Lega, tre donne di ferro per il governo

Lega, tre donne di ferro per il governo NEL CARROCCIO UN NUOVO GRUPPO DIRIGENTE Lega, tre donne di ferro per il governo Ecco la pattuglia di Bossi: difenderà scuola e famiglia il caso GiQl Padovani TUTTO incominciò nel luglio 1999, al congresso che diede i pieni poteri a Bossi. Davanti al popolo in camicia verde, la ex parla�mentare Sonia Viale, avvocato civi�lista a Bordighera, disse: «Vogliamo un terzo di posti nelle nostre liste». Ma la mozione della «Padania Ro�sa» fu respinta. A quel punto, a sorpresa intervenne lo stesso segre�tario, che s'impegnò a garantire alle donne almeno 0 20 per cento di rappresentanza. «Io non sono fem�minista disse Umberto Bossi alla platea del Palasport di Varese però devo dire che noi abbiamo donne brave e capaci e dobbiamo farle andare avanti. E' bene che in politica vi siano le donne». Da allora, la scalata al potere della seconda metà del cielo leghi�sta è continuata. Accanto alla combattk a Sonia, presidente delle Don�ne Padane, è cresciuto il gruppo delle eredi di Irene Pivetti: quando la «pasionaria» milanese fu eletta presidente della Camera, nel '94, erano appena entrate in politica. Ora sono una delle carte segrete che il «Senatur» sta spendendo nelle trattative ad Arcore con Silvio Ber�lusconi. Così, mentre da novembre la grintosa Rosi Mauro guida il Sin. Pa. (il sindacato che non accetta la concertazione), a Roberto Maroni è stato affidato il compito di far crescere questo nuovo gruppo diri�gente attraverso le riunioni della segretaria politica di via Bellerio. A Francesca Martini, 39 anni, verone�se, due figli, è stata affidata la famiglia: oggi è capo segreteria in Regione Veneto dell'assessore alla cultura leghista, Ferrajotto, ma è destinata ad un seggio parlamenta�re e forse ad un molo nel governo. Alla deputata varesotta Giovanna Bianchi Clerici, laureata in lingue orientali (giapponese), 42 anni, due figli, eletta a Gallarate, è affidata la scuola. E l'ex presidente della Regio�ne Friuli Venezia Giulia (nel ,94-'95), Alessandra Guerra, 37 an�ni, una figlia, forse la più ambiziosa del gruppo, potrebbe diventare mi�nistra. Spiega Bobo Maroni: «Sono bra�ve, preparate, costituiscono il nu�cleo di un nuovo ceto dirigente della Lega che è cresciuto negli enti locali e poi ha studiato, si è confron�tato sui progranuni, ed è pronto per govemare». Aggiunge Roberto Calderoli, segretario della Lega in Lom�bardia: «Il vivaio è buono. Afuria di scottarci, siamo diventati più atten�ti. Queste donne sono completa�mente diverse dallo stile-Pivetti, ima che invece aveva soltanto vo�glia di arrivare. Queste non chiedo�no, ma accettano gli incarichi». Ecco allora il loro programma. «Prima di tutto, ima politica seria per la famiglia», spiega Francesca Martini: detrazioni dal reddito im�ponibile perle spese destinate all'in�fanzia, agevolazioni economiche su ticket e acquisto di pannolini e omogeneizzati. «Ho già lavorato ad un progetto di legge che è fermo in Senato dice la Martini e durante le riunioni dell'Officina di via Rova�ni, dove ci confrontiamo con Forza Italia e gli altri partiti del Polo per il programma, questi temi sono stati indicati tra le priorità del govemo Berlusconi». In Friuli Venezia Giulia la com�battiva Alessandra Guerra ha fatto inserire nella finanziaria regionale del presidente azzurro Roberto An�tonione alcuni incentivi per favori�re la maternità: un assegno «una tantum» di sei milioni per il secon�do figlio, di 9 per quelli successivi e un «premio speciale» di dieci milio�ni per il parto gemellare. «Qui in Friuli (ice la Guerra c'è una Regione laboratorio: oltre alle nor�me contro la denatalità, mi sono occupata delle guardie comunali per la sicurezza, del recupero della cultura celtica, di iniziative contro l'islamizzazione dell'Europa». Vie�ne quasi in mente Haider, a sentir�la. Ma lei replica, seccata: «Haider? Non me ne occupo». Quanto alle voci che la vogliono ministra con Bossi, replica come lo scrivano Bartleby di Melville: «Preferirei di no». Poi aggiunge, giudiziosa: «Sono un soldato, non un generale, vado do�ve mi mettono». In realtà Alessan�dra vorrebbe rimanere nel suo Friu�li, magari subentrando ad Antonio�ne alla guida della Giunta (ironia della sorte, lui fu il suo vicepresi�dente, cinque anni fa) e pare abbia proposto all'esponente di Forza Ita�lia uno scambio alla pari: «Tu vai a Roma a fare il ministro, io resto qui al tuo posto». Non si sa cosa abbia deciso Berlusconi. Molto vicina a Bossi è invece Bianchi Clerici, già nominata nel 1997, a Mantova, ministra del�l'identità padana del governo-om�bra leghista. Ma quelli erano i tempi della secessione, acqua passa�ta. Ora la nuova parola d'ordine è «devolution». Prima di tutto sulla scuola. «Famiglia, istruzione, sani�tà, sono i settori dice la deputata ai quali siamo più attenti, perché fanno parte dell'accordo sulla "devolution". Per la scuola, ci stia�mo lavorando. E' vero, avevo prepa�rato un disegno di legge molto più radicale, che prevede il trasferimen�to totale delle competenze alle Re�gioni, modificando l'articolo 117 della Costituzione. Ora andremo a contrattare con i nostri alleati, ma di certo il reclutamento su scala regionale rimarrà». E mentre le donne padane pensa�no ai parti gemellar!, a dare inse�gnanti lombardi ai lombardi, alla polizia locale, i maschietti organiz�zano Miss Padania: sabato prossi�mo sarà eletta al teatro Smeraldo di Milano, presente Bossi. Le donne padane, sul concorso, per ora si limitano al «no comment». Sposate, con figli e laureate «Noi attueremo gli accordi per la devolution, è tutto pronto» In Friuli la Guerra ha proposto ad Antonione : tu vai a Roma e io resto a guidare la Regione Tre delle «donne padane» in corsa per incarichi ministeriali dentro la Lega: dall'alto, l'onorevole Giovanna Bianchi Clerici, della provincia di Varese; Alessandra Guerra, consigliere regionale in Friuli Venezia Giulia, ex presidente della giunta; e Francesca Martini, responsabile della famiglia nella segreteria politica