«Fondi pensione, l'anno dell'occasione perduta» di Ugo Bertone

«Fondi pensione, l'anno dell'occasione perduta» COME OFFRIRE CERTEZZE ALLE GENERAZIONI FUTURE «Fondi pensione, l'anno dell'occasione perduta» Onado-.poco efficiente il sistema ìtalìam Ugo Bertone MILANO DOVEVA essere l'anno della grande verifica della riforma Dini sulle pensioni. E invece... «E inve�ce ci siamo giocati il 2001 sospira il professor Marco Onado -. Nel migliore dei casi si comincerà a pensarci di nuovo solo con l'autun�no». L'ex commissario della Consob ha appena terminato un rapporto per l'Abi sul tema previdenziale, in cui suggerisce soluzioni corag�giose dal punto di vista fisca�le per far decollare finalmen�te il sistema a più pilastri, a vantaggio dei più giovani. Un tema «caldo» ma che, curiosamente, in tempi di battaglia preelettorale, non viene sollevato più di tanto. «E' comprensibile replica Onado perché dal punto di vista politico la questione previdenziale rappresenta un rischio per tutti quanti...» Insomma, nonostante i moni�ti ricorrenti da Bruxelles o dal fronte interno (ultimo in ordine di tempo quello della Corte dei Conti), la questione pensionistica è temporanea�mente sospesa. In Italia, be�ninteso, perché dalla Germa�nia arriva la notizia che la riforma delle pensioni ha superato il primo scoglio, quello del Bundestag (il più impegnativo). Chissà se accadrà quanto è successo con la riforma fiscale. Allora si è sostenu�to che le norme italiane erano più avanzate... «Stavolta non credo che possa accadere. Certo, gli stessi tede�schi nutrono dubbi sul fatto che la loro riforma sia sufficien�te, ;Ma la direzione mi sembra quella giusta. Il primo pilastro, irrinunciabile, resta quello del�la previdenza obbligatoria. Poi bisogna far conto sul pilastro della previdenza privata, a ca�pitalizzazione. Ma ciascuno è libero di scegliere chi vuole, come amministratore dei pro�pri risparmi previdenziah. Sen�za saltabeccare qua e là a danno della stabilità del siste�ma, perché esistono vincoli d�tempo molto impegnativi. Ma senza vincolare la scelta dei lavoratori con i forti vantaggi offerti ai fondi negoziali». Lei ritiene che i fondi delle varie categorie abbiano avuto troppi vantaggi in Italia? «Credo che sia stato giusto garantire un trattamento di favore nei primi 5 anni di attività dei nuovi fondi. Ma non ha senso che il trattamen�to di favore riguardi i primi 5 di attività lavorativa dei singo�li lavoratori». Il risultato? «Il meccanismo va a scapito dell'efficienza del sistema fi�nanziario, perché c'è una mi�nor disponibilità dei lavoratori a rivolgersi a chi non si cono�sce ancora. Negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, ma anche in Spagna e, mi par di capire, anche con la riforma tedesca si è inteso garantire più libertà di scelta al lavoratore». Che cosa manca ancora alla riforma italiana? «Vede, si è fatto un gran parla�re sull'equilibrio del sistema in quanto tale. Ma il problema fondamentale è quello di offri�re certezze alle giovani genera�zioni, ovvero di gestire in ma�niera equa il trattamento tra gli interessi di chi è già dentro e di chi è appena entrato. La riforma Dini ha senz'altro crea�to forti differenze a danno dei più giovani». Questo lo si sa da tempo. Ma ci sono forti dissensi sulla misura della forbi�ce... «Vero. Io ho provato a calcola�re quanto dovrebbe versare un giovane, assunto nel '93, per disporre a fine carriera di una pensione che si avvicini ai trattamenti, molto generosi, ga�rantiti alle generazioni passate quando la pensione pubblica arrivava all'B007o. Oggi, con le nuove regole, si può scendere di molto, fino al 60-6507o. E' ovvio, perciò, che si deve per forza puntare sulla previdenza integrativa». Quali ostacoli bisogna su�perare? «Non è stato risolto., il nodo fiscale del trattamento di fine rapporto. Io ritengo, »al contra�rio di quanto sostiene Franco Modigliani, che la previdenza pubblica non possa essere sosti�tuita da quella a ripartizione. Ma sono altres�convinto che sia necessario trovare una solu�zione equa per i più giovani» Ed è possibile? «Sì, purché si abbia il coraggio di sottoscrivere un accordo forte sul trattamento fiscale del Tfr, che nop penalizzi i lavoratori». E che diano certezze ai lavoratori... «Occorre stare attenti all'effet�to annuncio, come dimostrano le reazioni alle varie ipotesi sulle aliquote circolate in pas�sato. In materia previdenziale è importante saper offrire cer�tezze». «Il conto per i giovani è troppo salato Bisogna trovare una soluzione di maggior equità» «Ci vuole il coraggio di sottoscrivere un accordo forte sul trattamento dei fondi del Tfr» Il ministro del Lavoro Cesare Salvi

Persone citate: Cesare Salvi, Dini, Franco Modigliani, Marco Onado, Onado

Luoghi citati: Bruxelles, Gran Bretagna, Italia, Milano, Spagna, Stati Uniti