Festeggia il popolo del Likud nella giornata degli astenuti di Fiamma Nirenstein

Festeggia il popolo del Likud nella giornata degli astenuti GRANDE ENTUSIASMO NEL PALAZZO DELLE ESPOSIZIONI DI TEL AVIV IL SONNO DEL NUOVO PREMIER MENTRE IL PAESE VOTAVA PER LUI Festeggia il popolo del Likud nella giornata degli astenuti reportage Fiamma Nirenstein GERUSALEMME LE ultime ore prima della rivolutone che gli'ha dato una vittoria schiacciante fi�no all'inverosimile, Sharon ha dormito al quinto piano dell'Ho�tel Sheratpn, mentre senza aspet�tare i risultati il popolo del Likud festeggiava, gridava, agitava cartelh e palloncini nel grande Palaz�zo dehe Esposizioni di Tel Aviv. Barak invece, rifugiato all'Hotel Dan, ha seguitato fino all'ultimo, mentre nella sala di Shfaim esau�sti e affranti i suoi si aggiravano scambiandosi poche parole, a da�re ordini, a cercare eh mandare a votare ancora una famiglia ara�ba, a spingere ancora un ex ami�co, un uomo, una donna, per diminuire il peso della sconfitta. Ma il Paese non gh ha risposto, solo il 60 per cento degh elettori è andata alle urne: niente code, nessun entusiasmo, un senso di angoscia misto a indifferenza do�po che per tre volte in tre anni i cambiamenti di leadership non hanno portato la pace. Una giornata di voto compatto ma rado, con l'affluenza più bas�sa deha storia d'Israele. La sini�stra è distrutta dall'Intifada, dal�la paura degh spari, dal fallimen�to dehe trattative. La gente d'Isra�ele si svegha il giorno di vacanza, con le scuole trasformate in seggi elettorali e gh uffici quasi comple�tamente deserti; i grandi centri acquisti si trasformano in merca�ti popolari dove sciamano fianco a fianco religiosi, laici, arabi isra�eliani. Un immenso processo di rimozione investe l'antico fronte che pochi mesi fa dette il 58 per cento al processo d�pace di Ba�rak. La spiaggia di Tel Aviv si popola di bambini e mamme in costume da bagno, mentre il dramma e il tedio deha presa d'atto deha fine del processo di pace avvia la vittoria scbiacjjdante di Sharon. I soldati hanno finito di votare alcune ore prima, nei campi pres�so gli insediamenti, nelle tende in cui le urne sono state raccolte. Presto la mattina a malapena comincia ad animarsi lo scenario deha rivoluzione, simile a quello che portò Netanyahu alla vitto�ria su Shimon Peres dopo gh attentati degh autobus. Un altro voto contro, più che a favore. Gh haredim, gh ebrei ultrareligiosi, nerovestiti, con le mille fogge di riccioli laterali e di cappelli che denotano la loro fedeltà all'uno all'altro rebbe si muovono, insie�me agh uomini di Shas, i religiosi sefarditi, come un piccolo eserci�to: arrivano al seggio in uria scuola di Mea Shearim, il quartie�re religioso di Gerusalemme dove vivono come neha Polonia dell'BOO, portando vecchi e malati. Esbaiau Bergman, 23 anni, non è di quelli che rifiutano il servizio militare: «Io ho servito nell'eser�cito, ma Barak ci voleva costrin�gere alla coscrizione, io sono stato un volontario. Barak ci ha disprezzato, ci ha mentito, ci ha tolto l'onore..» Eppure Sharon non è religioso: «Ma almeno risponde Chaim, 21 anni è pronto a fare con noi un'allean�za, a considerarci cittadini. E poi, Barak ha messo il Paese aha iriercè del terrorismo». La propaganda continua per le strade con canti e striscioni, nonostante le proibizioni. Nei terri�tori, nella scuola di Psagot, una colonia ancora ornata di tristi fiori in memoria di due uccisi in attentati, una donna, Raia Oren, sorride speranzosa: la percentua�le di votanti è altissima. «Domani forse sarà davvero un altro gior�no. Da quattro mesi non chiudia�mo occhio, sotto il fuoco conti�nuo», dice. Nell'insediamento di Bet El, aha scuola dove è situato il seggio, si sentono distintamen�te gh spari degh scontri in corso poco lontano. A Gerusalemme, nel quartiere borghese ashkenazita di Rehavia, i votanti sono tanti, motiva�ti, tutti per Barak: il vecchio sindaco di Gerusalemme Teddy Kohek entra con la moghe Ta�mar: «Mi dispiace che debba andare così, ma forse presto si cambierà di nuovo strada». «Sha�ron è un fascista, un uomo aggres�sivo», dice Hana, una ragazza che ha accompagnato sua madre: «Magari avessi l'età per votare..." Il paesaggio deha sconfitta di Barak è soprattutto quello dei villaggi arabi, dove i votanti sono stati solo il venti per cento. Per la strada di Sfaram, i vecchi sotto un portico si preparano il caffè; gh scrutatori hanno improvvisa�to una partita di calcio, per passa�re il tempo. A Nazareth e dintor�ni macchine cariche di giovani con la bandiera palestinese, ban�diere nere e altoparlanti scorag�giano anche chi vorebe ripensar�ci, accettare le scuse di Barak per l'uccisione di 13 dimostranti a ottobre, evitare soprattutto la vittorie^di Sharon. Ma la più realistica dehe im�magini del voto israeliano è quel�la del quartiere di Gilò, dove l'affluenza è stata alta. Imma�nuel ha due bambini: «Da quat�tro mesi dormono sotto i letti. Le nostre finestre hanno i sacchi di sabbia. Barak, io l'ho votato l'al�tra volta. Come posso continuare a votarlo, visto che ha sbaghato tutto e mi ha portato a questa situazione? Voglio vivere sicuro, vogho che mi si difenda». Nel quartier generale deha si�nistra Eh Goldshmit, uno degh uomini più vicini a Barak, ha le lacrime agh occhi: «E' chiaro che la nostra linea di pace è quella deha verità, continueremo con la forze e l'orgogho di sempre. Con tutto queho che abbiamo attra�versato, l'Intifada, decine di mor�ti, abbiamo ancora ' il 40 per cento. Una grande forza che com�batterà fino aha vittoria». Il paesaggio della sconfìtta laburista è soprattutto quello dei villàggi arabifdove ha votato il 20 per cento Niente code, nessun entusiasmo, un senso di angoscia dopo che tre cambiamenti di leader non hanno dato la pace Ariel Sharon, nuovo premier israeliano, circondato dalle guardie del corpo mentre esultano 1 suoi sostenitori dopo la vittoria

Luoghi citati: Bet El, Gerusalemme, Israele, Polonia, Tel Aviv