Formica: è tutta una finzione di Pierluigi Battista

Formica: è tutta una finzione Formica: è tutta una finzione «Non ci sarò, per far chiarezza serve altro» Pierluigi Battista ONOREVOLE Rino Formi�ca, lei sarà presente, ve�nerdì, alla cerimonia d�«scambio» di documenti tra la Fondazione Craxi, la Camera dei deputati e la Presidenza del Consiglio? «Naturalmente no. Non è mia abitudine fare.atto di presenza nelle finzioni. Ho ricevuto l'invito qualche giorno fa. Ringrazio Stefa�nia per il gesto cortese, ma confes�so che sono rimasto di stucco». E perché mai? «Guardi, capisco le intenzioni di Luciano Violante, che può sentir�si culturalmente a suo agio in una cerimonia di "riabilitazione" e che si accredita come il diessino che chiude la partita con i ricordi scomodi su Craxi. Comprendo l'ansia di Giuliano Amato di far dimenticare molti e imbarazzanti silenzi. Capisco meno Stefania Craxi quando accetta un rito che vorrebbe risarcire la memoria di un grande statista. Se si voleva fare i conti con Craxi bisognava provvedere ai funerali di Stato, un anno fa: sarebbe stata una celebrazione riconoscente. Ades�so, con questo balletto di carte, assisteremo soltanto a una rievo�cazione compassionevole. Valeva la pena ottenere una benedizione surrettizia rinunciando a rico�struire la verità storica sull'opera politica di Craxi? La fretta, come sempre, è cattiva consigliera». Di quale rinuncia parla? «Io desidero che l'Italia rilegga tutta intera la figura di Bettino, sottraendola al cruento massacro cui è stata sottoposta dal '92 in poi. E invece, attraverso la ceri�monia delle carte non si farà chiarezza alcuna e verranno com�messi due errori imperdonabili». Quali? «Prima di tutto non si capisce a che titolo le carte di cui dispone la Fondazione Craxi debbano essere consegnate all'archivio della Ca�mera dei deputati anziché, come sarebbe normale e doveroso, al�l'Archivio di Stato. Craxi è stato un leader politico e un uomo di governo. I suoi interventi parla�mentari sono già pubblici e am�piamente consultabili negli Atti che il Parlamento già custodisce. La stessa Stefania, del resto, am�mette che tra quelle carte regna la massima confusione, ma lo scopo di una Fondazione non è appunto quello di mettere ordine e criterio nella documentazione a sua disposizione? E allora perché tanta fretta? Questo dimostra che in questa vicenda c'è poca atten�zione al rigore della ricerca stori�ca e molta sensibilità alle conse�guenze di un'operazione politica destinata a concludersi con una sontuosa pubblicazione di volu�mi che rappresenteranno soltan�to un monumento all'ipocrisia. Ma non mi sembra corretto usare le istituzioni come supporto di un'operazione pohtica. Lo dico con molto rispetto per tutti gli artefici della cerimonia delle car�te». E il secondo errore a suo parere «imperdonabile»? «Con questo scambio di carte un punto essenziale, per forza di cose, non verrà documentato: la storia del presente. Ovvero ciò che è realmente accaduto dal '92 ai nostri giorni. Si omette di fare chiarezza su un aspetto cruciale della nostra storia, e cioè il modo con cui è stato annientato il parti�to di Craxi». Lei ha un'idea di che cosa c'è nelle carte «private» di Cra�xi? «No, non ne ho la più pallida idea. A parte il fatto che per una figura come Craxi non riesco a capire bene il confine preciso tra carte "private" e non private, ricordo soltanto che sulla scrivania di Bettino si accatastavano disordi�natamente montagne di carte e di lettere nemmeno aperte. Riordi�narle sarebbe un ottimo contribu�to alla ricerca storica. Consegnar�le a un destinatario improprio in una cerimonia dal significato equivoco aggiunge confusione a confusione. Sempre che non si voglia cogliere l'occasione per far luce su un paio di episodi». Sarebbe a dire? «In una corretta operazione di glasnost, il presidente Violante potrebbe rendere pubbliche le relazioni degli ispettori che rego�larmente stUavano referti di con�danna sul modo attraverso cui i partiti certificavano i loro bilanci e che regolarmente .venivano ignorati o disattesi dagli interessa�ti. Il presidente della Camera non potrebbe approfittare dell'occa�sione per avviare quest'opera di verità? Quanto ad Amato, sareb�be belio se sottoponesse al pubbli�co esame le relazioni che intrat�tenne con Craxi negli anni '92-'93, quando era presidente del Consigho durante la bufera giudiziaria. Potrebbe rivelare uti�li dettagli sul modo con cui fu prima proposto e poi affondato il decreto "Amato-Conso" in mate�ria di giustizia. Dubito però che la passione della verità sia cos�stra�ripante. Un motivo in più per non presenziare, venerdì, alla cerimo�nia delle finzioni». L'ex ministro socialista Rino Formica

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