IN ATTESA DI GIUDIZIO di Enzo Bettiza
IN ATTESA DI GIUDIZIO IN ATTESA DI GIUDIZIO Enzo Bettiza QUESTA intervista rac�colta a Belgrado dal nostro Zaccaria, è la prima che il presidente serbo depo�sto, Slobodan Milosevic, rila�scia a un quotidiano dopo lo scontro armato con l'Occi�dente. Si tratta quindi di un documento d'urto sia perché rompe la suspense di un silenzio ambiguo e lungo, sia perché le confessioni che vi si leggono rivelano l'atteg�giamento impenitente di un ex capo di Stato e di combat�timento che declina ogni corresponsabilità politica e morale nelle sconfitte che dapprima hanno distrutto l'ex Jugoslavia, poi minaccia�to di sterminio il Kosovo e infine travolto la Serbia stes�sa. In un momento di delica�ta transizione dalla guerra alla pace e alla ricostruzione balcanica, il documento, al di là delle osser�vazioni critiche ^^^^ che inevitabil�mente suscita, impone comun�que un'attenta lettura analiti�ca e umana. Non va dimen�ticato che esso ci viene offerto da un sorveglia�to speciale, con�trollato dalla polizia serba ventiquattr'ore su ventiquattro: cioè da un uomo ormai solo, impegnato in un disperato braccio di ferro con le autorità locali da un lato e con il procuratore internazionale Carla Del Ponte dall'altro. Situazione d'emergenza che rende tanto più emergenti ed eccezionali le parole dell'ex presidente vigilato e perseguito. Milosevic non si pente. Rifiuta qualsiasi cenno auto�critico. Continua a ritenere responsabili i croati, gli slo�veni e gii albanesi della «guerra dei dieci anni». Di se stesso dice di aver costitui�to un elemento di stabilità nei Balcani e di essere stato scaricato dagli occidentali quando non serviva più. Giudica il risultato elettora�le, che lo ha detronizzato, frutto di corruzione e di KOSOVO Da 4giorni a Mtra albanesi e slngrldBaduriIA TRAGEDIDa Holbrooki protagoniDomenico Qu pressioni esterne ma, al tem�po stesso, evita di prendersela personalmente col neopresi�dente, Kostunica che lo ha sostituito. Sostiene che la storia lo assolverà poiché sa�rebbero stati gli altri, in particolare gli americani, non la sua Serbia, a fomentare e a scatenare le guerre. Dell'Eu�ropa dice che, da indifferente ' che era, sarebbe diventata poi vittima della volontà aggressi�va degli Stati Uniti. All'Italia rivolge qualche buona paro�la, pur giudicandola opportu�nista e troppo debole per opporsi allo strapotere dei più forti. Osserva infine che «nessuno può fare cattivo un uomo buono e giusto» e, di conseguenza, ritiene assoluta�mente illegale il Tribunale dell'Aia che lo vorrebbe pro�cessare come criminale di guerra. Ci troviamo di fronte alle dure asserzioni 'm^mmm del massimo protagonista della storia bal�canica dell'ulti�mo quindicen�nio. Un prota�gonista che, proprio perché perdente e asse�diato, si ostina a declinare su�perbamente ogni diretta re�sponsabilità nel lungo catacli�sma che ha seminato centina�ia di migliaia di morti e condotto la Serbia all'orlo del collasso civile ed economico. Il potere perduto fa nascere oggi in Milosevic, insieme con l'orgoglio del combatten�te tenace ma sconfitto, il timore di perdere pure la libertà personale. L'intervista è perciò anche una testimo�nianza biografica degna, se non di giustificazione, di mi�surata considerazione. Le fra�si sono quelle di un personag�gio consapevole del multifor�me ruolo storico che ha svolto, ora con ora contro l'Occidente, e che oggi difen�de coi denti la propria soprav�vivenza nonché la memoria di un operato che egli si sforza di giudicare positivo anche se tradito dalla sorte e dagli uomini. N FIAMME Mitrovica scontri oldati della Kfor naAPAGlNA2 A BALCANICA ke alla Plavsic sti della crisi rlco A PAGINA 2
Persone citate: Carla Del Ponte, Kostunica, Milosevic, Plavsic, Slobodan Milosevic
Luoghi citati: Balcani, Belgrado, Italia, Jugoslavia, Kosovo, Serbia, Stati Uniti
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