La piccola ringhiera umbra di Federico II di Fiorella Minervino

La piccola ringhiera umbra di Federico II MONTEFALCO, IN CIMA A UN COLLE Al MARGINI OCCIDENTALI DELLA VALLE COMPRESA FRA ASSISI E SPOLETO La piccola ringhiera umbra di Federico II WEEKEND Fiorella Minervino MONTEFALCO è un ame�no borgo nell'Umbria più verde, non lontano da Assi�si, in cima a un colle (alto circa 473 m) ai margini occidentali della valle compresa per l'appunto fra Assisi e Spoleto. Dalla mirabile vista che si gode . da Montefalco, il paese riceve il nome di "Ringhiera dell'Umbria": si ammirano Perugia, Spello, Trevi, Bevagna, Gualdo Cattaneo, nonché le cime degli Appennini e dei Monti Martani. Collocazione che nei secoli confer�ruolo strategico al villaggio per la difesa e controllo della Valle Umbra a Sud. Già insediamento di epoca roma�na, ebbe il suo nome dall'imperato�re svevo Federico II, tanto die una Porta ne conserva il ricordo e lo stemma imperiale. Federico n era appassionato di caccia al falcone, sicché battezzò questo luogo prege�vole come Montefalco. libero Co�mune, retto da consoli, in seguito da un podestà, ebbe decisivi poteri riconosciuti dai pontefici. Dopo aiteme vicende, venne saccheggiata dalla Bande Nere nel 1527. Pio IX nel 1848 le confer�il titolo di città. Cinta da doppie mura, Montefal�co presenta ben 5 porte d'accesso, oltre a quella di Federico, si contano quella di S. Agostino, Porta Camiano, della Rocca, e di S. Leonardo. Un incantevole intrico di vicoli, di anti�che chiese con vasta piazza circola�re del Palazzo del Comune trecente�sco, regalano a Montefalco un'atmo�sfera sospesa nel tempo, quasi cri�stallizzata nel Medioevo. Montefalco vanta un museo e capolavori memorabili perfino per una terra ricca come l'Umbria. Co�struita fra il 1275 e il 1327, la Chiesa di Sant'Agostino é esempio notevo�le di gotico, affrescata alle pareti da Ambrogio Lorenzetti e seguaci, Bar�tolomeo Caporali, da Giovanni di Corraduccio, Iacopo di Vinciolo, Francesco Melanzio e cosi via. Altre importanti testimonianze di pittura umbra si trovano nella Chiesa di Santa Chiara e in quella di Santa Illuminata. Prezioso é il Museo Comunale, da poco riabbellito e riaperto, il quale presenta il vero e proprio Museo con opere superbe, diviso su due piani con reperti e sculture romane, seguite da intense Crocefissioni di Jacopo Vincioli e maestri del 200-300 umbri, fino a splendide Madonne, tempere su tela o su tavolo, di Francesco Melanzio. Pa�recchio altro c'è da ammirare, ma unito a fianco si trova un luogo magico, con opere tali da ammalia�re fin i visitatori più distratti. Si tratta della Chiesa di San Francesco con le magnifiche Cappelle, e l'incre�dibile abside centrale. La Chiesa venne affrescata fra il XIV e XVI secolo. La prima Cappel�la, con Storie di S. Girolamo e Santi, affrescata nel 1452, si deve a Benoz�zo Gozzoli, sub�vicende poco edifi�canti sia nella critica che nei restau�ri. Altre Cappelle furono affidata a Jacopo Vincioli o altri personaggi del tempo. L'incanto proviene dall'abside centrale, ora con ponteggi dopo un lungo e accurato restauro, in via di essere terminato e inaugurato il prossimo ottobre. Si tratta di uno straordinario ciclo dedicato alla vi�ta di San Francesco da Benozzo Gozzoli nel 1452. Non solo è opera superba che incanta mentre si sale per ammmirare da vicino le pitture, ma anche uno dei cicli più importan�ti della pittura italiana nel Rinasci�mento aurorale. Committente per il giovane Goz�zoli, fresco della lezione del Beato Angelico, fu Jacopo da Montefalco, Guardiano del Convento di San Francesco. Per raccontare il Santo di Assisi, Benozzo attinse con distac�co al modello creato da Giotto, se ne discostò in talune scene. Ora, dopo il restauro, i colori sono tornati al loro splendore e alle sfumature chiare, le architetture risultano soxprendenti, nelle case si notano i chiodi e le loro ombre; numerosi dettagli significativi sono ricomparsi per testimoniare un Goz�zoli assai più attento e abile di quanto si pensasse in precedenza. Dodici scene, suddivise su tre regi�stri narrano la vita, dalla nasata alla morte, del Santo quale "Nuovo Cristo"; l'intera Arezzo, come Beva�gna, Montefalco, Assisi, Spello com�paiono nelle loro strutture architet�toniche, mentre altrove si stagliano il Palazzo della Signoria a Firenze e forse la Basilica di San Pietro a Roma. Fra le curiosità di questa meraviglia va ricordata la vasta galleria di francescani illustri sopra gli stalli del coro. Tre soli sono i laici dipinti; Dante quale teologo con la Divina Comme�dia aperta, Petrarca, poeta laureato e con il Canzoniere in mano, infine Giotto mentre dipinge una Madon�na con Bambino. Opera memorabi�le, quando sarà visibile e cadranno i ponteggi, i visitatori potranno am�mirare dal basso questo capolavoro meno conosciuto dal pubblico di quanto meriti. Numerose sono le cerimonie a Montefalco, l'agosto è terminato con una giostra antica fra i 4 quartie�ri della città, dal nome "Fuga del bove", mentre la "Festa dell'uva" in settembre vede sfilare carri alle�gorici. Terra di famosi vini umbri, Montefalco è nota pure per l'olio, il miele, e l'artigianato tessile, notevo�le per la manifattura di tessuti. Uscire da Montefalco verso sera, con un poco di nebbiolina, regala emozioni davvero speciali.. . Un panorama davvero stupendo, l'abside dipinto da Benozzo Gozzoli, le feste, i vini, l'olio La rocca di Montefalco