L'India in bilico, tra partitocrazia e fondamentalismo induista di Alessandro Monti

L'India in bilico, tra partitocrazia e fondamentalismo induista L'India in bilico, tra partitocrazia e fondamentalismo induista REGENSIOI^E Alessandro Monti LA Storia dell'India di Michel�guglielmo Torri affronta con densità e rigore i processi di unificazione e disintegrazione, in termini organizzativi sia politici sia militari, del subcontinente india�no. A tale scopo Torri adotta alcuni criteri guida di analisi, in particola�re la concezione, mutuata dallo storico canadese William McNeill, deir«Ecuméne». Il concetto definisce l'area geo�grafica intercontinentale abitata dai popoli sedentari, cioè agricoli, e in quanto tali opposti radicalmente, per civiltà e cultura, ai popoli noma�di. Parlare di «Ecumène» significa innanzitutto abbandonare il discor�so tradizionale che accentra l'origi�ne della civiltà umana attorno al triangolo costituito dai tre bacmi culturali: la Mesopotamia, l'Egitto e infine il Mediterraneo. Invece, la divisione tra i due gruppi dei seden�tari, in origine agricoltori, e dei nomadi, in origine allevatori, per�mette di avere una visione globale («ecumenica», appunto) dei movi�menti e dei rapporti intercorrenti sia all'interno di un blocco sia tra i due blocchi contrapposti. In tal modo, la storia del subcontinente indiano è di fatto sottratta all'isola�mento e alla stagnazione, o decaden�za progressiva, dovuti in teoria alla particolare conformazione geografi�ca del subcontinente, tale da isolar�la sia da contatti regolari con la Cina, un altro grande polo di svilup�po all'interno dell'«Ecuméne», sia con l'area costituita dal Mediterra�neo. La visione «integra�le» proposta da Torri sostituisce in primo luogo la concezione «in�tegrativa» coloniale e orientalista (nel senso dato da Said al termi�ne) del subcontinente indiano, la cui civiltà di matrice ariana rimane statica nel tempo, per poi essere «rivitalizzata» dai dominatori musulmani, i mo�gul, e soprattutto inglesi. A ben vedere, se si considera l'incipit di Orientalismo, in cui Said riporta brani del discorso tenuto ai Comuni da Balfour nel 1910 sulla necessità di ricondurre grazie agli inglesi l'Egitto (e l'intero mondo orientale) dal passato al presente, il libro di Torri distrugge dalle fondamenta l'ipotesi di una «differenza» di sviREGENAlessM luppo all'interno di quella grande struttura unitaria che appare esse�re r((Ecuméne». Per sottolineare ulteriormente l'importanza della svolta metodologica messa in opera da Torri, vorrei ricordare come nel�la cultura occidentale il concetto di «diverso» e di esotico nasca dalla contrapposizione, espressa dalla cultura greca, tra il cosiddetto «oikumene» (o metaforico «luogo di ca�sa», le piccole patrie della «polis») e la visione dei luoghi «esterni» siano essi «thoma» (luoghi delle meravi�glie) o soprattutto «eschatia», le SIOI^E ndro ti «terre desolate» a cui attingerà anche Eliot, che tendono a essere uguali nella loro morfo�logia di disordine estre�mo. Torri sostituisce a tale stereotipata «ima�go mundi» il concetto di un movimento a grandi linee sincronico tra i settori occidentale e orientale dell'«Ecumène»; tra i vari esempi che si potrebbero dare cito, ad apertura di pagina, il confronto tra i processi di centralizzazione statale in Europa e in India, tra il 1000 e il 1400 (p. 168). A partire da tali sinergie, la storia indiana si svolge secondo un tracciato che analizza le strategie di controllo del subcontinente da parte dei vari potentati, autoctoni o no, e la formazione correlata di un apparato am�ministrativo e civile in grado di conservare il territorio e di difender�lo. L'India è quindi vista come un «sistema mondo» (cioè un'entità au�tonoma ma legata ai problemi globa�li dell'((Ecumèno»), a sua volta divi�so in un «imperò mondo» e in una «economia mondo». Un ulteriore punto innovativo di analisi riguarda la constatazione che a periodi di debolezza politica o militare del subcontinente non cor�rispondono di necessità omologhe fasi di declino economico o commer�ciale: di conseguenza, la dominazio�ne inglese non può essere fatta risalire a una fragilità intema del�l'apparato militare e amministrati�vo indiano. Vale anzi la pena di sottolineare come gli inglesi riprese�ro di fatto il sistema amministrati�vo dell'impero mogul, a sua volta mantenuto pressoché pari pari do�po l'Indipendenza. Può stupire, in tempi di microsto�rie o di «sludi subalterni», per para�frasare gli studiosi indiani che cerca�no di ridare voce a chi è fuori dagli schemi di egemonia, una storia che tratta di questioni militari, politi�che ed economiche, senza prestare troppa attenzione a problemi dal «margine». Tuttavia, tale imposta�zione sfata opinioni tradizionali. Così, la presunta debolezza militare dell'India non è più legata a proble�mi di casta, ma riguarda la superio�re tecnologia militare dei popoliesercito dei nomadi, dovuta all'uso dell'arco composito abbinato al ca�vallo. In modo analogo, l'induismo sanscritizzato è visto come un co�strutto coloniale, a cui Torri con�trappone l'analisi accurata del brahmanesimo a dei vari movimenti eterodossi (buddismo, jainismo, tantrismo, bhakti, sani), la cui nascita e diffusione, o declino, dipende da analoghi movimenti tra le classi sociali. Grande ampiezza è infine data alla trattazione dell'India contem�poranea; in modo particolare. Torri analizza con buon equilibrio la dege�nerazione sofferta dal modello seco�lare e democratico messo in allo da Nehru e che si è tuttavia trasforma�lo ben presto in una specie di dittatura partitocratica, a cui ha risposto, per reazione, la crescita del fondamentalismo induista. DALLE ORIGINI AL '900, DAI MOGUL AL COLONIALISMO INGLESE, DALL'INDIPENDENZA AL DOPO GANDHI: SOCIETÀ', ECONOMIA E POLITICA IN UN SAGGIO DI TORRI La storia millenaria di un subcontinente sottratto all'immagine stereotipata dell'isolamento e visto in un'ottica «ecumenica», in costante rapporto e raffronto con il Mediterraneo e l'Europa da un lato e con l'Oriente dall'altro La «Storia dell'India» di Michelguglielmo Torri, edita da Laterza, racchiude economia, politica, società e cultura del subcontinente, interpretato come un «sistema mondo» MichelguglielrnoTorri Storia dell'India Laterza, pp. 839, L. 65.000 SAGGIO

Persone citate: Balfour, Michelguglielmo Torri, Nehru, Said, William Mcneill