Il «nemico» Pakistan tende una mano a Delhi di Claudio Gallo

Il «nemico» Pakistan tende una mano a Delhi Il «nemico» Pakistan tende una mano a Delhi Islamahad offre aiuti facendo sperare in una schiarita diplomatica Claudio Gallo Le scosse del terremoto che ha colpito il Gujarat hanno provocato uno squarcio, non si sa quanto profondo né quanto durevole, nella cortina di odio che dal 1947 divide l'India e il Pakistan. Uno dei primi a esprimere la sua solidarietà a New Delhi è stato il presidente pachista�no generale Musharraf, che di solito nel Paese vicino ama piuttosto spedire guer�riglieri e commando in incognito. Il Pakistan, toccato marginalmente dal si�sma, ha offerto l'invio di «generi di conforto» per le popolazioni indiane sofferenti. La catastrofe ha agito come solvente sulla violènta rivalità che divide le due costole del Raj britannico. La devastazio�ne del Nord-Ovest indiano, paragonata a quella provocata da molte bombe al1 idrogeno, ha commosso il nemico isla�mico che pure è intento, insieme con le vittime d�oggi, in una gara a chi costruisce l'atomica più grossa. Per certi aspetti, è la stessa cosa successa tra Grecia e Turchia nel '99, quando due terremoti colpirono in periodi successivi i due Paesi, dando l'avvio alla «diploma�zia del terremoto» che portò a un cauto riavvicinamento diplomatico dei due tradizionali rivali del Mediterraneo orientale. Mentre ancora la maggior parte del mondo vedeva in poltrona le immagini dei morti sotto le macerie, è cominciata la mobilitazione dei soccorsi intemazionali. L'Europa ha inviato una squadra di esperti che dovranno valutare quale tipo di aiuti inviare. La tragedia è avvenuta proprio quando il commissario europeo agh Esteri era in visita in India. Chris Patten ha detto al Parlamento di New Delhi che l'Europa «è pronta a dare il suo aiuto con tutti i mezzi disponibili». Per l'Italia, il ministro degh Esteri Dini ha disposto lo stanziamento di cinque miliardi per un primo intervento a favore deUe popolazioni. La somma sarà utilizzata soprattutto per interventi sanitari e per ripristinare le reti idriche. Il premier Giuliano Amato ha scritto al collega indiano Atal Behari Vajpayee per esprimere la solidarietà del Paese. La Gran Bretagna, dove vive una forte minoranza indiana, ha inviato un primo fondo di nove miliardi. Aiuti arriveranno da Francia, Germania, Norvegia e Olan�da. Il presidente Bush è stato tra i primi a inviare le condoglianze dell'America a New Delhi: «I terremoti non conoscono confini politici. Siamo pronti a offrire l'assistenza necessaria secondo i deside�ri dei governi di India e Pakistan». Tra i messaggi dei grandi della terra è arrivato anche quello di Giovanni Paolo II, che ha espresso «grande tristezza» e ha offerto la sua preghiera per i familiari delle vittime e per i soccorritori. La Caritas, che ha diverse sedi in India, ha deciso una raccolta di fondi intemaziona�le, stanziando subito circa due miliardi in aiuti. Diversi Paesi come il Giappone e la Turchia, che hanno una lunga esperien�za neU'affrontare questo tipo di emergen�ze, hanno inviato squadre di tecnici specializzati nei primi soccorsi alle popo�lazioni terremotate.

Persone citate: Atal, Bush, Chris Patten, Dini, Giovanni Paolo Ii, Giuliano Amato, Musharraf