Clinton regola i conti anche del Sexgate

Clinton regola i conti anche del Sexgate Clinton regola i conti anche del Sexgate Patteggia col giudice la chiusura del caso: ho mentito Andrea d�Robilant corrispondente da WASHINGTON A 24 ore dall'inaugurazione di George W. Bush, e poche ore dopo il discorso con cui ha detto addio all'America, Bill Clinton ruba un'ultima volta la scena al suo successore e annuncia al Paese di aver raggiunto un ac�cordo che mette fine alla lunga vicenda giudiziaria WhitewaterJones-Lewinsky. Il Presidente lo sarà fino a mezzogiorno di oggi ammette di aver giurato il falso e di aver ostruito la giustizia durante l'in�chiesta. In cambio il procurato�re Robert Ray, che l'anno scorso ereditò l'inchiesta da Kenneth Starr, chiude la pratica senza incriminarlo. L'annuncio ha concluso un lungo negoziato dietro le quinte tra gli avvocati di Clinton e il procuratore Ray. La svolta, dico�no fonti vicine alla trattativa, è venuta quando il Presidente si è finalmente detto disposto ad ammettere di aver «violato con�sapevolmente la legge». Clinton non sarà incriminato ma la sua licenza di avvocato sarà comun�que sospesa per cinque anni e dovrà pagare una multa di 25 mila dollari. Il reato di Clinton si riferisce alla sua deposizione del genna�io 1998 nel caso Paula Jones. Gli avvocati della Jones gli chiesero per la prima volta se conosceva Monica Lewinsky e se aveva avuto rapporti sessua�li con lei. Il Presidente negò i fatti appigliandosi a definizio�ni piuttosto dubbie e comun�que molto ristrette di ciò che costituiva un atto sessuale (si giustificò più tardi sostenendo che a suo avviso l'espressione «relazione sessuale» non inclu�deva il sesso orale). «Ho cercato di seguire un sentiero molto stretto tra una formulazione legale e una falsa testimonianza», ha spiegato Clinton ieri cercando ancora una volta di giustificare il suo comportamento presso gli ame�ricani. «Ma ora riconosco che non raggiunsi l'obiettivo piena�mente e che alcune mie risposte alle domande su Monica Lewin�sky erano false. Spero che que�ste mie azioni di oggi metteran�no fine alla vicenda. Ho pagato un prezzo alto. E lo accetto perché le mie azioni hanno cau�sato tanto dolore a tanta gente». Ma in un'ulteriore dimostra�zione dell'adagio secondo cui la vendetta è un piatto che va servito freddo, la Casa Bianca ha confermato ieri che Linda Tripp, la donna che rivelò agli inquirenti la relazione tra Moni�ca Lewinsky e il Presidente, è stata licenziata. Da poco aveva ripreso il suo lavoro al Pentago�no. L'accordo raggiunto da Clin�ton gli permette di tornare a vita privata da uomo libero. Sul suo futuro, infatti, conti�nuava a pesare l'ombra di una possibile incriminazione. A più riprese il procuratore Ray dis�se che avrebbe aspettato la fine del mandato presidenziale per annunciare un provvedimento. Ma ormai anche i repubblica�ni più agguerriti si erano andati convincendo che un'incrimina�zione di Clinton avrebbe reso incandescente il clima politico proprio quando il «loro» presi�dente cominciava a governare. Tanto che anti-clintoniani di vecchia data come il senatore Orrin Hatch, repubblicano dello Utah, stavano premendo su Bu�sh affinché promulgasse un'am�nistia nei confronti del suo pre�decessore. Pare che Clinton non abbia gradito l'ipotesi di essere «per�donato» da Bush. Anche questo elemento, dicono, lo avrebbe spinto ad accelerare la trattati�va per un accordo con il procura�tore Ray. «Posso comunque assi�curarvi che non eravamo a cono�scenza della trattativa», ha insi�stito ieri Ari Fleischer, da oggi nuovo portavoce della Casa Bianca. Bush è stato informato «a cose fatte» ha aggiunto. «Per noi l'importante è che que�sto sia davvero un nuovo ini�zio». L'epilogo velenoso della vicenda è il licenziamento dal Pentagono di Linda Tripp la donna che rivelò la sua relazione con la Lewinsky

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