaria e lasciano al Pds la designazio�ne di Pierluigi Celli alla dire�zione generale. Alla Rai resta fino al marzo del '98, Demattè lo porta con sé alle Ferrovie. Giancarlo Gimoli si mette le mani nei capelli, perché non trova nean�che una contabilità analitica, Francesco Mengozzi è quello che ci vuole. Al suo posto, alla Rai, arriva guarda caso Clau�dio Gappon. Qra che Mengozzi lascia le Fs per l'Alitalia, se la regola è regola, alle Fs arrive�rà Gappon. Nella compagnia aerea ten�terà di difendere la bandiera. cioè di evitare, una svendita alla Klm. Dovrà «amministra�re per delega la società» ha detto Giuliano Amato, con «pieni poteri», ha aggiunto il Tesoro. E' l'uomo che cercava�no. Non è quel «duro» di Alber�to Lina, al quale si attagliava perfettamente il profilo emer�so dal vertice dei giorni scorsi tra Amato, Micheli, Visco, Bersani e Draghi. Lina, in questo momento, serve troppo alla Finmeccanica dove deve gesti�re insieme a Giuseppe Bono un piano assai delicato: elicot�teri, difesa, roba anche più difficile da trattare dei proble�mi dell'Alitalia. Toglierlo ora sarebbe stato un brutto segna�le, anche per i mercati. Mengozzi non è un dittato�re, ma sa trattare e nelle Fs ha dimostrato di avere anche una visione di carattere intemazio�nale che il suo nuovo ruolo richiede. Va a fare il lavoro che ha sempre fatto, risolvere situazioni di crisi. Riemerge il partito dell'Iri. Del resto, se oggi rispunta Giulio Andreotti, non si capisce perché do�vrebbero restare nel frigo gli ex golden boys delle partecipa�zioni statali.
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