COLPE DI MILOSEVIC E SILENZI D'EUROPA di Barbara Spinelli

COLPE DI MILOSEVIC E SILENZI D'EUROPA DOPO L'INTERVISTA A «LASTAMPA» COLPE DI MILOSEVIC E SILENZI D'EUROPA Barbara Spinelli SCONFITTO militarmen�te dalla Nato, sconfessato dai serbi, braccato dai giudici della Corte dell'Aja, Slobodan Milosevic ha scelto di anticipare ogni dibattimento giudiziario sul proprio opera�to, e si è alzato per esercitare l diritto, inalienabile, alla difesa personale. Lo ha fatto eri in una intervista a Giu�seppe Zaccaria, inviato de La Stampa, intervenendo per la prima volta nel processo che ancora non può aver luogo, ma che incombe sulla sua persona e di fatto già comin�cia con questa arringa di autoassoluzione. Non è casua�e che essa venga pronunciata di fronte a quella che egli considera non solo la princi�pale nemica, ma la responsa�bile della propria disfatta: l'opinione pubblica rappre�sentata dai media, la doxa delle nazioni libere che lo ha condannato, che «è in mano ai ricchi e potenti», e che ha consentito la rotta delle sue guerre razziali. Milosevic si erge, offeso, come grande vittima della DIN: HA FATTO«L'Italia si è come ipartnLa Mattina, Molinaristona: ingiu�stamente de�monizzato, ca�stigato, immo�lato. Si rifiu�ta, tenace, di entrare nel mefite delle accu�se, sorvola impassibile sui delitti che gli sono imputati il delitto politico ha per lui un significato completamen�te diverso da quello ordinario e alza le mani al cielo quasi fossero incolpevoli. Si avvale della possibilità di non rispon�dere degli atti compiuti, che per lui non sono la vera sostanza degli eventi, e chie�de di essere esaminato sulla base delle sue intenzioni, in�trecciate alle volontà multisecolari di tutto un popolo. Il processo che subisce non può somigliare a nessun altro, dunque è ricusato: è un processo al comunismo, cosa affatto impensabile per un politico allevato dal partito unico. Il comunismo non è un insieme ài fatti, ma di idee umanitarie condivise dai po�veri della terra. Il comuni�smo questo l'assioma su cui si fonda l'autodifesa non ammette processi. L'interesse dell'intervista di Milosevic è proprio qui, in questa cieca sicurezza delle proprie ragioni e nel sovrano sprezzo dei fatti. L'ex capo serbo sente di dover render TO UN GENOCIDIO comportata ner europei» i e Zaccaria A PAG. 5 conto non già delle azioni compiute, ma delle idee che l'hanno ispirato. Non è Macbeth, non è l'eroe tragico che intuisce il proprio orrore: sulle sue mani o su quelle di Lady Macbeth non c'è san�gue. L'unica realtà sussisten�te è una battaglia nobile perché perduta: la battaglia di tutti gli oppressi contro i persecutori, di tutti i poveri contro i ricchi, di tutti i piccoli contro i grandi schie�rati per abbatterli. La sua forza è la forza del vinto, e Milosevic lo dice a chiare lettere: sul banco degli impu�tati si vuol portare non lui, ma l'idea che lui impersona. «Una parte influente della comunità internazionale» i poteri forti dell'America e dei media si è permessa di sacrificare in olocausto chi ha osato dissentire dal pensiero unico: la Serbia indomita, che sempre ha combattuto i despoti. Un piccolo stato che simboleggia l'umanità aggio�gata dai Vincenti. Tale è stata l'offensiva contro Belgrado: «Il sacrificio di un leader divenuto me�tafora dell'op�posizione alla politica ameri�cana». Grazie a questa magi ca figura retorica la metafo�ra l'autodifesa cessa di esser tale e diventa requisitoria, atto di accusa di un comuni�sta che ripudia non solo la guerra Nato del 1999, ma l'esito della guerra fredda e la caduta del Muro. La batta�glia continua, contro i nemici di sempre: la minuscola Ser�bia si è elevata da sola e contro tutti, per vendicare 1*89. La metafora trasfigura gli accadimenti, li trasporta lontano dai fatti, e scagiona crimini e misfatti. Ci sono espressioni, nelle risposte di Milosevic, che volutamente echeggiano l'autodifesa del comunismo di fronte a giudi�zi e processi. Non stupisce a questo pun�to che Milosevic neghi autori�tà all'Occidente democrati�co, parlando di «cosiddetta comunità internazionale» co�me a suo tempo i comunisti parlavano di Mondo Libero, mettendolo tra virgolette. Le sue guerre non si limitavano alla difesa della Serbia ma si proponevano la liberazione dell'umanità e in particola�re dell'Europa dal nuovo colonialismo americano. DIN: HA FATTO UN GENOCIDIO «L'Italia si è comportata come ipartner europei» La Mattina, Molinari e Zaccaria A PAG. 5 CONTINUA A PAGINA 4 PRIMA COLONNA

Luoghi citati: Aja, America, Belgrado, Europa, Italia, Serbia