«Era una grande Italiana»

«Era una grande Italiana» «Era una grande Italiana» inviato a GINEVRA Dopo le 8 di sera, c'è solo un foglio che manca su quella porta della camera 114. Vuol dire che l'ultima regina è morta. Non c'è un nome sulla targhetta, però non c'era nean�che prima. Tutte le altre porte avevano il nome sulla targhetta: ma si è re e regine anche quando si può non apparire. Non c'è il signore seduto qui davanti, che teneva gli occhi bassi e diceva: «Non può entrare». E' come se non ci fosse più nessuno nella camera 114. Quel foglietto diceva: «Avvisate gli infer�mieri prima di entrare». Non serve più avvisare. Maria José, l'ultima regina, è morta in un'ora imprecisa�ta di ieri pomeriggio, in questa camera 114 del reparto geriatria dell'Ospedale Cantonale di Gine�vra, e accanto a lei c'erano tutti, racconta al telefono Maria Gabriel�la ad Amedeo di Savoia, «e c'erano il principe Vittorio Emanuele, Mari�na Doria e sua sorella», elenca un nuovo portavoce della famiglia: «Loro hanno raccolto l'ultimo respi�ro della regina». Com'era? «S'è spen�ta con greaide; dignità-e-serenità», risponde Marina Doria. «E' morta com'era lei», dice Amedeo di Savo�ia, «una donna forte e tranquilla». Poi, mceTnon s'è più svegliata, era in coma da tre giorni. Adesso, la 114 è diventata come un sarcofago, blindato a tutti quelli che tentano di avvicinarsi. Un ispet�tore con il trench insegue il cronista dal piano di sotto, su per le scale, urlando «non si può, non si può». Le infermiere fanno barriera. Una dot�toressa fa come un ufficiale, con il dito puntato: «I giornalisti no». Ma non c'è più nessuno l�dentro alla 114, dove noi non siamo riusciti neanche a intravedere un letto, sbirciando come ladri .dalla porta che si socchiudeva, anche in questi ultimi giomi: la regina Maria José se n'è andata senza svegliarsi, co�me ha detto Amedeo di Savoia, è morta in silenzio. Troppo silenzio, persino. Alle 18,50, Vittorio Ema�nuele la piange con un comunicato vergato a stampatello con grafia precisa e ordinata: «Oggi è mancata mia madre Maria José, una delle più amate e stimate regine d'Italia. Maria José è stata ima vera grande italiana, non solo per essere una Savoia, ma perché ha amato il nostro Paese fin dall'infanzia». Ver�rà sepolta ad Hautecombe, dove c'è il marito, il re Umberto morto in esilio, «e questo vuol dire qualco�sa», insinua Sergio Boschiero, segre�tario dei club reali. Alla messa funebre ha chiesto canterà un coro degli alpini. Certo, vuol dire molto, l'accento su questa polemica infinita, vuol dire quel che ripete Marina Doria: «Peccato che Maria José non possa essere sepolta in Italia». Sarà Haute�combe, funerali gioved�o sabato, perché le sorelle di Vittorio Ema�nuele non possono rientrare prima: Beatrice dal Messico e Maria Pia dalla Florida. Almeno cinque giomi dopo la morte. La regina non sape�va più quel che faceva. Non s'è risvegliata dal coma. Noi avevamo lasciato il principe che andava via dall'ospedale alle 17,30 con Marina Doria. Il suo comunicato è delle 18,50. E' morta in quest'ora, quan�do tutto è cambiato al primo piano di quest'ospedale, quando è sparito un foglietto dalla porta e se n'è andato un guardiano e sono arriva�ti i cerberi. Prima, sembrava una tranquilla villa di paese questo po�sto dove stava per morire l'ultima regina. Le scale in fondo, la porta a vetri. Sulla sinistra, il banco infor�mazioni. Nessuno che ti fermava. Di fronte, il corridoio e gli ascenso' ri: primo piano. Malati che cammi�navano, due che giocavano a carte. Nessuno che guardava la televisio�ne. Non c'erano vóci. Il silenzio era come se punisse i tuoi passi sul pavimento di linoleum. Quasi in fondo al corridoio, la camera 114 e un signore sulla sedia che non si alzava e non levava neppure gli occhi: «Tanto non può entrare». C'era ima foto appesa, e abbiamo chiesto chi l'aveva messa. L'altro, stesso sguardo per terra: «Lei non può entrare. E io non posso parla�re». Maria José di Savoia, nata Sassonia Coburgo, è stata ricovera�ta qui dentro nove giomi. Era in còma da tre: «Dorme solo», diceva 'chi'l'aveva vista. «Oggi, sembra un'agonia che non finisce' mai». Inveqe, è finita. Sulla 114 avevano appiccicato un foglio per ripeterci che il france�se è/una lingua di ordini gentili: «Grazie di voler avvisare la sala infermieri prima di entrare nella camera 114». E' questo il foglio che non c'è più adesso per ricordarci che Maria José è morta, tenendo la mano del figlio. La regina era arriva�ta qui al Beparto Geriatria forse perché cominciava a star meglio. Era stata ricoverata in ospedale il giorno dopo Natale, a Santo Stefa�no! I soliti problemi respiratori, solo che le era capitato altre volte e ce l'aveva sempre fatta. Maria José era una accanita fumatrice, capace di tirar note dai cigarillos pure a 90 anni. Ma capace anche di scalare due volte il Cervino e una volta il Monte Bianco, e a chi le faceva i complimenti, rispondeva: «Ma no! Il Monte Bianco è una passeggiata». Per questo, diceva, se fai vita sana, il fumo non ti fa niente: «Sin da piccola, mia madre mi aveva inse�gnato a marciare 4 ore senza chiede�re da bere», raccontava. Ogni volta, i suoi guai li ha affrontati e vinti. Così, il 26 dicembre la figlia Maria Gabriella l'aveva accompagnata al�l'ospedale, sperando che andasse come le altre volte. Invece, è stata più dura. Tre giomi fa la situazione sarebbe peggiorata. Cos'è successo? «Un blocco polmonare», cercava di spiegare ieri alle 5 del pomeriggio Marina Doria. Vittorio Emanuele smentiva di voler andare a Parigi a un funerale. Marina Doria lasciava memorie come se fosse già tutto finito: «Era ancora bellissima», E poco dopo, era davvero tutto finito. Il figlio ha ricevuto le ultime volontà: «Alla mia messa funebre voglio un coro degli alpini». Marina Doria: ^èspeMr ^riJ con una grande dignità» Nella foto grande, Maria José con Umberto II e i figli in partenza per l'esilio Qui sotto un'immagine recente di Mariajosè

Luoghi citati: Florida, Ginevra, Hautecombe, Italia, Mariajosè, Messico, Parigi, Sassonia Coburgo