FALSA USURA E VERA CONCORRENZA di Franco Bruni

FALSA USURA E VERA CONCORRENZA IMJTUIEEMERCmBANCmO FALSA USURA E VERA CONCORRENZA Franco Bruni NELLA ricerca di una soluzione al problema dei mutui ipoteca�ri, resi "usurai" dalla legge 108, l'Associazione bancaria italiana e la Banca dltalia hanno un ruolo utile ed importante, che si presta però a due osservazioni critiche: Ahi e Banca d'Italia appaiono trop�po morbide e tattiche nel criticare ima legge che estende la qualifica di usura a contratti pienamente legali. Inoltre, con la preoccupazio�ne dell'usura, si sta perdendo un'oc�casione importante per aumentare la concorrenza ne mercato dei mutui. Contro l'ipotesi di applicazione retroattiva della legge c'è stato un giusto irrigidimento. Si tollera inve�ce che la legge sancisca come usura�io il prestito di ima banca, un intermediario cioè regolamentato e vigilato. Poiché, come ha detto Fazio, «non c'è usura nel mercato legale», dovrebbe essere rifiutato ogni compromesso che non escluda le banche dalla legge antiusura. La quale, per definire il requisito oggettivo dell'onerosità dei contrat�ti usurai, beneficerebbe del fatto di potersi riferire proprio al corrispon�dente tasso di un mercato legale. Ciò non toglie che i mutui legali possano essere troppo onerosi. Il problema però non è l'usura bens�l'insufficiente concorrenza fra ban�che. Fazio ha osservato che esse avrebbero dovuto, da tempo e spon�taneamente, offrire la rinegoziazione dei mutui. Se non hanno cercato di sottrarsi i clienti in tal modo vuol dire che manca concorrenza. Ma in Italia è proprio la Banca centrale che ha responsabilità di antitrust nel sistema bancario. L'assurdo incidente con la legge 108 deve essere sfruttato per stimo�lare la concorrenza. La rinegoziazione va resa, una tantum, obbliga�toria e gratuita. Ma la fissazione dei nuovi tassi deve essere lasciata al mercato e la Banca d'Italia deve vigilare perché sia concorrenziale. La discussione invece procede con l'Abi che tratta il tasso sostitutivo massimo come se fosse un tasso di "cartello". Qualunque sarà l'esito del confronto politico-corporativo in corso, si rischia di rimanere con una legge sbagliata e di confermare la confusione fra usura e monopo�lio, che danneggia la lotta contro entrambi. Ciò fa riflettere sull'opportunità che l'autorità per la concorrenza bancaria sia a Banca centrale. Non è cos�negli altri Paesi europei e non è opportuno, anche perché induce la Banca d'Italia in un con�flitto di interessi: dovendo badare alla stabilità delle banche, che è tanto maggiore quanto più alti sono i loro profitti, è portata a tollerare un grado di concorrenza inferiore a quello socialmente otti�mo. LA RIPRESA DELL'HI-TECH In Borsa vola il Nuovo Mercato anche Seat si riprende Francesco Manacorda A PAGINA 18

Persone citate: Francesco Manacorda

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