Berlusconi: siamo l'«arco democratico » di Ugo Magri

Berlusconi: siamo l'«arco democratico » Berlusconi: siamo l'«arco democratico » Collegi: summit del Polo, ancora aperto il caso-Lega Ugo Magri ROMA La Casa delle libertà, per quanto fornita di ampi e ariosi locali, ormai non ce la fa più a contenere tutti gh ospiti che il padrone di casa vorrebbe con sé. Dopo i socialisti, nel prossimo fine setti�mana potrebbero trovare alloggio pure i repubblicani. E se per caso arrivasse pure D'Antoni, sarebbe�ro addirittura nove le sigle sul citofono dell'edifìcio, rischiando qualche equivoco tra gh elettori. Questo pericolo di «frammenta�zione per aggregazione» è ben chiaro al Cavaliere. Non per nulla ha gradito la decisione, presa da Francesco Cossiga, di far iscrivere i suoi «quattro gatti» al gruppo parlamentare di Forza Itaba. Ma ovviamente depennare una sigla non basta. Ecco perché ieri pome�riggio Silvio Berlusconi, chiacchie�rando coi cronisti davanti al porto�ne di Via del Plebiscito, ha lancia�to l'immagine nuova dell'«arco democratico»: un modo per fare sintesi, e ricondurre a un unico disegno strategico la variopinta alleanza adunata sotto di sé. L'«arco democratico», ha spie�gato Berlusconi, «è composto dal�la destra democratica, e cioè An, dal grande centro democratico, e cioè Forza Italia, il Ccd e il Cdu, e dalla sinistra democratica della Lega, del Nuovo Psi, del Pri (alme�no spero) e di Cossiga». Dall'altra parte, inutile dirlo, ci sono i «parti�ti post, paleo e neo comunisti, insieme ai loro satelliti». Si coglie qualche reminiscenza degasperiana in questa nuova mappatura della pohtica nazionale. Difatti il Cavaliere, con una citazione stori�ca, ha ricordato come i democri�stiani dei tempi di De Gasperi fossero stati magnanimi verso i loro alleati minori: «Potevano vin�cere da soh con la maggioranza che avevano, ma riconobbero spa�zio alle altre sensibilità pohtiche e culturali». Berlusconi, che per mo�destia esclude di volersi paragona�re allo statista trentino, pare deci�so a seguire la stessa tattica, anche a costo di pagare qualche prezzo in termini di collegi. Di questo s'è parlato ieri sera a cena nella residenza romana del Cavaliere, il quale nel pomeriggio aveva avuto una sfilata di visitato�ri: i rappresentanti del Cocer, Bobo Craxi, il presidente di Confindustria Antonio D'Amato («è venuto a illustrarmi una bozza di program�ma»). Alle 21 erano invitati Bossi, Fini, Casini e Buttiglione. Ma il primo aveva un impegno televisivo (ospite di Porta a Porta), il secondo s'è fatto attendere fino a tarda ora per colpa degli aerei (veniva da un comizio a Reggio Calabria), Casini ha tardato alquanto, cosicché pun�tuale s'è presentato solo Buttiglio�ne, che ne ha profittato per raccon�tare a Berlusconi gh ultimi intrecci della trattativa su D'Antoni. In due parole: comphce una mediazione di Calogero Marmino, l'ala dantoniana di Democrazia europea sarebbe ormai pronta a intendersi col cen�trodestra. Però chiede in cambio un impegno solenne in favore del sistema elettorale proporzionale, da far�si nella prossima legislatura. Poi�ché Fini non sembra troppo d'accor�do, l'idea di Buttiglione è che a prendere l'impegno per il proporzio�nale siano soltanto i partiti ex o post democristiani. A quel punto, secondo il professor Buttighone, neppure Andreotti avrebbe di che obiettare. E guarda caso, proprio al senatore a vita s'è appellato ieri Pierferdinando Casini, ricordandogh che «la prossima legislatura du�rerà cinque anni»: un modo per dire affrettati, perché questo è l'ultimo treno. L'assenza di Bossi non ha pro�vocato nel Cavaliere turbamento alcuno. In fondo, i due avevano cenato msieme la sera prima nel�la villa di Arcore, dopo l'incontro sul caso Aibertini, con un menù a base di penne al gongorzola, poUo ai peperoni, verdure cotte (senz'aglio), crostata alla frutta. Il Cavaliere aveva dovuto sorbirsi una lunga e coltissima lezione di Bossi sul morbo della mucca paz�za. Però poi la conversazione era scivolata sui rispettivi progetti futuri. E a quel punto, s'è ragiona�to a lungo, col cuore in mano, sui prò e contro dell'ingresso di Bossi nel futuro governo Berlusconi. Una questione, giurano i testimo�ni, rimasta in sospeso. Cos�come non è stato ancora messo nero su bianco il numero dei collegi che spettano alla Lega: 32 in base alle idtime regionali, ma visto il buon clima forse diventeranno una doz�zina in più. L'enigma verrà risolto nei prossimi giorni, quando le trattative sulla ripartizione dei collegi dal Centro-Sud risaliranno fino su in Padania. Anche D'Antoni vicino all'intesa in cambio della riforma proporzionale da realizzarsi nella prossima legislatura I quattro leader della Casa delle Libertà In un'Immagine d'archivio: ieri sera il solo Bossi non c'era, occupato in tv

Luoghi citati: Arcore, Reggio Calabria, Roma