Prodi: la crescita non freni le riforme di Enrico Singer

Prodi: la crescita non freni le riforme Prodi: la crescita non freni le riforme Bruxelles vara le sue regole per lo sviluppo Enrico Singer corrispondente da Bruxelles L'Europa non deve cadere nella trappola della cicala. Non deve rin�viare le riforme strutturali di cui ha bisogno perché i dati della sua economia sono soddisfacenti. E' il messaggio che Romano Prodi lance�rà oggi da Bruxelles in un rapporto che elenca gh «importanti succes�si», ma anche le «significative delu�sioni» dell'ultimo anno. E' il rappor�to che deve preparare il vertice europeo di Stoccolma, a fine marzo, e Prodi lo illustrerà alle 12,15 in punto. Ma i passi saHenti del docu�mento si possono anticipare: «Gh errori compiuti in passato, come quello di rallentare le riforme quan�do l'economia va bene, non devono essere ripetuti». E' vero, i risultati dell'Europa, soprattutto se confrontati con quel�li degli Stati Uniti, sono positivi. L'inflazione è sotto controllo, la crescita «non è ruggente», ma è accettabile per un'economia matu�ra attorno al 3 per cento. Prodi lo ha confermato anche nell'incontro che ha avuto ieri a Francoforte con il governatore dela Banca centrale europea, Wim Duisenberg. Tutto questo, però, «non può essere una scusa per non affrontare le riforme strutturali che sono necessarie». Altrimenti «la prospettiva di una crescita sostenibile, di ulteriori ridu�zioni della disoccupazione e di una maggiore coesione europea saran�no seriamente minacciate». Un an�no fa a Lisbona la Uè aveva fissato ambiziosi obiettivi e Prodi oggi li passerà in rassegna per fare l'inven�tario di quanto è stato realizzato e di quanto resta da fare. Il Presidente della Commissione europea fisserà anche dieci priori�tà: tra queste i livelli di occupazio�ne da raggiungere nei singoli Stati membri e le date certe per completa�re la liberalizzazione di settori co�me telecomunicazioni ed energia. Prodi, insomma, fisserà le linee guida dello sviluppo europeo che dovrebbe trovare un nuovo stru�mento nel «piano di coordinamen�to» che il Commissario per gh Affari economici e monetari, Fedro Solbes, presenterà sempre oggi. Uno dei terreni sul quale si misurerà a breve scadenza la capacità di indi�rizzo della Uè è la riforma del sistema pensionistico.. Ieri lo ha annunciato un altro dei Commissa�ri europei: Frits Bolkestein, respon�sabile del mercato intemo. «E' paradossale che una delle più grandi conquiste del secolo che si è appena concluso una vita media più lunga per tutti in Europa diventi adesso lo spauracchio del nuovo secolo». Ma è così. E minac�cia riflessi nefasti sul sistema econo�mico nel suo insieme. Bolkestein ha sottolineato 0 paradosso e ha elen�cato gli ingredienti di quella che definisce una vera «bomba a orolo�geria»: il rapporto tra occupati e pensionati passerà da quattro a uno a due a uno nel 2040 e, anche con tutte le riforme avviate nei singoli Stati, la spesa aumenterà tra il 3 e il 5 per cento. In altre parole, bisogna fare di più. ((Anche il circolo virtuo�so di una sana politica di bilancio che spinga la crescita e l'occupazio�ne in modo da poter sostenere il carico delle pensioni, può trasfor�marsi in un circolo vizioso se la spesa pensionistica non sarà rifor�mata». Frits Bolkestein ha lanciato il nuovo allarme parlando alla confe�renza organizzata a Bruxelles dal�l'associazione «Friends of Europe» e aperta da un intervento di Carlo De Benedetti in qualità di presiden�te della Fondazione Rodolfo Debe�nedetti. Il Commissario europeo ha anche indicato la ricetta di base per affrontare il problema: «pagare più contributi, lavorare più a lungo e prendere una pensione più bassa». Un messaggio difficile da far passa�re, ha ammesso Bolkestein. E la soluzione è in un riequilibrio tra pensioni a carico della Stato e fondi pensione privati. L'esecutivo euro�peo, ha detto Bolkestein, sta prepa�rando un documento con tutte le raccomandazioni della Uè per rifor�mare il sistema pensionistico e per sviluppare quello dei fondi privati con incentivi fiscali. Anche Carlo De Benedetti ha affrontato il tema dell'Europa che invecchia e che deve riformare il sistema delle pensioni. Con un obiet�tivo chiaro: «Un programma pensio�nistico più bOanciato con una com�ponente privata sufficientemente ampia». De Benedetti ha indicato tre passi fondamentaM da compie�re: «coinvolgere lavoratori, gover�no e imprese nell'erogazione dei redditi pensionistici, incoraggiare la responsabilità individuale al ri�sparmio pensionistico e confinare il ruolo delle pensioni pubbliche alla ridistribuzione delle risorse dai ric�chi ai poveri delegando ad altre parti sociah la responsabilità del�l'erogazione delle pensioni ai lavo�ratori». In margine alla conferenza. De Benedetti ha parlato anche della riforma delle pensioni in Italia: «Se si voleva davvero fare una verifica nel 2001, bisognava cominciare a prepararla alla fine del 2000 per essere pronti adesso. Ma tutti sape�vano che questo sarebbe stato l'an�no delle elezioni e, nel migliore dei casi, della riforma delle pensioni si comincerà a parlare in autunno e non si farà nulla. La data del 2001 è una data fasulla perché non porterà ad alcuna modifica».