«Questa è la rivincita della vita»

«Questa è la rivincita della vita» ALLARME NEL FRONTE ABORTISTA IL VENTO E' CAMBIATO «Questa è la rivincita della vita» Alla marcia delle organizzazioni «Pro-Life» reportage inviata a WASHINGTON OOOH, mi piacciono questi feti abortiti». Tradotto: la signora venuta dalla Penn�sylvania per manifestare contro l'aborto trova che le enormi foto di aborti tardivi esposte lungo Constitution Avenue abbiano una certa forza espressiva e dissuasi�va. In effetti i passanti non mani�festanti scantonano inorriditi. In�vece le migliaia in marcia per ricordare una da�ta per loro nefa�sta, quel 22 genna�io 1973 in cui la Corte Suprema le�galizzò l'aborto, marciano allegris�simi. Famiglie pro�lifiche, pensiona�ti, gruppi di stu�denti cattolici o battisti-fonda�mentalisti. Con cartelli (feti o bambini), striscioni con frasi del Deuteronomio, ó «LaCrosse, Wisconsin ama la vita» oppure «Prima di formarti nell'utero ti conoscevo. Firmato Dio». Dio, Patria, e George W. Bush. «La grazia di Dio ha ispirato un nuovo grande presidente!», festeg�gia verso le undici Alex, diciasset�tenne dell'Accademia dell'Angelo Custode di Stanton, Virginia. Fe�steggia, come tutti, perchè è appe�na arrivata una bella notizia: d'ora in poi, le donne del terzo mondo non potranno essere aiuta�te ad abortire da organizzazioni americane. Ovvero: entro la setti�mana, il governo bloccherà i fondi agU organismi intemazionali che In mgii annila leggil Preside fanno aborti, o informano le don�ne incinte della possibihtà di abor�tire. Li aveva bloccati già Ronald Reagan nel 1984, Bush padre ave�va confermato. Bill Clinton li ave�va ripristinati nel 1983, appena diventato presidente. Adesso si toma indietro: «Non appoggio l'uso dei soldi dei contribuenti per procurare aborti», aveva detto Bush, e ha subito provveduto. «E' fantastico ma non basta. Via l'aborto dagli Stati Uniti», gridano i contribuenti per la vita marciando verso la Corte Supre�ma. E dal palco arriva un incorag�giamento presidenziale. In anni passati, Reagan e Bush senior avevano arringato i dimostranti (arrivano ogni armo, da ventotto anni, a protestare contro la sen�tenza «Roe versus Wade») via telefono e altoparlante. «Dubya», per non esagerare, ha dato un fogliettino che legge il deputato repubblicano Chris Smith. Breve ma chiaro: «Vói e io condividiamo un grande obiettivo: che ogni bambino sia benvenuto'nella vita e protetto dalla legge». Bisogna perciò creare «una cultura della vita». Applausi. Cartelli con feti agitati festosamente. Ottimismo: il clima forse è cambiato, il gover�no di certo. La prima decisione, per gli americani, è solo simbolica (per le terzomondiste meno). Molto simbohca, però; e per i are tto asta» difensori del diritto di aborto, preoccupante. «Ora le donne devo�no muoversi. Gli antiabortisti, e questa amministrazione, ci tratta�no come se non avessimo né cervello né cuore», ha subito det�to Gloria Feldt di Planned Parenthood, la più grande organizzazio�ne americana che fornisce con�traccezione e aborti. ((Al momen�to, non è in programma un attac�co al "Roe versus Wade", fanno melina i repubblicani meno estre�misti». Per quello, volendo, ci vorrà tempo. Alla Corte Suprema, su nove giudici, solo tre sono voti antiabortisti sicuri: William Rehnquist, Clarence Thomas, Antonin Scalia. Però, se qualche giudi�ce si ritira (o muore, sono nomine a vita), Bu�sh certamente lo rim�piazzerà con un «pro-life» e poi si vedrà. Però, e potrebbe succedere, la Corte potrebbe bocciare gli aborti oltre il terzo mese; col possibile voto di Sandra Day O'Connor e Anthony Kennedy, e la maggio�ranza. Però, benché ora dica che farà rispettare la legge, l'Attomey General nominato John Ashcroft ha un ricco curriculum antiaborti�sta, e molti/molte lo temono. Per questo, mentre ragazzi e famiglio�le «pro-life» dalle cittadine del Sud e del Midwest manifestavano di fuori, dentro il Campidoglio lobbista «pro-choice», per la possi�bihtà di scelta, metropolitane e frenetiche, discutevano coi sena�tori sulla conferma di Ashcroft. Che comunque ci sarà. E indicava�no i prossimi campi di battaglia: i governi degli stati, che in molti casi potrebbero limitare gli abor�ti, e/o renderli più difficih; e la pillola abortiva, RU486, approva�ta dalle autorità sanitarie e dal�l'amministrazione Clinton, che la «Bush people» ha già detto di voler mettere in questione. La presidenza Bush è comincia�ta così, un poclùno bipartisan su istruzione e tasse, attenta a far contenta la destra su questioni sociali simboliche. La frase quasipro-aborto di Laura Bush in tv, la strategia mediatica conciliante dei primissimi tempi, sono già dimenticate. Per i repubblicani è di nuovo «business as usuai», come ai tempi di Reagan e del vecchio Bush. In migliaia arrivano come tutti gii anni a Washington per deplorare la legge dei 1973. «Ciò che ha fatto il Presidente è fantastico ma non basta»

Luoghi citati: Stati Uniti, Virginia, Washington, Wisconsin