Berlusconi, appena 32 collegi per Bossi di Ugo Magri

Berlusconi, appena 32 collegi per Bossi Berlusconi, appena 32 collegi per Bossi «Ma nelle liste non ci saranno le vecchie/acce delPsi» Ugo Magri ROMA Quando Umberto Bossi si accomo�derà alle 17,30 davanti a lui, sui confortevoli divani di villa San Martino, Silvio Berlusconi avrà l'ingrato compito di dargli una brutta notizia: in base ai criteri di ripartizione concordati nella Ca�sa delle libertà, alla Lega spetta�no 32 collegi uninominali per la Camera, non uno di più, non uno di meno. Collegi tutti concentrati al Nord, e dunque sicurissimi, anzi a prova di bomba, insisterà il Cavaliere per addolcire la pillola; ma pochi, maledettamente pochi rispetto a quelli su cui l'Umberto contava. Anche sommando una dozzina di seggi nel proporziona�le, in tutto fanno 15 poltrone meno del '96, quando la Lega toccò quota 58. Sarà,, inutile dire, il passaggio più critico della sera�ta. Che Bossi a quel punto si alzi e se ne vada, strappando l'intesa solenne siglata davanti al notaio, è ipotesi scartata dall'entourage berlusconiano. Claudio Scajola, regista della trattativa, ha calcola�to che Bossi da solo non conquiste�rebbe neppure un seggio nel mag�gioritario. Quel che è peggio, dico�no i sondaggi del Cavaliere, nep�pure impedirebbe a Berlusconi di vincere senza di lui. Le perdite di Forza Italia vengono ottimistica�mente stimate in 8, massimo 10 poltrone. Dunque, è il ragiona�mento attribuito al «falco» Scajo�la, l'Umberto «infine faflbà i suoi calcoli e, dà politico avveduto qual è,.saprà. accontentarsi». 'u -Naturalmente, Berlusconi non pensa affatto che la Lega sia superflua. E seppure lo pensasse, stasera sarà un perfetto padrone di casa. Nei confronti dell'ospite userà toni da mite «colomba». Sarà disponibile a qualche mode�sto ritocco all'insù. Proporrà com�pensazioni sotto forma di vice-mi�nistri o sottosegretari del suo futuro governo. Garantirà un diqastero di prima fascia.a Bobe Maroni. Insisterà perché pure Bossi entri nella stanza dei botto�ni, per esempio come ministro «politico» senza portafogli, e sen�za metter limiti alla fantasia poli�tico-istituzionale. Al fine di ren�der più domestico il suo intratta�bile interlocutore, gli darà inoltre vaste rassicurazioni sul piano po�litico. Tanto per cominciare, il Cava�liere terrà rigorosamente per sé l'irritazione provata ieri mattina, appena letto su La Stampa Ydito�la di Bossi sui socialisti. «Non si può fare l'alleanza con quel parti�to», era stato lo sfogo del Senatùr, «l'avevo detto a Berlusconi di non andare al loro congresso...». A quanto pare, invece,! due s'erano parlati al telefono sul «caso Albertini» proprio mentre il presidente di Forza Italia stava andando a raccogliere l'ovazione del con�gresso socialista. E nulla, si dice dalle parti di Arcore, proprio nul�la Bossi aveva avuto di che obiet�tare. Ad ogni modo, Berlusconi sta�sera concederà al suo ospite quel�lo che il portavoce Paolo Bonaiuti ha anticipato ieri: le vecchie fac�ce del nuovo Psi non verranno candidate; al contrario dei «neo, post e vetero comunisti», saranno presentati personaggi «giovani e combattivi». Alcuni nomi già cir�colano. Per esempio, Chiara Moroni, fighe del deputato di Brescia che si suicidò nel dramma di Tangentopoli. «Mai pensato di candidare De Michelis o Martel�li», giurerà Berlusconi a Bossi, e tantomeno i Di Donato, i La Ganga o gli Andò, i cui nomi peraltro erano risuonati a margi�ne del congresso socialista. In questo modo, Berlusconi conta di mettere im freno anche alle candi�dature dei De, tipo Marmino o Bernini, che potrebbero finire in lista con Buttigliene. Non a caso, il segretario del Cdu è subito sceso in campo per difendere la «giusta alleanza con la tradizione sociahsta». Più prudente Casini: «Nessuna pregiudiziale, è neces�sario allargare il Polo, ma la Casa delle Libertà non deve perdere la sua compattezza». Ma la contropartita politica più pesante sul tavolo della tratta�tiva di stasera riguarderà il Comu�ne di Milano. Berlusconi è pronto a premere su Albertini perché comprenda nella sua maggioran�za anche la Lega. Dirà a Bossi con parole nette quello che Giuliano Urbani argomenta con linguaggio sfumato: «Tengo a precisare che la nostra alleanza con la Lega deve avere precedenza strategica su qualsiasi altra considerazione. Il "caso Milano" deve essere dun�que risolto», sostiene il professor Urbani, «sulla base di uno spirito costruttivo che, sono sicuro, tutti sapranno dimostrare, nell'interes�se dell'alleanza e dello stesso interesse particolare di tutti i personaggi coinvolti». Parole qua�si uguali ha pronunciato il presi�dente dei senatori azzurri, Enrico La Loggia. Libera traduzione: Al�bertini non tiri troppo la corda perché, con questo braccio di ferro sui collegi, potrebbe essere proprio lui, alla fine, a pareggiare il conto. Dopo l'aut aut al Polo del leader del Carroccio oggi ad Arcore l'incontro con il Cavaliere Cadrà anche il «veto» lanciato daAlbertini Il presidente di Alleanza nazionale Gianfranco Fini

Luoghi citati: Arcore, Bobe Maroni, Brescia, Milano, Roma, Villa San Martino