Parigi, torna il grande corruttore

Parigi, torna il grande corruttore Parigi, torna il grande corruttore Preso a Manila l'uomo chiave del caso Elf Enrico Moiinari PARIGI «Ne so abbastanza per far saltare venti volte la Repubblica». Alfred Sirven è ancora a Manila, 20 mila cliilometri da Parigi; aspetta di salire, ammanettato, sull'aereo in partenza per l'Europa, ma il tono delle sue dichiarazioni è già minaccioso, e il ritomo, domani mattina, dell'uomo chiave dello scandalo Elf, fa tremare l'esta�blishment francese. Cosa può sve�lare, chi può coinvolgere il «gran�de corruttore»? E' davvero in possesso delle tessere che permet�teranno di completare il puzzle che passerà senza dubbio alla storia come il maxiscandalo del�l'era mitterrandiana? C'è anche chi tira un sospiro di soUievo: l'arresto del superlatitante, in fuga dal 1996, farà ripartire da zero l'istruttoria, e forse sospen�dere o rinviare chissà a quando il processo che da tre settimane tiene la Francia con il fiato sospe�so. Sul banco degh imputati, accu�sati di appropriazione indebita, personaggi eccellenti: a fianco dell'ex presidente di «Elf-Aquitaine» Loik Le Floch-Prigent, l'ex ministro degh Esteri di Mitter�rand Roland Dumas e la sua amante, Christine Deviers-Joncour, la donna che si autodefini�sce «la putain de la République». Fino a ieri, Christine era la star del «feuilleton» nel quale s'intrec�ciano affari e politica, sesso e tangenti, vendite d'armi e intri�ghi diplomatici. La cinquantenne bruna, slanciata, elegante e anco�ra piacente, era presentata come una specie di Mata Hari, messa nel letto dello stagionato Roland Dumas per convincerlo, sfruttan�do le sue arti amatorie, a togliere il veto alla vendita di sei navi da guerra a Taiwan. Il ministro de�gh Esteri di Mitterrand non vole�va provocare l'ira di Pechino: alla fine, però, la «puttana della Re�pubblica» ebbe ragione delle sue resistenze. Compenso per le pre�stazioni: 64,5 milioni di franchi, quasi 20 mihardi di lire. Una manna di cui (sospetta l'accusa) avrebbe approfittato Dumas. Il ministro era di casa nel lussuoso alloggio della «rive gauche» acqui�stato dall'amante, da cui accetta�va regali costosi: statuette anti�che, quadri, e un paio di stivalet�ti, tre mihoni di lire, su misura per lui (che ha alluci delicati) dal celebre «bottier» Berluti. Gli interrogatori di Christine in tribunale hanno attizzato la malsana curiosità dei media e di un pubblico avido di particolari scabrosi. Tra dichiarazioni d'amore («Ho amato Roland con tutta la forza dei miei sentimen�ti») e stupefacenti confessioni («Sì, avevo un altro amante, ma lo usavo per far ingelosire Ro�land»), la donna è parsa ben decisa a non affondare da sola. Dumas sapeva che Christine ave�va conti bancari in Svizzera? «Ma certo: ogni volta che rientra�lo da Ginevra mi faceva l'occhioino». Dumas, 78 anni suonati, è apparso invecchiato, curvo sul bastone, con scatti di rabbia e di megalomania. Un giorno, imitan�do Fidel Castro («La historia me absolverà») ha affermato «La sto�ria mi darà ragione». Un altro giorno ha minacciato: «Prima o poi mi occuperò personalmente di certi giudici e allora vedremo ' cosa succederà». Con Christine si è mostrato freddo (le ha voltato le spalle con ostentazione) e sprez�zante («Era solo una "maitresse", un'amante, una delle tante»). Ma lei non demorde: tra le lenzuola (di seta) della casa della «rive gauche» dava il suo contributo alla gestione della diplomazia sotterranea'della Francia. Ora i riflettori si spostano su Alfred Sirven. La latitanza si è conclusa ieri mattina in in quar�tiere residenziale di Manila. Fini�ta la belici vita ai Tropici con Vilma, la giovane governante fi�lippina: nel giro di poche ore, l'ex numero due di Elf durante l'era di Mitterrand, che si era servito di un passaporto (also per entra�re nel Paese, è stato espulso e imbarcato su un aereo Lufthan�sa. Destinazione: Parigi, via Fran�coforte. In tribunale, gh imputati gh avevano addossato tutte le colpe: era stato lui dicevano a reclutare Christine, a darle uno strapagato impiego fittizio, a co�prirla di miliardi nell'ambito del�lo «scambio di favori» con Du�mas. Sempre lui avrebbe gestito una vorticosa rete di «fondi neri», serviti fra l'altro (attraverso l'ac�quisto, da parte di Elf, della raffineria di Leuna nell'ex Ddr) per finanziare la campagna elet�torale di Helmut Kohl. Sirven, però, è un uomo che la sa lunga e c'è da scommettere che non accet�terà di recitare la parte del capro espiatorio. E' ima mina vagante il cui ritomo fa sudare freddo tutti coloro che hanno bazzicato il sottobosco francese, all'incerto confine tra affari e politica. L'allora ministro degli Esteri Dumas con Christine Deviers-Joncour nel 1990