Una strategia globale per la Tv Colaninno pensa anche alla Rai

Una strategia globale per la Tv Colaninno pensa anche alla Rai Una strategia globale per la Tv Colaninno pensa anche alla Rai dall'inviato a FIRENZE Telemontecarlo sarà «un topolino», «non raddoppierà certamente il fat�turato e gli utili di Telecom Italia», ma a Roberto Colaninno e Lorenzo Pellicioli la televisione piace, ecco�me. Tanto che l'acquisizione di Telemontecarlo vogliono portarla a termine subito, senza attendere il secondo pronunciamento dell'Authority, e tanto meno aspettare il giudizio di merito del Tar previsto a fine marzo. Gli piace tanto, la tv, che Colaninno ieri si è candidato apertamente all'accmisto di una re�te della Rai, quando e se dovesse essere messa sul mercato. «La televisione è un elemento molto importante nella catena di valore della Seat. Se in futuro la Rai dovesse vendere una rete, in quel momento noi saremmo presenti» ha detto il presidente di Telecom Italia in una breve conferenza stam�pa a margine dell'incontro annuale con gli analisti finanziari a Firenze. Parlava a duecento metri da casa di Vittorio Cecchi Gori, che sembra essere in questo momento l'ifoico ostacolo che si frappone tra lui e Telemontecarlo. Dopo aver ottenu�to il via libera condizionato dell'An�titrust, l'Autorità di Enzo Cheli non preoccupa più di tanto gli uomini di Telecom, nonostante la minaccia di un ricorso al Consiglio di Stato per sovvertire la sentenza del Tar favo�revole a Telecom. «Cosa volete che faccia l'Authority? Dovrà adeguarsi a quanto detto dal Tar, cioè che la legge Maccanico in questo caso non si applica» ha detto il vicepresiden�te di Telecom, l'avvocato Sergio Erede, lo stesso che ha curato il minuzioso contratto di agosto con Cecchi Cori. Il quale ora, però, non vorrebbe più cedere le sue televisioni a Colaninno e, anzi, rimette tutto in gioco e intende ridiscutere. «A suo tempo abbiamo firmato un contrat�to. Vi assicuro che noi rispetteremo i nostri obblighi, ma vorremmo che anche la controparte rispettasse i suoi doveri» ha detto Colaninno. Telecom e Seat sono disponibili a riconoscere al senatore fiorentino il prezzo pattuito ad agosto e recupe�rare cos�la distanza aperta dal cedimento di Borsa delle azioni Seat con le quali dovrebbe essere pagato l'ulteriore 5096 delle due Tmc in mano a Cecchi Gori. Nulla più di questo. Il produttore, da parte sua, non ritiene più valido quel contratto perché non c'è stata l'autorizzazione dell'Authority cui era subordinato. Nel faccia a faccia durato sette ore con Pellicioli, la settimana scor�sa, Cecchi Gori ha messo sul piatto del negoziato il 3096 della Fin.Ma. Vi., la holding del gruppo alla quale fanno capo anche le attività cinematografiche. Pellicioli non ha detto di no, ma ha chiesto di vedere i conti, un modo per prendere tempo, forse anche per far capire garbatamente a Cecchi Gori che la cosa non interessa più di tanto. E qui sono rimasti, con la promessa di riveder�si presto e di parlare ancora, per evitare di tirare in ballo il collegio arbitrale cui il contratto in questio�ne delega il disbrigo delle eventuali controversie. Sicuramente le parti sono anco�ra molto distanti, e forse Cecchi Gori non ha ancora scoperto tutte le sue carte. Da tempo il gruppo naviga in acque difficili, e sembra improbabile che abbia la forza fi�nanziaria per esercitare un diritto di opzione che quel contratto gh offre per riacquistare il 2596 di Tmc ceduto alla Seat, che lo ha reinvesti�to nel gruppo iniettando altri due�cento miliardi di liquidità. A meno che il senatore fiorentino non abbia qualcun altro alle spalle, o riesca a recuperare capacità finanziaria sfruttando il core business del grup�po, cioè il cinema. Da tempo è in trattativa per la cessione alle varie emittenti televisive italiane dei di�ritti sui film degli ultimi tre anni. Duecento, forse trecento miliardi, che prima o poi arriveranno. Forse anche per questo Telecom cerca di stringere i tempi. La tv è importante per il gruppo: lo è Tmc, ma lo è anche la Rai e torna ad esserlo anche Stream, nella quale Colaninno è socio al 5096 con Rupert Murdoch. Anche per Stream c'è un futuro nella nuova Telecom multimediale. Il progetto è sempli�ce, ne ha accennato ieri a Firenze il capo della rete fissa, Rocco Sabelli. Dalla metà del 2002 Telecom inizierà a sperimentare il Vdsl, un'evolu�zione della tecnologia Xdsl che consente di trasportare sul doppino di rame del telefono fino a 50 megabit al secondo, proprio facen�do leva sui programmi tv di Tmc e Stream. [m. san.] Lorenzo Pellicioli amministratore delegato d�Seat Pagine Gialle

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