«Cortesia, coraggio, compassione, carattere»

«Cortesia, coraggio, compassione, carattere» «Cortesia, coraggio, compassione, carattere» Bush annuncia la nuova stagione alla Casa Bianca Andrea di Robllant corrispondente da WASHINGTON «Oggi assumiamo un nuovo impegno», ha esordito George W. Bush, attimi dopo aver prestato giura�mento come 43esmio presidente degli Stati Uniti. «Un impegno a vivere la promessa della nostra nazione con cortesia, coraggio, compassione e carattere». Con queste quattro parole un chiaro riferimento all'acrimonia di questi anni tra demo�cratici e repubblicani, ma anche al comportamen�to del suo predecessore alla Casa Bianca si chiude dunque l'era Clinton e inizia l'era del secondo Bush. Una pioggia fastidiosa ha bagnato la cerimonia dell'inaugurazione ma il maltempo non ha rovina�to la festa dei repubblicani, che hanno visto il loro uomo insediarsi alla Casa Bianca in un anno in cui il loro partito controlla sia il Senato che la Camera una combinazione che non succedeva dal 1954. Per la famigha Bush, guidata da un commosso George Bush senior, è stata una giornata partico�larmente intensa e piena di emozioni. Era da quando il figlio di John Adams, John Quincy Adams, prestò giuramento nel 1825 che un ex presidente non vedeva il proprio figlio diventare presidente. Ma più che di una successione, la cerimonia di ieri ha avuto inevitabilmente il sapore di una restaurazione. Bush senior venne sconfitto nel 1992 da Bill Clinton e ieri suo figlio maggiore che aveva vissuto quella sconfitta come una smacco umiliante ha ripreso possesso della Casa Bianca. Appena Bush ha concluso il suo giuramento e prim'ancora che leggesse il suo discorso alla nazione l'addetto militare di Clinton ha passato la valigetta di cuoio che contiene i codici nucleari il simbolo dello straordinario potere che in quell'atti�mo era appena passato di mano all'addetto militare del nuovo presidente. Finita la cerimonia inaugurale, l'ex presidente Clinton e sua moglie Hillary sono saliti a bordo della limousine che li aspettava ai piedi della scalinata del Campidoglio per recarsi alla base aerea di Andrews. Da l�sono partiti a bordo di un aereo militare in direzione di Westchester, la contea di New York dove i Clinton hanno casa e dove trascorreranno il week end. Ma invece di imbarcarsi subito sull'aereo per lasciare la scena al suo successore, come vuole tradizione, Clinton si è soffermato in un hangar dell'aeroporto milita�re per un ultimo discorso, un ultimo round di ringraziamenti. «Abbiamo fatto un gran bene in questi anni ma non è finita», ha detto tra il commosso e il sornione. «Ho lasciato la Casa Bianca ma sono ancora qui...». L'uomo chiaramen�te non voleva partire. Due ore e mezzo dopo il passaggio delle consegne era ancora all'aeroporto. Il nuovo presidente e la nuova first lady hanno fatto il loro ingresso alla Casa Bianca alla fine di una parata che si è svolta sotto la pioggia e il nevischio. Lungo il percorso c'erano anche miglia�ia di manifestanti che hanno protestato contro l'insediamento di Bush junior, accusandolo di aver rubato la vittoria a Albert Gore. Ci sono stati alcuni scontri e la polizia ha fatto una decina di arresti. Il nuovo presidente inizia il suo mandato con un indice di gradimento non molto alto appena 42 per cento secondo l'ultimo sondaggio Reuters/Zogby rilasciato proprio ieri. «A giudicare da questi dati sembra di poter dire che il presidente Bush dovrà costruire ponti verso l'opposizione molto in fretta», ha commentato John Zogby. Nel suo breve discorso inaugurale poco meno di un quarto d'ora Bush ha rapidamente riassunto il suo programma politico. «Ridurremo le tasse e rinfor�zeremo le nostre difese per essere fuori portata dalle minacce di chi ci vuole sfidare», ha promesso, confermando cos�la sua intenzione di procedere rapidamente con la costruzione di uno scudo missilistico. Bush ha anche rassicurato chi teme un ripiega�mento degli Stati Uniti dalla scena intemazionale. «Che i nemici della libertà e del nostro Paese non s'ingannino ha detto -. L'America rimane impe�gnata nel mondo, per tradizione e per scelta. Difenderemo i nostri alleati e i nostri interessi. E saremo decisi senza esser arroganti». Ma il tema centrale del suo discorso è stato quello della riunificazione nazionale dopo la pola�rizzazione di questi ultimi anni. Ha parlato di un ritorno a una società più civile. «E lavorerò per costruire una nazione unita sotto il segno della giustizia e dell'opportunità». «Non c'è dubbio che Bush si presenta agli americani come il grande riconciliatore», ha osservato ieri Thomas Mann, studioso della Brookings Instit.ution, dopo aver sentito il discorso. «Eppure continua a insistere che vuole tagliare le tasse e costruire lo scudo missilistico due proposte controverse, destinate a creare divisione. Per cui dobbiamo vedere se le sue politiche saranno davvero all'altezza della sua retorica». «L'America resta impegnata nel mondo per tradizione e per scelta» I sondaggi continuano a attribuirgli un indice di gradimento basso

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