Ubi Minor White, immagini con sentimento di Rocco Moliterni

Ubi Minor White, immagini con sentimento Ubi Minor White, immagini con sentimento LA MÓSTRA DELLA SETTIMANA Rocco Moliterni COLUI che è di�sponibile a por�tare il suo cuo�re, la sua men�te, le sue viscere, e la sua intuizione a gio�care su ima Sequenza raggiungerà la com�prensione...»: cos�scriveva nel 1961 Minor White, il grande fotografo americano (fon�datore tra l'altro della rivista e della casa editrice Aperture) le cui celebri sequenze in bianco e nero approdano per la prima volta in Italia, grazie alla mostra «Life is like a cinema of Stills», La vita è una proiezione di fotogram�mi, curata da Filippo Maggia, nella Galleria del Gruppo Credito Valtellinese, al Refettorio delle Stelline di Milano. La frase è ima sorta di manife�sto programmatico, di quello che per White è la fotografia, non un modo per fissare la realtà che ci circonda, ma un mezzo per espri�mere sentimenti e stati d'animo, per scavare nella mente di chi LA MDESETTRocco M guarda (e di chi fotografa). Su questa possibilità White scom�mette per tutta la sua lunga carriera, che inizia negli Anni 30; era nato a Minneapolis nel 1908, e aveva abbandonato ben presto l'idea di sfruttare una laurea scientifica per dedicarsi alla lette�ratura, alla poesia e soprattutto alla fotografia. A fame una persona comples�sa e tormentata anche la scoperta della propria omosessualità, fon�te di non poche compheazioni; sarà accusato di manifestarla troppo apertamente, e sarà que�sta la ragione mai chiarita dell'ab�bandono di cattedre e scuole anche prestigiose. E basta guarda�re alcune sue sequenze per capire come la sessualità, sia presente in tutto il suo lavoro. Prendiamo ad esempio la Fourth Sequence, medita nella versione che viene STRA LA MANA oliterni qui esposta. Fu realiz�zata nel 1947, in due giorni. Sono pietre, rive marine, gibbosi�tà naturali, sabbie e concrezioni calcaree, resti di petrolio e pic�cole dune; eppure chiunque le guardi non può non pensare a qualcosa che abbia a che fare con il sesso; pieghe di corpi, curve e lacerazio�ni. «Essendo vittima in quei po�meriggi di una tempesta emoti�va, quei simboli sessuali erano esattamente ciò di cui avevo biso�gno scriverà in Mirrors Messages Manifestations -. Non è stato necessario studiare quelle forme famigliari, era già stato fatto, cos�ho lavorato molto velocemente». La costante attorno a cui ruota il suo lavoro sono proprio le sequenze. Scrive nel 1961; «Le fotografie di una sequnza o Co�stellazione sono forse comparabi�li a una danza su un tema. Il punto o i punti più importanti dell'insieme sono collocati e ricollocati con variazioni sino a quando l'ultimissimo partecipan�te del pubblico lo ha o. l�ha percepiti». Cos�le sequenze non sono mai fissate una volta per tutte, White aggiunge e toghe immagini e ritoma spesso sul suo lavoro anche a distanza di anni. I tormenti esistenziah lo porte�ranno ad abbracciare anche la religione cristiana e probabilmen�te frutto di questa infatuazione mistica è la serie di case e chiese nella campagna americana, ec�centriche all'apparenza rispetto alla sua produzione. Eppure an�che l�a volte basta l'ombra di un palo del telegrafo, o i vetri infran�ti di una finestra per fare assume�re alla realtà un'altra valenza. Non mancano i ritratti di uomi�ni, in particolare Tom Murphy, allievo e modello prediletto per alcuni anni, ma anche in questi ritratti il corpo sembra piegare le sue geometrie verso qualcos'al�tro; un'angelo caduto con le ah in grembo (almeno questo finisce per sembrare il legno che stringe) è il ritratto in cui Tom ha la testa nell'ombra, del 1947. A concludere il percorso espo�sitivo è la sequenza 17, inedita nella versione che qui viene pre�sentata, di 25 immagini. La prece�dono versi dello stesso White. Ci sono un uomo e una donna, vediamo lui, vediamo lei, tra loro fotografie di vetri rotti, pietre e acque, fratture rocciose, rami o scogh. E sembrano, questi ele�menti della natura, fare da con�trappunto ai sentimenti dell'uo�mo e della donna. Immaginiamo amore, odio, risentimenti, affetti, tutto quello che può legare e avvicinare, allontanare o respin�gere due persone di sesso oppo�sto. Gli sguardi si alternano alla natura, il ritmo delle forme si insegue da un'immagine all'al�tra. Difficile non provare emozio�ne, difficile non pensare che Whi�te sia davvero riuscito a fare qualcosa che nessuno prima di lui aveva neppure pensato si potesse fare. Amico e per più o meno lunghi periodi di tempo in rapporto con altri grandi come Edward Weston e Anselm Adams, White è stato un maestro per generazioni i fotografi. Peter Bunnell, allievo prima e curatore poi, alla Prince�ton University, del vasto patrimo�nio di immagini lasciato da Whi�te, morto nel '76, ha scritto che «fu White, negli Anni 50, a creare un nuovo approccio alla fotogra�fia, capace di amalgamare il duro formalismo tipico del gusto west coast con il più sottile e intellet�tuale atteggiamento dei maestri della est coast Stieglitz e Strand». Dopo Milano, la mostra che è accompagnata da un catalogo Baldini SCastoldi, approderà a marzo alla galleria civica di Mo�dena, che l'ha ideata e organizza�ta. Minor White Milano, Refettorio delle Stelline Orario lun.-ven. 10-19. Sab. 9-13 Chiuso domenica Fino al 24febbraio ARRIVANO PER LA PRIMA VOLTA IN ITALIA LE SEQUENZE CON CUI IL GRANDE MAESTRO AMERICANO CERCAVA DI ESPRIMERE LE VERITÀ' NASCOSTE DELLA FOTOGRAFIA «Picture 16», del 1963, da «Sequenze 17» di Minor White: è una delle immagini esposte a Milano

Luoghi citati: Italia, Milano, Minneapolis, Stra