L'ulivo lancia Fassino; è lui il numero due di Fabio Martini
L'ulivo lancia Fassino; è lui il numero due L'ulivo lancia Fassino; è lui il numero due «Lavorerò a Milano, l'Ulivo avrà Usuo manifesto per il Nord» Fabio Martini ROMA I fotografi lo implorano: «Mini�stro, ministro, per favore metta l'indice sul manifesto dell'Uli�vo!». Per una volta Piero Fassino non si sottrae, si mette in posa, accenna ad un sorriso. Crepita�no i flash, ma Fassino è già in movimento e i fotografi protesta�no: «Ministro ce ne fai fare un'altra?». E Fassino: «Ma ne avete fatte già tante. Vi ringrazio...». Nean�che nel giorno più importante della sua vita politica, Piero Fassino concede più di tanto allo spettacolo e resta fedele al suo personaggio, quello dell'uomo parco. Certo, Francesco Rutelli è fatto di un'altra pasta e fa di tutto per dare un altro ritmo alla presentazione del numero due della sua squadra. La conferen�za stampa in coppia si apre con queste parole di Rutelli: «Il vice�presidente del Consiglio del pros�simo governo della Repubblica italiana per la legislatura 2001-2006 sarà Piero Fassino». Ma dopo l'esordio all'america�na di Rutelli, è Fassino stesso a spiegare perché sia stato chiama�to proprio lui a fare da vice: «Concentreremo imo sforzo par�ticolare verso il Nord, perché è l�che c'è la locomitiva dell'intero Paese». E poi l'annuncio: «La sede della mia attività sarà a Milano» e il lavoro di cinque gruppi di lavoro si tradurrà «in un manifesto per il Nord». L'an�nuncio di Fassino del trasferi�mento, sia pure a singhiozzo, a Milano ha provocato una doman�da circa possibili dimissioni da ministro. E Fassino al cronista del Giornale ha risposto così: «Scusi, ma a lei risulta che in (Qualsiasi Paese democratico i ministri in carica, quando ci si avvicina alle elezioni, si dimetta-" no? A lei risulta che Chirac, ripresentandosi, si sia dimesso prima? Le risulta che in qualche Paese avvenga?» e in ogni caso «visto che si dice che sono un gran lavoratore, vedrà che ce la farò». Nelle settimane scorse dietro le quinte si era aperto un ballot�taggio informale per la scelta del vice-premier tra il ministro ai Trasporti Pierluigi Bersani, pia�centino e il ministro di Grazia e Giustizia Piero Fassino, torine�se. Quasi coetanei, 49 anni il primo e 51 il secondo, entrambi diessini e ministri, forti tutti e due di un buon rapporto con il mondo imprenditoriale, Bersani e Fassino i si presentavano con profili abbastanza simili ma sicu�ramente non sovrapponibili. I due hanno affrontato il periodo della "competizione" con partico�lare compostezza e dieci giorni fa la scelta dei Ds (e poi degli alleati) si è rivolta su Fassino. Nella conferenza stampa di ieri Rutelli ha evitato, qualsiasi ac�cenno a Bersani, anche se nelle sue parole si possono leggere, sia pure in controluce, i motivi che hanno condotto alla scelta di Fassino. «Ha dimostrato di esse' re una personalità fedele alla sua ispirazione politica ha detto Rutelli ma capace al tempo stesso di costruire un sistema di fiducia, di relazioni e di operosità che ha trovato gran�di consensi nel Paese» e dunque la «missione» di Fassino è quella di «realizzare una grande riscos�sa nell'Italia del Nord». In altre parole, Fassino è sta�to scelto perché personaggio affi�dabile anche in ambienti lontani dalla sinistra, è più "nordista" di quanto non lo sia l'emiliano Bersani ed è uomo conosciuto e apprezzato nel suo partito. Nel pomeriggio Fassino si è sentito per telefono, tra i tanti, con Amato e Prodi, ma anche con Bersani e gli ha detto: «Contia�mo su di te, sulla tua passione» per la riscossa dell'Ulivo al Nord. Ieri mattina Fassino ha indicato le «cinque parole chia�ve» sulle quali cercherà di incar�dinare la rimonta al Nord: «auto�governo e autonomia»; «innova�zione come motore della compe�titività»; «formazione, affinché la flessibilità si coniughi con la qualità del lavoro»; «doveri e diritti per una società capace di dare sicurezza e legalità»; e natu�ralmente «modernizzazione». Ma Fassino è ottimista? Lui, come sempre, non si scompone: «La sfida è alta ma ce la possia�mo fare».
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