Del Ponte: quest'anno processerò Milosevic di Pierangelo Sapegno

Del Ponte: quest'anno processerò Milosevic Del Ponte: quest'anno processerò Milosevic «Usuo è l'appello di un disperato che ha paura» intervista Pierangelo Sapegno inviato a GINEVRA LJf intervista di Milosevic a " "La Stampa" è l'appello I di un disperato. L'ex pre�sidente della Jugoslavia ha pau�ra di dover rispondere alla Giu�stizia dei suoi atti e delle sue colpe». Carla Del Ponte si sta occupando in questi giorni del�l'Africa, del Ruanda, altro luogo di dolore con i Balcani attraversato dalle inchieste del Tribunale penale internaziona�li per i crimini di guerra. Se l'ex presidente della Jugoslavia ave�va avuto parole dure per la corte dell'Aia («E' un'istituzio�ne amorale e illegale, inventata come rappresaglia per rappre�sentanti disubbidienti di popoli disubbidienti»), altrettanto fer�ma e forte è la replica di Carla Del Ponte, il grintoso magistra�to svizzero da anni a caccia del ii ili crimine inlernazionaie, che ne ha as�sunto da poèo la presidenza. Dice che Slobodan Milo�sevic potrebbe esse�re trasferito all'Aia già durante l'anno, che lo incontrerà «solo per interrogar�lo», e che il rappor�to con il governo di Belgrado sta t cam�biando dopo le pri�me .incomprensio�ni, dopo le fastidio�se e gravi resisten�ze e i continui ostru�zionismi. Dice il procurato�re: «Restando a Bel�grado, adesso Slobo�dan Milosevic costi�tuisce un pericolo grave e reale per il Paese e il nuovo go�verno. Il suo posto è all'Aia e li deve veni�re al più presto. Il Paese non dev'esse�re più ostaggio di Milosevic e le nuo�ve autorità hanno ormai cominciato a capire che l'ex presi�dente è diventato un motivo d'instabi�lità, che è meglio per tutti se lui si presenta davanti ala Giustizia. Anche Milosevic l'ha capi�to e ora dimostra to e ora dimostra solo di aver paura. Perciò ha rilasciato quest'intervista. Il suo è l'appello di un disperato». La trasferta di Carla Del Pon�te in Ruanda ha fatto seguito al suo viaggio a Belgrado, che si era chiuso il 25 gennaio con qualche pessimismo. Soliti con�trasti con qualche leader politi�co («Non con il governo: ho verificato la voglia di ascoltare sia del ministro degli Esteri sia di quelli dell'Interno e della Giustizia. E il premier Djindjic ha promesso collaborazione»), coperture nemmeno tanto ma�scherate, colloqui polemici e poco costruttivi. Però, anche quel viaggio, dove non tutto è filato liscio, ha già dato i suoi frutti. Un esempio: il procurato�re aveva già aperto la cellula del tribunale nazionale, «ma non era ancora operativa. Ave�vamo trovato gli uffici: solo che il proprietario aveva detto che a noi non li dava. Allora avevamo chiesto al governo che ce li trovasse lui». E dal 25 gennaio «il Tribunale ha suoi uffici a Belgrado e i miei investigatori potranno interrogare diretta�mente testimoni e vittime dei reati per cui procediamo». Durante la visita Carla Del Ponte aveva incontrato il nuo�vo presidente serbo Vojislav Kostunica. Ne era uscita non solo delusa, ma con un identikit non proprio felice: «Non mi è piaciuto per niente, mi ha aggre�dita con una sequela di accuse ingiustificate. Non credo pro�prio che avesse voglia di veder�mi». Che cosa è cambiato da allora? «Il governo sta per pre�sentare al Parlamento una leg�ge che istituisce le modalità di cooperazione con il Tribunale intemazionale». Aggiunge il procuratore: «Voi sapete che le autorità serbe annunciano l'ar�resto, prossimamente, di Milo�sevic?». E voi ci credete? «Per�ché no? Le dichiarazioni in proposito si sono fatte con il passar del tempo sempre più precise. Non è impossibile. Ci fidiamo. Pensiamo davvero che Milosevic possa essere trasferi�to all'Aia entro quest'anno. Al�meno, lo speriamo». Il