Un leader giovane e un governo dì veterani

Un leader giovane e un governo d�veterani Rumsfeld, capo del Pentagono e il Segretario di Stato Colin Powell ad esempio hanno punti di vista diversi sulla difesa anti-missile padre, che vinse la guerra ma non rovesciò Saddam Hussein. Un'eredità difficile. I protagoni�sti della Guerra del 1991, oggi al governo, continuano a sostenere tesi differenti. Dick Cheney in una recente intervista tv ha affer�mato che «potrebbe non esservi altra scelta» che allontanare Sad�dam da Baghdad se fosse prova�to che continua a produrre armi non convenzionali. Powell da�vanti al Congresso ha preferito sostenere il rafforzamento delle sanzioni anziché l'ipotesi del ro�vesciamento: «E' facile dire vada via, ma prima bisogna avere degli elementi certi per ritenere che chi entrerà in Iraq dopo avrà successo». Come dire: l'opposi�zione irachena non offre ancora le necessarie garanzie. Fra i problemi da risolvere per Bush ci sono anche le dichiarazio�ni di un altro repubblicano doc, il ministro della Sanità, Tommy Thompson, "che ha scatenato la rivolta delle femministe dicendo�si in favore di un «riesame» della normativa sulla pillola abortiva Ru-486. Del gruppo degli veterani fan�no parte anche il rappresentante per il Commercio, Robert Zoellik, già sottosegretario di Stato dal 1989 al 1992, ed il ministro dell'Energia Spencer Abraham, già vicecapo di gabinetto del vicepresidente Dan Quayle nel '90-'92. Altri sono in attesa di incarichi: da Paul Wolfowitz a Richard Armitage, da Lawrence Eagleburger a Richard Haass. Un leader giovane e un governo d�veterani Gli uomini che vinsero la Guerra Fredda in un mondo nuovo Maurizio Molinari i corrispondente da NEW YORK Nei ranghi del governo di George i W. Bush sono molti i nomi eredi�tali dall'Amministrazione di Bui sh senior: il nuovo Presidente ! sottolinea pubblicamente l'im�portanza della loro «esperienza», : ma saranno i prossimi mesi a dire come questi veterani repub�blicani, che vinsero la Guerra ; Fredda contro il blocco sovieti�co, affronteranno un equilibrio intemazionale radicalmente mu�tato negli ultimi dieci anni. E soprattutto se e come Bush jr. riuscirà a coagulare un team dove affiorano già le differenze su come affrontare l'agenda 2001. Il primo passo che l'Ammini�strazione si avvia a compiere è quello di realizzare il sistema nazionale di difesa antimissile: è una versione ridotta dello «Scu�do spaziale» proposto da Ronald Reagan negli Anni Ottanta, e nel nuovo gabinetto tutti ne sosten�gono la necessità «per difendere il Paese da attacchi con armi non convenzionali». Ma dietro le quinte Bush deve far fronte al riaffiorare di dissensi vecchi di almeno quindici anni. Il Segreta�rio alia Difesa Donald Rumsfeld che ricopri lo stesso incarico nell'Amministrazione Ford è stato nominato proprio perché è stato fra i principali sponsor dello Scudo, ma il neo Segretario di Stato Colin Powell già capo degli Stati Maggiori congiunti con Bush senior intervenendo davanti al Congresso si è mostra�to cauto. Non a caso aveva propo�sto di assegnare il Pentagono al governatore della Pennsylvania Tom Ridge. che negli Anni Ottan�ta si oppose al Congresso contro l'aumento del bilancio per lo «Scudo» di Ronald Rsagan. L'audizione del Segretario di Stato davanti alla Commissione Esteri del Senato non ha riserva�to sorprese negative, ma i demoin atici hanno sollevato una que�stione insidiosa: la dottrina mili�tare di Powell applicata con suc�cesso durante la Guerra del Gol�fo del 199U-91 prevede «obiettivi precisi, vittoria grazie all'uso soverchiarne di forze rispetto al Molti nomi sono ereditati dalla Amministrazione di Bush senior E già tra loro riaffiorano dissensi su questioni cruciali vecchie di dieci anni nemico e strategia di immediato disimpegno». Ma come è possibi�le applicarla oggi in un mondo disseminato di focolai di guerre? Si può intervenire ovunque con l'uso soverchiarne di forze oppu�re bisogna non intervenire? Il nuovo Presidente dovrà ten�tare di armonizzare posizioni diverse fra i veterani repubblica�ni sul tema cruciale dei rapporti con la Cina. Il consigliere per la Sicurezza Nazionale Condoleezza Rice già responsabile dei rapporti con l'Urss e l'Est duran�te l'Amministrazione Bush se�nior ha sostenuto su «Foreign Affairs» che con Pechino bisogna far prevalere «argomenti morali». La risposta di Paul Wolfovvitz già vice di Cheney alla Difesa ed ora a fianco di Rum�sfeld non si è fatta attendere: «Niente è meno realistico di un realismo che ignora il rispetto dei diritti umani». Sulla Cina come sullo Scudo antimissile; il vicepresidente Dick Cheney, mi�nistro della Difesa durante la Guerra del Golfo, e Rumsfeld appaiono in sintonia nel sostene�re un approccio frontale alle questioni che concernono la sicu�rezza nazionale lo stesso che distinse Reagan e Bush -, Condoleezza Rice e Colin Powell sem�brano invece non voler accelera�re i tempi, puntando alle consul�tazioni con alleati e partner in�quieti. Ma è l'Iraq il dossier che più di ogni altri impone a Bush jr di fare i conti con l'eredità del George W. Bush durante II giuramento come quarantatreesimo presidente degli Stati Uniti

Luoghi citati: Baghdad, Cina, Iraq, New York, Pechino, Pennsylvania, Stati Uniti, Urss