Un'anima e più radici

Un'anima e più radici Un'anima e più radici Der «Linguaggi jazz» si presenta il Tin Hat Trio, acustico ed etnico IL Tin Hat Trio ha trovato il clima propizio per le sue sperimentazioni, salutate come «la voce dell'altra America giovane», quando si è riuni�to nel 1996 nella Bay Area di San Francisco. Mark Orton, chitarrista con obbhgo di dobro e banjo tenore, esperto di mixer e di composizione, ha prodotto i suoni in sala e in concerto per Bill Frisell. Carla Kihlstedt (viola e violino) ha un debole per il minimalismo, la coreografia e le dimenticate tradizioni kitsch del Novecento. Il pianista e fisarmonicista Rob Burger, che collezio�na antichi strumenti a tastiera tra cui il raro marxòfono, è l'anima «roots» del gruppo che approda al Piccolo Regio sabato 27 per «Linguaggi Jazz» (inizio ore 21.15, biglietti a 20 o 25 mila lire, prenotazioni al Centro Jazz Torino, 011/ 884.477). Armato di una mappa avventurosa, il trio acustico del cappello di latta si addentra nei meandri etnici del Vecchio Mondo. E non cita solo echi classici, Astor Piazzolla o malinconie balcani�che (influenze comuni a tutta la nuova leva jazzistica sulle due sponde dell'Atlantico), ma pure, la musica rurale di casa: Delta blues, bluegrass e le derive cajun della Louisiana. Non stupisce la benedizione al progetto da parte di Tom Waits, altro grande retro-avanguardista californiano, ospite della traccia finale del secon�do album, «Helium». Edoardo Passio

Persone citate: Astor Piazzolla, Bill Frisell, Carla Kihlstedt, Edoardo Passio, Helium, Mark Orton, Rob Burger, Tom Waits

Luoghi citati: America, Louisiana, San Francisco, Torino