Un controsummit in Brasile «Ribalteremo quel modello»

Un controsummit in Brasile «Ribalteremo quel modello»PORTO ÀLEGRE LA NUOVA CITTA SIMBOLO DELLA CONTESTAZIONE Un controsummit in Brasile «Ribalteremo quel modello» reportage Laurence Caramel e Jean-Jacques Sévilla PORTO ALEGRE GLI abitanti di Porto Alegre non sono abituati a tanta effervescenza. In questo periodo dell'anno la città normal�mente si svuota perché tutti partono per le vacanze estive. Ma questa volta sembra che ognuno abbia derogato alle sue abitudini per essere presente al primo Forum mondiale sociale che si tiene alla Puc, l'Università cattolica, contemporaneamente al Forum economico di Davos. «La mobilitazione va al di là delle nostre speranze. Ci aspettavamo 2500 partecipanti, saranno più di diecimila, oltre a un migliaio di giornalisti», spiega Oded Grajew della Cives, un'associa�zione di imprenditori etici che fanno parte del comitato organiz�zatore insieme ad Attac (Associa�zione per la tassazione delle transazioni finanziarie a favore dei cittadini). La scelta di Porto Alegre si è imposta grazie al «bilancio collegiale», che offre alla popolazione la possibilità di influire, attraverso suoi rappre�sentanti eletti, sulla ripartizione degli investimenti sociali del co�mune. Il partito dei lavoratori (Pt), localmente dominato da una corrente trotzkista, monopolizza da dodici anni, e per il quarto mandato consecutivo, la gestio�ne locale. Questa affluenza inaspettata spiega i problemi di organizzazio�ne e il senso di improvvisazione che regnava ancora poche ore Diima dell'inaugurazione ufficiae, malgrado gli sforzi compiuti dalla città e dallo Stato del Rio Grande do sul per sollevare di tutti i problemi pratici gli orga�nizzatori del Forum. Questo ap�poggio ufficiale da parte delle autorità locali ha provocato le critiche del presidente brasiliano Fernando Henrique Cardoso, che ha ironizzato sui partecipanti che «credono che il mondo farà un passo indietro». Per l'inaugurazione, ieri pome�riggio, si sono dati appuntamen�to nell'anfiteatro della Pontificia Università cattolica i rappresen�tanti dei movimenti della società civile, delle organizzazione non governative, dei sindacati, insie�me ad alcune personalità ricono�sciute per l'impegno politico o sociale, come l'ex presidente al�gerino Ahmed Ben Bella, il leader di Timor Est, José Ramos Horta, Nobel per la pace 1996, l'ex first lady francese Danielle Mitter�rand, il leader delle proteste contadine José Bove, l'economi�sta Samir Amin e l'ex attaccante del San Paolo calciatore Rai, che giocò anche nel Paris Saint Ger�mani e ha appena creato ima fondazione per i bambini nati da famiglie sfavorite. «Abbiamo voluto che qui fosse�ro rappresentate tutte le diversi�tà sociali. Non sarà come ai Da�vos, un forum di personabtà che sono nella sostanza i portavoce dei loro azionisti», ha sottolinea�to Oded Grajew. Dopo il saluto ufficiale alle 123 delegazioni na�zionali, tra applausi, canti e rulli di tamburo, è partita la marcia dal municipio all'anfiteatro «del tramonto» vicino al fiume Guaiba, per una grande festa popola�re. Il percorso della manifestazio�ne è stato oggetto di duri negozia�ti con il movimento dei senza terra, che aveva chiesto che il corteo passasse davanti a due banche straniere e a Un McDo�nald's. Gli organizzatori, preoccu�pati di possibili incidenti, hanno rifiutato. «Sarà una marcia paci�fica, per dimostrare che noi non siamo una realtà esoterica ma un gruppo impegnato nella defini�zione di un'alternativa alla mon�dializzazione liberale. Noi con�danniamo qualunque provoca�zione», aveva comunque messo le mani avanti Chico Witacker, della Conferenza episcopale bra�siliana. Il Forum di Porto Alegre vuol essere innanzitutto uno spazio di dialogo e di proposte. Per cinque giorni i partecipanti dibatteranno le conseguenze della mondializzazione: al mattino sotto, forma di sedute plenarie con l'intervento di esperti qualificati, al pomeriggio nei laboratori delle diverse Ong. Ne sono previsti più di 400. Quattro i temi principali da dibattere: l'accesso alle riechezze e la loro ripartizione, lo sviluppo sostenibile del pianeta, come la società civile può rafforzare la sua capacità di influire sulle decisioni e come la democrazia e il ruolo dello Stato possono sopravvivere alla mondializzazione. Nessuno pretende di tornare a casa con un programma di governo mondiale. Porto Alegre è l'inizio di un processo, una nuova tappa nell'affermazione di una società civile intemazionale ostile agli eccessi del liberalismo, ma cosciente della strada che resta da percorrere per superare le divisioni interne e formulare un progetto abbastanza convincente da non dubi�tare più che, come dice lo slogan, «un altro mondo è possibile». «In parecchie occasioni, a Seattle, Washington, Praga e Nizza, i movimenti popolari hanno detto "no" al Fondo monetario intema�zionale, all'Organizzazione mon�diale per il commercio e alla Banca mondiale. Adesso è arriva�to il momento di adottare un comportamento attivo, elabora�re proposte e alternative al neoli�beralismo», ha dichiarato Ber�nard Cassen, presidente di Attac e uno dei principali animatoridel Forum. E Grajew: «La globa�lizzazione è un modello fatto da uomini e noi pensiamo che una maggioranza di altri uomini pos�sano impome il cambiamento». Copyright Le Monde Migliaia di manifestanti ai Foro sociale mondiale Ci sono anche José Bove Danielle Mitterrand e il Nobel Ramos Horta

Luoghi citati: Attac, Brasile, Nizza, Porto Alegre, Praga, San Paolo, Seattle, Timor Est, Washington