nodo della questione a questo punto è proprio Kostuni�ca. Sta facendo il gioco delle tre carte? Aiuta Milosevic? Lo vuol fare arrestare a Belgrado per rispondere del saccheggio delle casse del Paese in modo da toglierlo all'Aia? «Diciamo che, su certe cose, Kostunica aveva delle posizioni molto simili a Milosevic». Il procuratore con�ferma di averne avuto una brut�ta impressione, il giorno dell'in�contro, a Belgrado: «Non ero per niente soddisfatta. Perché mi auguravo un dialogo e in quell'occasione mi accorsi che il dialogo era impossibile». Per�ché? «Perché era un monologo di Kostunica, che non aveva nessuna voglia di ascoltare». Che cosa diceva? «Faceva una requisitoria contro il Tribunale dell'Aia. Diceva cose simili a quelle che ha detto Milosevic nell'intervista». Le stesse? «No, non del tutto le stesse cose. Però c'erano molti punti in comune. Ha fatto accostamenti simili, qualche volta è andato ancora più vicino». Il problema, spiega Carla Del Ponte, è che ci sono molte incomprensioni e c'è stata mol�ta disinformazione per quel che riguarda il ruolo del Tribunale internazionale: «Anche nei rap�porti con l'opinione pubblica ci sono molte cose da spiegare e questo era lo scopo della visita a Belgrado. C'era gente che non sapeva quasi niente, e pure i media sapevano poco. Noi ab�biamo aperto anche un'inchie�sta contro le forze kosovare albanesi e molti non lo sapevano. E' stato importante portare a conoscenza di tutti queste notizie. Dunque, adesso il dialo�go è possibile. E si vede già un'evoluzione». L'ultimo punto è quello del�l'inchiesta finanziaria. Nell'in�tervista Milosevic ha detto: «Non ho nessun conto all'este�ro. Solo il mio stipendio e ora neppure quello». Ma dal Tribu�nale intemazionale giungono altre informazioni: «Sebbene non abbia un mandato per inda�gare siflle malversazionidi Mi�losevic in patria, il Tribunale ha svolto indagini sulle sue ricchez�ze all'estero. Abbiamo le prove e siamo pronti a consegnarle». La priorità è quella dell'Aia, dove Milosevic è inquisito «per crimini contro l'umanità e forse per genocidio in merito alla sua responsabilità nella guerra in Bosnia». Aggiunge: «L'inchiesta sulla corruzione è nazionale, non appartiene alla nostra giuri�sdizione. Noi, però, abbiamo promesso un aiuto per questa indagine finanziaria e quando la Jugoslavia avvierà davvero una seria collaborazione, rende�remo accessibili tutte le infor�mazioni e gli elementi di cui siamo in possesso. Ce ne sono già molti. Ad esempio, i soldi trafugati saranno restituiti alla Jugoslavia per bloccare la sua fuga». Comunque, questo è ovvio, «il processo all'Aia non impedi�sce alle autorità locali di perse�guire Milosevic per crimini fi�nanziari». Come finirà? «C'è un atto d'accusa e un mandato d'arresto internazionale. Dun�que, sì, verrà giudicato all'Aia». Anche perché adesso, lascia ca�pire Carla Del Ponte, «i giochi stanno per cambiare. A Belgra�do stanno per presentare la legge sulle modalità della cooperazione. E' un fatto importante. Dunque, nessuno ha rifiutato espressamente di collaborare. Ed è vero che Kostunica è contro l'Aia, ma è altrettanto vero che le sue dichiarazioni pubbliche sono sempre più aper�te., Si vedrà la conclusione tra qualche settimana». Restando a Belgrado | costituisce un pericolo grave e reale per il Paese e il nuovo governo. Il suo posto è al Tribunale e l�deve venire al più presto. Il Paese non dev'essere più suo ostaggio e le nuove autorità capiscono che egli è motivo d'instabilità Kostunica non mi è piaciuto, mi ha aggredita con una sequela di accuse ingiustificate. Non credo proprio che avesse voglia di vedermi. Ma ora Belgrado parla di un arresto. Perché non crederci? Non è impossibile, ci fidiamo. Lo speriamo