Mucca pazza scatena l'inflazione al 3% di Raffaello Masci

Mucca pazza scatena l'inflazione al 3%Mucca pazza scatena l'inflazione al %3 La spesa delle famiglie cresce di 200 mila lire al mese Raffaello Masci ROMA Più che il petrolio questa volta c'entra la mucca pazza: l'inflazione è infatti aumentata a gennaio più che per l'effetto dei carburanti (di cui comunque si avverte un ennesimo colpo di coda) per l'impennata dei prodotti alimentari alternativi alla carne. Un'alchimia comples�sa quella dei prezzi, su cui ha influito perfino il Superenalotto con un 12,30Zo di crescita del costo de1le giocate. L'indice dei prezzi al consumo, dunque, rilevato lari da 11 delle 12 città campione (è atteso per oggi il dato di Torino), segnala in gennaio un valore congiunturale dello 0,407o sul mese precedente e un tendenziale, sul gennaio 2000, che sfiora la cifra record del 307o, la più alta mai raggiunta dal '96, che ha spiazzato le attese degli analisti (la davano al massimo al 2,707o) preoccu�pando i sindacati, per via dei contratti in itinere, e i commercianti che temono un raffreddamento dei consumi dopo un Natale da Bengodi. L'Adusbef, la più agguerrita delle associazioni dei consumatori, si è fatta anche due conti: la spesa della famiglia media italiana è cresciuta su base annua di 2,2 milioni, quasi duecentomila lire al mese. A far lievitare i prezzi al consumo sono stati principalmente tre elementi concomitanti: la spesa alimentare che ha sbilanciato i consumi dalla carne rossa ai prodotti alternativi (pollame, pesce, verdure), le tariffe delle utenze (luce, gas, acqua) U cui rincaro era nell'aria da tempo, e i trasporti, soprattutto per via dei rincari dei biglietti del servizio pubblico in alcune città (per esempio Trieste), ma anche dei treni e degli aerei. Un quarto elemento per la verità ci sarebbe, ma non è assimilabile ai primi tre: il paniere per il calcolo dell'inflazione è stato cambiato massicciamente con l'ammissione di 12 nuovi prodotti, tra cui il casco per moto, il sapone liquido, la spesa per il coiffeur, e l'esclusione di voci ritenete desuete come le pantofole, il floppy disk, la moquette. Un sobbalzo di assestamen�to sarà imputabile poiché a questo tum over? E' possibile. Tant'è che gli analisti non escludono cheil dato di Torino di oggi e il calcolo con arrotondamenti che Wstat farà per il 2 febbraio, possa rivedere la soglia effettiva dell'inflazione a un più rassicurante 2,907o, distante sempre e comunque dal. previsto l,707o ambito dal Documento di programmazione economica e finan�ziaria (Dpef). Ciò detto, bisogna preoccuparsi? I pohtici e i tecnici hanno speso parole rassicuranti ieri, ma i sindacati e gli imprenditori sono apparsi quantomeno cauti. «L'impennata dipende da vari fattori ha detto il ministro delle Finanze Del Turco molti dei quali non dipendono dal governo, tra i quali il prezzo del petrolio. Quindi questo non ci consente di considerare U dato di gennaio come un dato capace di cambiare le nostre previsioni sull'andamento dell'inflazione, che rimango�no queUe indicate nel Dpef». Quanto all'impatto «mucca pazza» è lo stesso ministro delle Risorse agricole, Pecoraro Scanio, a riconoscerne la portata: «Non c'è dubbio che la vicenda della Bse in Europa stia avendo importanti effetti sugli indicatori economici: quanto alle conseguenze sull'in�flazione, credo che debbano essere i ministeri competenti a rintracciarne le cause». Moderatamente ottimista appare anche un tecnico come Paolo Guida di Unicredit: «Non ci aspettavamo assolutamente un salto del genere a gennaio. L'aumen�to di questo mese è dovuto sostanzialmente agli alimentari. Siamo comunque abbastanza ottimisti per il futuro perché le dinamiche più recenti del 2001 dei prezzi delle materie prime alimentari evidenziano una ridiscesa». L'imprenditoria, però, vive con una certa apprensio�ne questo fenomeno. «L'inflazione è salita perché stiamo scontando da un lato il caro dollaro e, dall'altro, la straordinaria impennata di tutte le materie prime ha detto il presidente di Confindustria Antonio D'Ama�to è chiaro che quanto più il nostro paese sarà in grado di abbassare i costi, risultando più competitivo, tanto più noi sapremo mantenere l'inflazione sotto control�lo». s «È necessaria più attenzione alle tariffe ha detto il numero due della Uil, Adriano Musi altrimenti la lotta all'inflazione diventa più difficile». «Il problema è ha aggiunto il segretario della Cisl Savino Pezzetta di chiarire se c'è o no una politica di concertazione. In questo modo l'impianto della politica dei redditi rischia di subire forti strattonamenti». «Il governo ha una sorveglianza troppo blanda sulle tariffe rincara il segretario confederale della Cgil Walter Cerfeda e questo insieme all'aumento dei consumi spinge in alto l'inflazione che va fermata non rincorsa. Con i contratti non inseguiremo i prezzi». S'impernia il prezzo delle carni alternative Ma contano anche bollette e Superenalotto Del Turco: dato anomalo non cambierà il trend

Persone citate: Adriano Musi, Antonio D', Del Turco, Paolo Guida, Pecoraro Scanio, Savino Pezzetta, Walter Cerfeda

Luoghi citati: Europa, Roma, Torino, Trieste