«Bnl non deve dipendere da una fondazione» di Francesco Manacorda

«Bnl non deve dipendere da una fondazione» Dai Sanpaololmi mandato pieno a Maranzana e Masera per trattare sul fronte Banca Cardine «Bnl non deve dipendere da una fondazione» Abete boccia l'ipotesi Monte Paschi: devono rimanere sotto il Ì5!^ Francesco Manacorda MILANO La Bnl non vuole finire sotto la Fondazione Monte dei Paschi di Siena, parola del suo presidente Luigi Abete. «Se Bnl può essere l'occasione per avvicinare le ban�che delle Fondazioni al mercato è un'opportunità che si potrà svilup�pare nei prossimi mesi. Se invece la si vuole annettere a quella o a quell'altra Fondazione, hanno sba�gliato indirizzo», ha detto ieri Abe�te. Un messaggio chiaro, rivolto prima di tutto a Mps controllato dall'omonima Fondazione che sta trattando per rilevare assieme alla Olivetti il 7,80Zo di Bnl in mano alla Popolare di Vicenza. Ma è un mes�saggio che si può leggere anche come rivolto a Torino, visto che qualche tempo fa si era parlato di un interessamento del Sanpaolo�lmi, che anche in questo caso ha tra i maggiori azionisti una Fonda�zione, la Compagnia di San Paolo per la banca romana. Proprio dal Sanpaolo-Imi arriva�no intanto segnali di accelerazione per le trattative sul fronte Cardine il gruppo veneto-emiliano che interessa pure alla stessa Bnl -: il comitato esecutivo della banca tori�nese che si è riunito marted�ha infatti dato mandato agli ammini�stratori delegati Luigi Maranzana e Rainer Masera di nominare gli advisor che consentiranno di ap�profondire il piano industriale di aggregazione con Cardine, definito «il miglior partner per una crescita del gruppo nel Nord-Est» e di avvia�re contatti formali con le Fondazio�ni che ne sono azioniste, quella di Padova e Rovigo e quella della Cassa di Risparmio di Bologna. Sull'ingresso dei senesi nel capi�tale Bnl probabilmente con una quota inferiore al S1}*) Abete non sembra porre pregiudiziali, consi�derato anche die l'operazione non è sgradita a Bankitalia: «Se Fazio è d'accordo non vedo perché non dovrei esserlo anche io», ha rispo�sto a una domanda. Ma da qui a veder crescere il peso di Mps nel�l'azionariato, evidentemente, ne corre. Siena preferirebbe infatti un'integrazione con Bnl che lascias�se il Mps in posizione dominante, pur facendo scendere la Fondazio�ne sotto il 510Zo mentre la Bnl stessa ambirebbe a un matrimonio tra eguali. Ma per far questo l'uni�ca soluzione è accrescere le dimen�sioni della banca romana, un obiet�tivo che l'amministratore delegato Davide Croff vorrebbe raggiungere proprio attraverso l'integrazione con Cardine. Sui tempi dell'avvicinamento Bnl-Cardine, Abete sembra però più cauto del suo amministratore delegato: mentre Croff aveva fatto capire che il piano industriale mes�so a punto dalla McKinsey si sareb�be potuto discutere al consiglio Bnl convocato per mercoled�14 febbra�io, il presidente spiega adesso che «quando il piano sarà pronto lo porteremo in un consiglio che non sarà quello del 14 o del 15 febbraio» e che la riunione del 14 «non ha all'ordine del giorno niente di ecce�zionale». Se Roma prevede tempi più lun�ghi per l'esame del piano industria�le, Torino che è in uno stadio meno avanzato delle trattative con Cardine cerca invece di stringere i tempi. Il mandato conferito a Ma�ranzana e Masera consentirà infat�ti di nominare gli advisoruno dei quali dovrebbe essere Goldman Sa�chs anche prima del Consiglio, che è convocato per il 13 febbraio, e quindi d�tentare un affondo con le Fondazioni azioniste. Anche in que�sto caso non sono solamente gli aspetti economici della trattativa ad essere importanti, ma ancbe quelli relativi ai possibili assetti di potere derivanti da un'integrazio�ne. Cos�in questo momento molte delle energie de) Sanpaolo-Imi ven�dono spese proprio per convincere le Fondazioni specie quella di Padova e Rovigo che l'operazione progettata a Torino avrebbe van�taggi per tutti e non si tradurrebbe in una semplice conquista.

Persone citate: Abete, Croff, Davide Croff, Goldman, Luigi Abete, Luigi Maranzana, Masera, Rainer Masera