Duecento allevatori in difesa delle mucche di Pierangelo Sapegno

Duecento allevatori in difesa delle mucche Duecento allevatori in difesa delle mucche Arrivati da tutta Italia: dovranno passare sui nostri corpi Pierangelo Sapegno inviato a PONTEVICO (Brescia) Uno cammina nel fango e cerca di togliersi dalla strada. C'è un camion dietro che incombe: su dal primo piano saluta questa folla di cowboy che alzano il cappellino alle nuvole. «Ehi amico, dove credi di andare?». Il grosso muso del Volvo si spinge sul sentiero e separa questa marea di gente, mentre Aldo Cipriani corre davanti ad avvisare tutti: «Trattateli bene i Tir, ci portano la solidarietà dei commercianti». C'è di nuovo un'Italia che protesta, tutti rinserra�ti dietro un cartello vergato a stam�patello: «Non è la mucca pazza. E' l'uomo pazzo». E la cosa che conta di più è che questa Italia corre più veloce delle sue idee, della sua vo�glia di farsi sentire, che corre più veloce persino delle sue ragioni, e dei suoi capi che cercano invano di organizzarla. L'Italia dei cowboy e dei man�driani, l'Italia degh allevatori di vacche, ma anche l'Italia dei conta�dini e della terra, del latte e dei suoi Cobas, si sta radunando su questi campi piatti tutti imbiancati, davan�ti alla cascina Malpensata, dove è stata scoperta la prima mucca paz�za. Lo fa, in teoria, perché vuole salvare l'allevamento del Greci: 190 capi da macellare, per rischio di epidemia. In realtà, c'è qualcosa di più e di diverso, la sensazione che questa non sia una forza marginale del Paese, ma una categoria di pote�re con cui le regole bisogna trattar�le. I cowboy non hanno leader: hanno aziende. Sono padroncini che decidono correndo nell'Europa e nel mondo. Mercoled�sera si sono radu�nati i capi della rivolta: hanno deci�so di marciare su Pontevico sabato e domenica. Ma mentre loro decideva�no, i trattori marciavano già. Hanno detto: «li chiameremo da tutta Ita�lia, dovranno passare sui nostri corpi». Stanno già arrivando da tut�ta Italia: nessuno li ha chiamati. Ci siam fermati a contare 146 trattori: vanno tutti sul campo di fronte alla cascina, a mettersi in fila. A sera, saranno già 200.1 jeans, gh scarponi e una giaccavento e il berretto in testa con la visiera: ecco come sono i cowboy d'Italia. E un bravo cowboy ama la sua mucca come la sua vita, anche se poi la manda al macello e se la mangia sul tavolo con l'insala�ta. Mario Greci, mentre ascoltava le proposte del veterinario della Regio�ne Lombardia, a un certo punto è sbottato: «Di ammazzarle qui le mie vacche neanche se ne parla. Non riuscirei a vederla una cosa del genere, lei è matto, ne morirei». E allora capiamo meglio Filippo, da Piacenza, che ci spiega perché le mucche del Greci continuino a ra�spare tranquillamente l'ultimo filo d'erba dalla mangiatoia senza curar�si della ressa che si ammucchia allo steccato: «Vede, fan cos�perché sono sempre state trattate dolce�mente e si fidano deU'uomo». Cos�fa un bravo cowboy. E poi i bravi cowboy sono diven�tati cos�forti, da imprigionare e sorprendere lo stesso Mario Greci che li aveva chiamati: «Spero nella loro solidarietà». Cioè, contava sul�l'amicizia dei 40 qui, di Pontevico. Ma sul suo prato sono arrivati già in 200 e continuano ad arrivare con i loro trattori' al posto dei cavalli. Hanno lasciato D lavoro, hanno fer�mato le loro aziende: non se ne andranno via per niente. E sono in vantaggio : per il latte, avevano l'Eu�ropa contro, questa volta hanno le leggi europee dalla loro parte, come dice Giuseppe Lanzani, da Pozzaglio, Brescia, o Narciso GaUi, da Ghedi, o Carlo Alberto Sala da Marcignago, Pavia. Vale per tutti Lanza�ni: «Ci vogliono 20 anni per fare un allevamento. Questo di Greci ha 20 anni di storia e mucche scelte. Non c'è rimborso che tenga». E poi non è tutto sbagliato quello che hanno scritto in un inglese molto improvvi�sato su un cartello: «Hai ucciso la mucca itahana? Mangi the shit (la m...) di un altro paese». La verità è che il nostro mondo l'abbiamo rovi�nato e inquinato tutti, e dovremo pagare tutti la nostra parte, non solo qualcuno. «Vi dovrete arrendere tut�ti» e concedere qualcosa ai cowboy, come dice Franco, da Piacenza, che non alleva neanche mucche, ma che sa «quanto valgono»: finirà così. Perché «la proposta che han fatto a Greci è solo un invito a chiudere. Nient'altro che questo. Il resto sono parole». Così, alla fine, dalla loro finestra affacciata sui campi e sulla mangia�toia delle mucche, Mario Greci e i suoi figli ormai guardano increduli questa folla che cresce, più di quello che pensavano e forse persin più di quello che volevano. Adesso, lo san�no bene, non è più la loro trattativa. Il Galli che parla al crocchio di cronisti sa che parla per tutti, non per la famigha. Se gh danno un miliardo? «Non serve». La legge però prevede l'abbattimento. «Per me no». Come no. «La legge europea no. Per noi conta quella». E il consu�matore? «Vedrete. Il consumatore comincerà a capire che abbiamo ragione noi». Vero? Chissà. Però, l'Italia che protesta ha un tratto comune che appartiene a tutti in questo Paese, anche se lo fanno i cowboy e i mandriani, anche se lo fanno quelli che a momenti non sapevamo manco che esistessero. Per gh itahani, lo Stato è sempre un occupante, qualunque colore abbia. Alla fine la solidarietà arriva. Può darsi che abbiamo sempre ragione. Ieri sera doveva arrivare l'inviato del govemo a trattare e non s'è ancora visto. Invece, su questi cam�pi, sono arrivati da Piacenza, da Parma, Lodi, Pavia, e sono scesi anche dalle montagne di Bergamo e non ci sono solo allevatori di muc�che, ma anche coltivatori di riso, contadini. Il padrone della stalla ai Cobas che presidiano: «Ringrazio tutti per la solidarietà» In serata la trattativa sembra sbloccarsi: Roma rinuncerebbe all'abbattimento I trattori davanti alla stalla di Pontevico: da Piacenza, Parma, Lodi, Pavia e dalle montagne di Bergamo non sono arrivati solo allevatori di mucche, ma anche coltivatori di riso e contadini