La nomina di Ashcroft spacca i democratici di Maurizio Molinari

La nomina di Ashcroft spacca i democratici La nomina di Ashcroft spacca i democratici Il senatore Kennedy, ostruzionismo al ministro della Giustizia Maurizio Molinari inviato a NEW YORK Lo scontro politico sulla nomina di John Ashcroft a ministro della Giustizia si infuoca, proiettando�si oltre l'insediamento di George W. Bush alla Casa Bianca: alcuni senatori democratici minacciano ricorrere all'ostruzionismo per impedire la conferma della desi�gnazione del più conservatore fra i membri del nuovo governo repubblicano. Il primo a far trapelare la possibilità di ricorrere alla prati�ca parlamentare del «filibuste�ring» dal nome degli avventurie�ri deirSGO che prendevano in ostaggio isole e imbarcazioni nei Caraibi è stato Edward Kenne�dy. «Nessuna opzione è esclusa,, neanche quella del "filibuste�ring"», ha dichiarato Jim Manley, portavoce del senatore democra�tico del Massachusetts. La reazio�ne dei repubblicani alla minaccia di ostruzionismo è stata dura: «Questa possibilità è uno shock, Kennedy probabilmente è molto frustrato», ha affermato Orrin Hatch, senatore dello Utah. Ma Kennedy non parla solo per sé. Dietro di lui c'è il malesse�re dei centristi democratici, che contestano la leadership del parti�to disposta a fare un passo indie�tro. Uno di questi, Evan, Bayh dell'Indiana, ha affidato alle Co�lonne del «Washington Post» di ieri un vero e proprio manifesto anti-Ashcroft, nel quale si ram�menta a Bush che «nomine di parte» di questo tipo «non rappre�sentano» l'esito di un votopopolare ispirato al centrismo e alla moderazione. «Ashcroft nelle sue decisioni è guidato dall'ideologia scrive Bayh e quindi sarà causa di antagonismi e divisioni infuturo». E', insomma, l'uomo meno adatto allo scopo che si è prefisso il nuovo presidente: «Unire l'America» dopo la lacerazione del voto. La audizioni della Commissio�ne Giustizia del Senato di questa settimana hanno confermato che Ashcroft è una figura politica che divide: le femministe temono che scardini la legge sull'aborto, n.a le associazioni dei parenti delle vittime del crimine hanno in lui piena fiducia; viene accusato di voler ridurre il controllo sull'uso deDe armi da fuoco, ma gli si dà atto di essere uomo di indiscutibi�le moralità e rettitudine. Il duello doveva risolversi con la testimonianza di Ronnie White, il giudice afro-americano del Missouri, di cui Ashcroft imped�la nomina alla Corte Suprema dello Stato accusandolo di debo�lezza «con i criminali» e, in parti�colare, nell'applicazione della pe�na capitale. Ma è finita in un pareggio: White ha infatti detto che quella decisione «non aveva fondamento giuridico» e che «of�fese la mia comunità», ma non ha accusato Ashcroft di razzismo. Il pareggio può aprire la stra�da alla nomina ma non allontana da Ashcroft ogni sospetto. Da qui la mossa di Kennedy e dei centri�sti: un siluro al leader democrati�co al Senato, Tom Daschle, che alcune fonti del Congresso assicu�rano già impegnato nel trovare un accordo di convivenza con i repubblicani per garantire un itterraggio morbido alla nuova Amministrazione. Dopo l'affon�do di Kennedy, Daschle è stato costretto a fare un passo indie�tro, affidando al proprio portavo�ce una laconica dichiarazione, nella quale si nega di «aver deci�so né escluso alcunché» su come procedere. I repubblicani che già vedeva�no all'orizzonte il via libera ad Ashcroft non l'hanno presa bene. «Ma chi guida i democratici, Da�schle o Kennedy?», si è chiesto polemicamente il leader repubbli�cano del Senato, Trent Lott. La domanda tocca la questione di fondo: il caso Ashcroft'-obbliga i democratici a misurarsi per la prima volta concretamente con i prezzi politici che dovranno paga�re al Congresso per convivere con l'Amimnistrazione Bush. Il sentiero del previsto compromes�so doveva essere molto pragmati�co: riduzione bilanciata delle tas�se, sostegno alla nuova politica estera, dialogo istituzionale a tut�to campo. L'ideologia conserva�trice di Ashcroft ha fatto saltare questo schema. E ora i democrati�ci dovranno cambiare i previsti piani di battaglia. Il rischio è quello di una spac�catura del partito. In un Senato diviso a metà 50 voti per parte i repubblicani si dicono sicuri che, in caso di scontro aperto, almeno dieci democratici soster�ranno Ashcroft, consentendo co�s�di raggiungere quota 60 voti, sufficiente per vanificare ogni pratica di ostruzionismo parla�mentare. Se cos�fosse, la confer�ma di Ashcroft si trasformerebbe in una disfatta per i democratici. Per evitare questo rischio, Dasch�le e Kennedy dovranno trovare un'intesa. La stampa conservatri�ce intanto li sbeffeggia: «Non si capisce perché la devozione reli�giosa ebraica di Joe Liberraan durante la campagna presiden�ziale veniva celebrata e quella cristiana di John Ashcroft ora viene messa all'indice come un pericolo».

Luoghi citati: America, Indiana, Massachusetts, Missouri, New York, Utah