Un autore da riscoprire
Un autore da riscoprire PERSONALE Un autore da riscoprire Al Massimo Tre i lungometraggi del maestro giapponese Kenji Mizoguchi SE hanno un senso le ricor�renze storiche, non sarà per caso se il 7 dicembre 1974 il Movie Club, storico e mai dimenticato cineclub tori�nese, apriva la sua intensa attività con «Vita di O-Haru», donna galante e se quasi trent'anni dopo il rinato cine�ma Massimo dedica a Kenji Mizoguchi un'ampia persona�le. Mizoguchi, è bene ricordar�lo, è uno dei più importanti registi del cinema giapponese: lo è per quantità (il suo primo film risale al 1922 e fino al 1956, anno della sua morte, ha diretto più di cento film), lo è soprattutto per qualità e il già citato «Vita di O-Haru donna galante» è in assoluto uno dei più grandi capolavori di quella cinematografia. La retrospetti�va, proposta dalla sala 3 del Massimo sino a luned�12 feb�braio (proiezioni quotidiane, biglietti d'ingresso a 10 mila lire), comprende venti film del grande regista (in originale, con sottotitoli in inglese e traduzione simultanea in ita�liano) e un documentario a lui dedicato da un altro importan�te regista giapponese, Kaneto Shindo. E Mizoguchi, ve lo assicuriamo, è veramente un grande regista da scoprire. Nel�la sua filmografia sono ricono�scibili diverse fasi (i film com�merciali dei primi anni, quelli patriottici in prossimità della Seconda guerra mondiale) ma soprattutto sono indimentica�bili dei veri e propri capolavo�ri. Prendiamo ad esempio il già citato «Vita di O-Haru donna galante», il film che lo rivelò al mondo intero dopo essere sla�to premiato nel 1952 alla Mo�stra di Venezia. Racconta la triste storia di una donna co�stretta dalle convenzioni socia�li a un'esistenza da prostituta, privata della gioia della mater�nità (il figlio le viene sottratto) e obbligata a subire molte umiliazioni: un melodramma raccontato con una purezza e una lucidità sconvolgenti, uno dei migliori esempi di narrazio�ne diversa da quella tradizio�nale occidentale ma efficace e affascinante. Il cinema di Mi�zoguchi è lucido e quasi asceti�co, racconta storie intense con una partecipazione che non scade mai nella retorica ma che è avvolta dai bellissimi piani-sequenza che caratteriz�zano le sue opere. Tra gli altri film fondamen�tali della sua carriera va segna�lato anche «La vendetta dei 47 Ronin», realizzato nel 1942 quando il Giappone era in guerra cos�come tutto il mon�do. E' un film in costume, racconta una storia del passa ^ to e sembra proprio che Mizo�guchi abbia scelto apposita�mente questa ambientazione lontana per segnalare il pro�prio disagio nei confronti del presente. E' ambientato nel passato ma è narrato in modo molto più moderno «I racconti della luna pallida d'agosto», anch'esso premiato a Venezia nel 1953, un film monumenta�le nel raccontare i rapporti dei orotagonisti con l'arte e con 'apparenza di un artigiano vasaio e di un contadino: ci sono suggestioni del teatro. No, ma il ritmo diventa appas�sionante e quasi frenetico e conferma la capacità di Mizo�guchi nel rinnovare periodica�mente il proprio stile. Una retrospettiva da non perdere, per scoprire (o per rivedere) uno dei grandi autori ^ del cinema mondiale. Stefano Della Casa Una scena del film «La vita di O-Haru, donna galante», girato nel 1952 da Kenji Mizoguchi
Persone citate: Haru, Kenji Mizoguchi, Mizoguchi, Stefano Della Casa
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