L'ultimo sfogo contro il Tesoro «Basta, ora la misura è colma»
L'ultimo sfogo contro il Tesoro «Basta, ora la misura è colma» UN RAPPORTO DIFFICILE E TANTE INCOMPRENSIOMI L'ultimo sfogo contro il Tesoro «Basta, ora la misura è colma» retroscena Roberto Ippolito ERA l'S gennaio. Domenico Cempella metteva piede a Palazzo Chigi. L'ammini�stratore delegato dell'Alitalia appariva molto sicuro di sé. Ma era pur sempre il manager che dipende dal ministero del Teso�ro, titolare della maggioranza delle azioni della compagnia aerea, e che non appariva affat�to tenero proprio nei confronti del governo. Da tempo, infatti, Cempella faceva trapelare tutto il suo malumore. Secondo lui, l'azienda non era stata difesa adeguatamente di fronte alla Commissione euro�pea che nel luglio 1997 aveva dato il via libera all'aumento di capitale considerandolo però co�me aiuto di stato: in pratica l'Alitalia veniva rifinanziata ma doveva subire molte limita�zioni nella sua attività, attività secondo la Commissione «droga�ta» dall'iniezione di denaro pub�blico. Ma il Tribunale di primo grado delle Comunità europee ha bocciato dopo molti anni quella decisione della Commis�sione. In pratica l'Alitalia avreb�be potuto avere maggiore liber�tà d'azione. Giomo dopo giomo, Cempel�la è apparso sempre più lontano dal govemo. E in tanti lo hanno accreditato in volo verso il cen�trodestra. E' vero? Pesano le ormai vicine elezioni? Il risenti�mento del manager è giustifica�to? Quell'8 gennaio Cempella incontra proprio il presidente del consiglio Giuliano Amato. Circolano voci di sue possibili dimissioni, ma a Palazzo Chigi non vengono presentate. Anzi si diffonde una notizia ovviamente priva di conferme: Cempella si sarebbe detto dispo�sto a lasciare l'Alitalia solo in cambio di un dirottamento ver�so un'altra poltrona importan�te, per esempio nel gruppo Finmeccanica. Temendo dispu�te politiche e strumentalizzazio�ni (le elezioni sono sempre più vicine), il govemo non chiede a Cempella di farsi da parte. Ma l'insoddisfazione per la sua ge�stione è evidente: l'alleanza vo�luta da lui con la Klm e definita fondamentale è durata appena pochi mesi, nessun patto con altre compagnie si è profilato all'orizzonte nonostante la pro�clamata necessità, le perdite in compenso continuano a salire. Il ministro del tesoro Vincen�zo Visco non può certamente gradire tutto questo. E il suo collega dei trasporti Pierluigi Bersani fa sapere che ovviamen�te è Cempella che deve gestire la ricerca del nuovo alleato avendo concepito lui il piano industriale che ne disegna l'identikit. Quell'8 gennaio Ama�to non chiede all'amministrato�re delegato di farsi da parte. Ma non gli fa nemmeno avere il suo pieno conforto. Insomma Cem�pella è sempre più solo: senza alleati e senza l'azionista alle spalle, azionista del resto che lui stesso ha preso esplicitamen�te di petto. Passano i giorni. E del disge�lo non c'è traccia. Anzi qualcu�no vede ancora tracce di movi�menti di Cempella verso il cen�trodestra. E tracce del governo impegnato a far valere i suoi diritti di azionista, ovvero di scegliere direttamente l'alleato del Alitalia. Cos�Cempella si sente quasi commissariato: pri�ma toccava a lui proseguire l'infinita e infruttuosa ricerca del partner. Ad Amato viene attribuito l'annuncio di un'imminente al�leanza dell'Alitalia, fra l'altro di nuovo con la Klm. Ma il pre�mier smentisce seccamente. Gioved�scorso, primo febbraio, si dice «esterrefatto» e assicura: «Non ho mai annunciato alcun�ché sull'Alitalia». Cempella prende subito le sue contromi�sure. Sconvoca il consiglio di amministrazione, chiamato a esaminare i programmi azienda�li e pretende chiarimenti. Dall'Alitalia viene fatto tra�pelare che il ministero del teso�ro, ovvero il suo direttore gene�rale Mario Draghi, lavora alla ricerca dell'alleato all'insaputa di Cempella. Altre fonti precisa�no invece che Cempella sa tut�to. Ma il problema non è essere informati: l'amministratore de�legato è ormai esautorato dalla scelta decisiva, scelta che for�malmente compete all'azioni�sta. Visco e i suoi collaboratori hanno tutto il diritto di trovare quel partner che Cempella non ha individuato. Ma il lungo logoramento dei rapporti fra govemo e amministratore dele�gato si avvicina inesorabilmen�te al punto di non ritorno. Nessun manager può andare avanti sgradito alla proprietà, sia che questa dichiari pubbUcamente la sua sfiducia sia che non lo faccia. Tant'é vero che ieri a uno stretto collaboratore avrebbe confidato: «La misura è colma». E in un clima cos�deteriora�to diventa sempre più difficile per Cempella rimediare a tutte le falle della compagnia. Per dare ossigeno all'azienda, negli ultimi mesi ha concepito il ricor�so al tradizionale sistema di vendere propri aerei e di riutiliz�zarli. Ma che cosa si può fare più? L'Alitalia, dicono le voci maligne, secondo le stime circo�late da tempo ha perso 400 miliardi nel 2000 e ora si scopri�rebbero perdite ancora più pe-1 santi. Ma molto più pesanti. L'S gennaio l'incontro decisivo con Amato Per la compagnia di bandiera . si annunciano forti perdite anche nei 2000
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