lo spettro della crisi paralina l'America di Ugo Bertone

lo spettro della crisi paralina l'America lo spettro della crisi paralina l'America Ai minimi la fiducia dei consumatori. Oggi la Fed taglia i tassi? Ugo Bertone MILANO Gli americani vedono nero: mai cos�in basso da quattro anni, la fiducia dei consumatori america�ni. Un pessimo segnale per un'economia che campa soprat�tutto di consumi interni. Wall Street, per paradosso, fiuta l'aria di buoni affari: il Nasdaq reagi�sce bene alle prime statistiche che confermano aria di recessio�ne, poi perde qualche posizione e chiude comunque in leggerissi�mo positivo (0,040Zo). Cammino inverso per il Dow Jones (-fl,680Zo), in attesa del verdetto di oggi: se Greenspan taglierà i tassi di mezzo punto per frenare la recessione, allora dalle Borse potrebbe emergere qualche se�gnale di ottimismo. Altrimenti? Si rischia il baratro, mormorano i più pessimisti. E non sono pochi. Solo oggi, prima della chiusura del vertice della Federai Reserve, si avrà il dato sul Pil dell'ultimo trimestre (altro indicatore in ge�nere molto atteso), ma le indica�zioni ormai sono precise: l'econo�mia frena più del previsto come dimostra il fatto che la fiducia dei consumatori, prevista attor�no a quota 125, è caduta addirittura a 114. Non è più il caso di pilotare il «soft landing», cioè la frenata del motore surriscaldato della «new» e della «old eco�nomy», ma di invertire la rotta di un missile che si stia avvitando in picchiata. L'Europa? Secondo i disegni dei grandi riimiti a Davos avreb�be i numeri per cogliere la fiacco�la della ripresa economica. Ma i primi segnali non sono positivi, almeno a giudicare dalla frenata della telefonia, finora il motore principale, se non unico, della corsa tecnologica del Vecchio Continente. Nokia il colosso fin�landese che un anno fa brillava quale prima stella delle Borse europee, deve confessare agli azionisti che i margini sui telefo�nini (il 700Zo del giro d'affari) si stanno riducendo oltre le previ�sioni: il 21,30Zo, quasi quattro punti in meno di un armo fa. E la società finlandese conferma la stima di Ericsson: quest'anno , nel mondo, non si venderanno più di 500 milioni di nuovi porta�tili. E' una cifra enorme, ma inferiore del 100Zo alle previsioni di 10 mesi fa. Per combinazione, la Nokia arretra proprio del 100Zo. La caduta degli acquisti, è la spiegazione degli esperti, la si deve alla confusione dei consu�matori, propensi a rinviare gli acquisti in attesa dei portatili della terza generazione. Sarà, ma per il momento la corsa aU'Umts registra un'altra battuta d'arre�sto: Bouygues Telecom rinuncia alla licenza francese e Parigi, dopo l'Italia, deve rivedere al ribasso le stime dell'asta dei cieli. E' questa la sintesi della lunga vigilia dei mercati finanziari, in attesa nervosa e silenziosa delle decisioni del vertice della Fede�rai Reserve, che stasera emetterà la sua sentenza sui tassi di inte�resse. Per avere un'idea della febbre che circonda le scelte di «maestro» Greenspan e dei suoi undici paladini, basti citare l'ulti�ma serie statistica inventata da�gli analisti e riportata dalla Crm: un metodo «infallibile» per sco�prire gli orientamenti dell'enig�matico banchiere consiste nello studiare le dimensioni della Bor�sa che lui porta con sé all'arrivo nell'edificio della Fed. Quando la cartella di Greenspan è piena zeppa, allora si può star certi che la banca centrale si sta accingen�do a modificare i tassi. Se, al contrario, la borsa è «magra», allora si va verso la riconferma della politica monetaria in corsa. Inutile dire che i mercati tifano oggi per ima borsa cos�riempita da assomigliare ad un balde. «Se la Fed taglierà meno di mezzo punto commenta Steve Slifer, capo economista di Lehman Brother ci sarà un'enorme delu�sione sui listini. Se il segnale si limiterà ad un quarto di punto, allora ci saranno conseguenze pesanti per la ripresa economica. E credo che sia l'ultima cosa che la Fed vuole». Anche in Piazza Affari gli ope�ratori stanno con il fiato sospeso. Per ora l'intonazione sembra po�sitiva: sale, con moderazione, la Borsa principale (Mibtel -l-0,500Zo); sfoggia effervescenza, se non euforia, il Nuovo Mercato, trainato dal fenomeno di Tiscali (-1-4,15) e dalla consueta corte di rialzi di poco sotto il 100Zo (stavol�ta è toccato a Freedomland e Cairo) che ha contagiato anche la piccola pattuglia del «biotech», grazie a Novuspharma (-f7,530Zo) e dall'annuncio che i soci di Biosearch hanno deciso di prolun�gare il loro «look up» (ovvero il periodo dopo la quotazione in cui gli azionisti s'impegnano a non vendere). Ma è poca cosa, in attesa che il «Maestro» (cos�è ormai definito Greenspan negli Usa) si decida a parlare. «Il momento cruciale ha det�to pochi giorni fa al Senato il numero uno della banca centrale è quando il declino dell'econo�mia fa breccia nelle abitudini dei consumatori...». E quel momento sembra arrivato. Certo, si è anco�ra lontani dai livelli «neri» (55 punti) toccati nel febbraio del '91, nel pieno della recessione di Bush senior, ma bisogna risalire all'ottobre del '90 per rivedere una caduta cos�massiccia in un solo mese. Certo, alcune «corporations», stanno raccogliendo i frutti delle continue ristruttura�zioni (ieri è stato il caso della Procter SGamble, in forte risali�ta) e il Nasdaq ha riguadagnato più del 130Zo dall'inizio dell'anno. Ma la fiducia dei consumatori, anche negli Usa, è legata più ai posti di lavoro che all'andamen�to del Nasdaq; a gennaio il ricor�so all'indennità di disoccupazio�ne è risalito ad una media di 321 mila lavoratori a settimana (con�tro 302.500), mentre, da Chrysler a Xerox, si moltiplicano i segnah di nuovi tagli. Il numero uno di Microsoft, Bill Gates. In alto, a sinistra, l'incontro con il presidente di Confindustria Antonio D'Amato

Luoghi citati: America, Cairo, Europa, Italia, Milano, Novuspharma, Parigi, Usa, Vecchio Continente